Dopo anni di attesa è finalmente arrivato il momento di mettere le mani su Metal Gear Solid V: The Phantom Pain, l’ultimo lascito di Hideo Kojima. Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, Konami ha fatto in modo di renderlo accessibile a tutti e non solo ai fan della serie, il tutto grazie ad un “riassunto delle puntate precedenti” che avviene lungo tutto il corso del gioco. Se a qualcuno fosse sfuggito, questo sarà il capitolo conclusivo che risponderà alle ultime grandi domande rimaste aperte sulla storia di Big Boss.

Per questa recensione abbiamo testato la versione PlayStation 4, ma Metal Gear Solid V: The Phantom Painè disponibile anche su Xbox One, Xbox 360, PlayStation 3 ed arriverà a breve su PC.

METAL GEAR? È QUALCOSA DI MOLTO DIVERSO DAL PASSATO

Prima di cominciare a parlare in maniera più approfondita dei vari aspetti di The Phantom Pain, è bene precisare che si tratta di un capitolo totalmente differente dai precedenti.

La parola d’ordine di questo quinto e ultimo capitolo di Hideo Kojima è libertà. Mentre nelle precedenti creazioni del maestro giapponese eravamo messi difronte a scenari chiusi dove si era in qualche modo limitati, in The Phantom Pain dobbiamo fare i conti con un enorme mondo di gioco completamente esplorabile dove potremo agire con le tattiche che più ci aggradano.

L’altra importante novità è che al contrario dei precedenti capitoli dove in un modo o nell’altro eravamo sempre dalla parte dei buoni, in The Phantom Pain, Big Boss è protagonista di una sanguinosa storia di vendetta, una di quelle violente e pronte a trattare qualsiasi tipo di tabù.

Ultima caratteristica, ma non meno importante, è l’introduzione della modalità FOB, che introduce una validissima componente online caratterizzata da meccaniche mai viste prima in un videogioco per console, di fatto sembra prendere in prestito alcuni aspetti dai titoli mobile.

BIG BOSS E LA SUA VENDETTA

Il gioco è ambientato dopo gli eventi di Metal Gear Solid V: Ground Zeroes, precisamente dopo il coma di Big Boss durato 9 lunghi anni. Il protagonista si risveglia letteralmente braccato dai suoi nemici che tentano di portare a termine quanto iniziato durante gli eventi di Ground Zeroes.

Rapido riassunto delle puntate precedenti:
Dopo che il soldato leggendario mette in piedi la Mother Base, si ritrova ad affrontare un grave problema legato al rapimento di due membri del suo esercito privato ed un’imminente ispezione dell’AIEA, l’associazione che si occupa del controllo di possibili minacce nucleari.

Con l’imminente ispezione in arrivo, Big Boss decide di proporsi personalmente per la missione di recupero di Chico e Paz. Snake trae entrambi in salvo e scopre dell’esistenza di una misteriosa organizzazione chiamata XOF e capitanata da Skull Face, un misterioso personaggio comparso per la prima volta nella serie.

Skull Face pianifica la dipartita di Big Boss e del suo esercito privato per conto di Zero. Ma allo stesso tempo lo stesso Skull Face è intento a scoprire la locazione di Zero per poi eliminarlo.

Successivamente si scopre che l’ispezione non era altro che un cavallo di troia, un modo per attaccare dall’interno la Mother Base che viene distrutta; mentre Snake tenta di trarre in salvo Kaz, Paz, Chico ed altri soldati della Mother Base, una bomba nascosta nel corpo di Paz esplode mandando in avaria l’elicottero sul quale erano a bordo.

È così che termina Ground Zeroes.

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Un debilitato Snake, menomato del suo braccio sinistro e pesantemente segnato dal suo viaggio all’inferno, riesce a sfuggire ancora una volta alla furia di Cypher che lo vuole vedere morto. Aiutato da Ishmael, un misterioso paziente ricoverato insieme all’eroe leggendario, riesce a fuggire dall’ospedale doveincontra Ocelot che lo aiuterà ad intraprendere il suo nuovo viaggio all’insegna della vendetta.

