Partirei col dire che questo è un articolo personale, basato sulle mie impressioni relative a quanto dichiarato e mostrato da Capcom nel corso dell’E3 2016 per Resident Evil VII, quindi ogni discussione o (probabile) pensiero discordante sull’argomento è da ricondurre esclusivamente all’autore.

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Resident Evil VII ritorna… Al classico?

Partendo dall’inizio: Resident Evil VII è stato presentato nel corso della conferenza Sony dell’E3 2016 attraverso un trailer, in occasione del 20° anniversario della serie, nata nel 1996 su PlayStation. L’annuncio non è stato un fulmine a ciel sereno, dato che ancor prima dell’E3 2016 già si vociferava di un possibile ritorno alle origini della serie con Resident Evil VII ed in parte così è stato.

Dico in parte perché la concezione di classico per un giocatore di vecchia data è rappresentata da un gameplay ben specifico, ovvero molto somigliante ai primi capitoli della serie, indipendentemente dalla serie di cui si stia parlando.

Probabilmente, il vero ritorno al classico “standard” non sarà rappresentato da Resident Evil VII ma bensì da Resident Evil 2 Remake, che in quanto uno dei capostipite della serie, dovrebbe adeguarsi maggiormente agli standard del 1998.

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Il concetto stesso di classico è superato, non solo per la necessità di restare al passo con la tecnologia, ma anche per venire incontro alle esigenze dei nuovi giocatori, che troverebbero di una noia mortale un gameplay stantio seppur affascinante, a modo suo.

Insomma, alla fine si tratta di prodotti da vendere e le vendite non sarebbero soddisfacenti se non puntassero al nuovo target di videogiocatori, quindi si cerca di accontentare tutti in un modo o nell’altro.

Ecco perché Capcom ci tiene a precisare che il ritorno al classico di Resident Evil VII va inteso come ritorno ad un gameplay lento, meno frenetico di quanto visto negli ultimi capitoli, con atmosfere cupe e suggestive, oggetti da raccogliere ed enigmi da risolvere.

La demo Beginning Hour cambia le carte in tavola

Alla presentazione della demo di Resident Evil VII, realizzata con il teaser trailer Beginning Hour, è stato impossibile non sollevare un paragone con quanto mostrato da Konami per Silent Hills P.T., anche se il produttore di gioco Masachika Kawata ha dichiarato che Resident Evil VII era già in sviluppo al tempo della presentazione di P.T. e forse è questa la reale causa della cancellazione del titolo Konami, onde evitare competizioni sullo stesso piano di survival horror in prima persona, seppur con contenuti diversi.

Ancor prima di Silent Hills P.T. c’è da ricordarsi che un’atmosfera in prima persona simile era già apparsa in Silent Hill 4: The Room, tuttavia limitata alla sola stanza in cui era intrappolato il protagonista, per poi trasformarsi in un survival horror in terza persona all’interno del mondo di gioco.

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Un’altra citazione al genere è rappresentata dai più recenti Amnesia e da Penumbra, sviluppati dai ragazzi di Frictional Games. Senza scavare ancor più nel passato per poi trovare ulteriori riferimenti, Resident Evil: Gun Survivor in primis, anche se con la presenza di armi da fuoco.

Come per Penumbra o Amnesia, pare infatti che l’obiettivo principale in Resident Evil VII sia sopravvivere (che sorpresa), ma senza l’ausilio del modesto arsenale che di solito si raccoglie nel corso del gioco.

La demo Resident Evil VII: Beginning Hour, inoltre, non mostra una delle parti focali del gioco, ovvero il combattimento. Secondo quanto dichiarato da Kawata:

In alcuni casi potrebbe essere meglio fuggire o usare oggetti contro i nemici in modo differente. La sopravvivenza all’orrore è uno degli elementi chiave di Resident Evil VII.

Questo non esclude la presenza di armi da fuoco, ma ne limita l’utilizzo. Meno chiara è invece la possibilità, nella demo, di ottenere diversi finali: fattore che fa presagire la possibilità di compiere scelte con ripercussioni sulla trama oppure sono solo dimostrative?

Resident Evil VII e VR, accoppiata forzata?

Quello che fa riflettere maggiormente, è la compatibilità immediata di Resident Evil VII con i vari visori per la realtà virtuale, come se più che una scelta stilistica, questo settimo capitolo risponda ad una necessità del mercato ben precisa, ossia lo sfruttamento intensivo di questa nuova tecnologia, catalogando il gioco come esperimento.

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Un po’ come la mania dei sensori di movimento tra Kinect, PlayStation Move e il Wii mote, caduti presto nel dimenticatoio o non sfruttati a pieno, c’è il rischio che i VR portino alla creazione di una scia di videogiochi clone in prima persona anche da parte dei grandi produttori, che siano horror, sportivi, di avventura ecc.

Senza contare che si tratta di una tecnologia ancora giovane, che nel caso dei VR può portare a dei problemi di salute (seppur temporanei). Problemi però presenti in modo differente in qualsiasi altro contenuto videoludico, dalla fotosensibilità all’epilessia.

Ad esempio, Resident Evil VII: Beginning Hour, provato con PlayStation VR, ha generato senso di nausea in diversi giocatori, probabilmente a causa del sistema di controllo scelto da Capcom, che crea discordanza tra i movimenti del controller e quelli reali del giocatore con la testa.

Risolto tale problema sembra comunque impossibile, con un VR, farsi quelle belle partitone da mezza giornata, come si fa ancora oggi seduti comodamente sul divano, se non portando a problemi ben più gravi o richiedendo pause frequenti.

Conclusa la parentesi VR, Resident Evil VII resta comunque un titolo godibilissimo con in mano un classico controller, si spera (o almeno, IO spero) soltanto che non sia l’inizio di una rivoluzione tecnologica che prediliga la prima persona e i VR.

Concludendo

Nonostante la data di uscita di Resident Evil VII sia fissata per il 24 gennaio 2017, c’è ancora molto da mostrare, per farsi un’idea più chiara di cosa si andrà ad acquistare.

Sorvolando sul “drastico” cambio di rotta rispetto a quanto visto fin’ora, le aspettative sul gioco sono buone, ma di certo non possono limitarsi ad una casetta diroccata in campagna, dove cose macabre accadono e un tizio ha il tempo di giocherellare con cassette ed enigmi vari.

Tanto varrebbe darsela a gambe levate ancor prima di parcheggiare l’auto. Frase che potrebbe anche essere intesa come evitare l’acquisto del gioco, saltando il day-one.

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Vi ricordo che l’articolo è prettamente personale, quindi sarò ben disposto a confrontarmi con le vostre eventuali, educate, esposizioni di idee.