Quello che prima conoscevamo col nome di Naked Snake, ora prende il nome di Punished “Venom” Snake, un serpente letteralmente avvelenato dalla sua sete di vendetta nei confronti di Cypher.

METAL GEAR DIVENTA UN TELEFILM

Anche se per gli appassionati potrebbe risultare una nota negativa, con The Phantom Pain abbiamo unatotale svolta per quanto riguarda il modo di raccontare la storia e nel modo in cui viene affrontata dal giocatore. Anche se inizialmente si potrebbe pensare ad uno stile simile a quello di Metal Gear Solid 4, con la divisione in capitoli lineari, in realtà The Phantom Pain è sì diviso in capitoli, ma questi sono strutturati in maniera differente da quanto finora visto.

Inizialmente avremo una manciata di missioni principali e secondarie da svolgere, una volta completate tutte, se ne sbloccano di nuove di volta in volta. La peculiarità è che potremo decidere noi l’ordine delle missioni, questa novità ha stravolto il modo di narrare la storia che fortunatamente risulta ugualmente coinvolgente e beneficia dell’ottima regia di Hideo Kojima, che ancora una volta ci ha deliziato con numerose scene filmate ed una trama intricata.

In realtà, secondo le dichiarazioni di Kojima Production, si tratta di un metodo di narrazione mai visto prima nel mondo dei videogiochi. Infatti, la storia di The Phantom Pain è narrata come se fosse un telefilm, ogni missione ha il proprio nome, il suo cast e racconta un frammento della vendetta di Snake. Un modo tutto nuovo e che potrebbe far storcere il naso ai fan della serie, ma sicuramente più adatto ed efficace al contesto open-world in cui è ambientato.

Per concludere le novità sul metodo di narrazione, abbiamo una caratteristica introdotta in Peace Walker e poi riproposta in Ground Zeroes. Parte della storia, specialmente le informazioni secondarie, è raccontata tramite le audiocassette riproducibili nell’iDroid, il congegno futuristico di Snake che tra le mille funzioni ha anche un Walkman incorporato. Le audiocassette si ottengono mano a mano che si procede con la storia, ma sono anche nascoste in giro per la mappa di gioco.

Chi ha adorato i capitoli precedenti potrebbe trovarsi realmente spaesato poiché la storia non procede allo stesso ritmo serrato che abbiamo visto finora. Per fare un paragone, Metal Gear si è trasformato da film a telefilm.

PURO STEALTH E VERA LIBERTÀ D’AZIONE

Nella nuova avventura di Big Boss, ci sarà la possibilità di affrontare le svariate situazioni in tanti modi differenti. L’unico limite è legato all’equipaggiamento che avete a disposizione e soprattutto la vostra creatività. Una missione ha innumerevoli modi di essere affrontata, di fatto non esiste un percorso predefinito, ci ritroviamo difronte al sandbox del genere stealth, qualcosa che dovete assolutamente provare se adorate i giochi d’azione.

Come da tradizione però, il titolo tende a premiare un approccio stealth piuttosto che la classica “azione alla Rambo”. A confermare quanto detto, in The Phantom Pain, agire in modo violento non porta a nulla di buono perché, come in Peace Walker, Snake dovrà recuperare quanti più soldati nemici possibili in modo tale da farli schierare dalla sua parte facendo crescere la potenza della sua nuova Mother Base. Ovviamente, recuperare cadaveri non serve a niente, quindi anche se l’azione diretta risulta essere sempre la più semplice ed immediata, il giocatore dovrà sforzarsi di utilizzare armi non letali che risultano quasi sempre più complicate da usare.

Fin dal primo capitolo, Metal Gear è caratterizzato da un’intelligenza artificiale abbastanza avanzata che permette di affrontare avversari dal comportamento realistico. Tuttavia tale comportamento, nei capitoli precedenti sembrava sempre un po’ legnoso ed in qualche modo pilotato. The Phantom Pain aggiunge un lato umano, le guardie hanno sì percorsi prestabiliti, ma quando si presenta un problema hanno modi diversi di agire e risultano piuttosto versatili adattandosi ad ogni problema in modo differente.

Rimanendo in tema di tecnicismi, grazie al nuovo FOX Engine, The Phantom Pain permette movimenti ed azioni dei personaggi più fluide che mai, donando al giocatore uno spettacolo unico che cerca di colmare ulteriormente il divario tra videogiochi e realtà.

FOTOREALISMO O QUASI, GRAZIE FOX ENGINE

Se c’è un grande punto di forza di Metal Gear Solid V: The Phantom Pain questo è il comparto tecnico e l’engine di gioco, il nuovo FOX Engine è in grado di riprodurre enormi ambientazioni e modelli poligonali talmente dettagliati da sfiorare il fotorealismo, almeno per quanto riguarda le console next-gen ed il PC, la versione riservata alle vecchie console è sì di buona qualità, ma ovviamente sembra castrata in confronto a quella dedicata a PlayStation 4 ed Xbox One.

Parlando di volti, qualsiasi personaggio è caratterizzato da espressioni facciali realistiche, di fatto sembra un vero e proprio film. Non a caso tutte le sequenze filmate di questo quinto capitolo sfruttano la tecnica del motion capture, che ha richiesto veri e propri attori in grado di recitare nelle varie situazioni.

A tal proposito, David Hayter potrebbe essere stato sostituito da Kiefer Sutherland proprio per la buona abilità recitativa dell’attore canadese. Oltre che al volto, Kiefer ha anche donato una nuova voce al protagonista, decisione che non è stata presa benissimo dai fan della serie, ma che in fondo si è rivelata un cambiamento giustificato.

AFGHANISTAN, A BIG PLACE

The Phantom Pain è ambientato in enormi mappe liberamente esplorabili. In tipico stile Far Cry, ci saranno tanti avamposti nemici che possono essere “ripuliti” o aggirati. Azione che non influisce in alcun modo sulla struttura della mappa stessa ma che vi ricompenserà in svariati modi.

In un videogioco open-world, il più grande nemico è la grandezza della mappa che spesso si rivela il fattore più frustrante dell’intera esperienza di gioco. Fortunatamente Metal Gear Solid V non soffre di questo problema, per rimediare gli sviluppatori hanno pensato di introdurre delle zone di carico dove è possibile spostarsi velocemente da una parte all’altra di una mappa grazie alla tecnica degli scatoloni che da sempre accompagna la serie. È inoltre possibile sfruttare il cavallo, tanti mezzi ed il più comodo spostamento via elicottero.

Le cose da fare nelle macro-mappe di questa nuova rivoluzione open-world sono tante, tutte all’insegna della crescita della Mother Base. Potete cercare nuovo personale, nuovi progetti da sviluppare, risorse, mezzi, armi e persino catturare animali.

MISSIONI ESTERNE, GESTISCI IL TUO ESERCITO

Arrivati ad un certo punto della storia, una volta che il nuovo esercito di Snake sarà ritornato in uno stato fiorente, i Diamond Dogs, questo è il nome della nuova organizzazione, potranno lanciarsi all’avventura in nuove missioni esterne.

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Queste sono svolte su commissione dall’unità di combattimento, il giocatore non deve fare altro che selezionare il contratto da accettare e l’unità che si occuperà di portarla a termine. A questo punto è tutta questione di statistiche ed attese, in tipico stile videogioco per smartphone. Al termine di ogni missione, il giocatore riceverà diverse tipologie di ricompense.

Queste sono delle operazioni non obbligatorie ma che vi aiuteranno parecchio nel corso della storia, soprattutto per recuperare materiali ed avere una fonte di GMP (valuta di gioco) senza fare troppi sforzi.

FOB, METAL GEAR INCONTRA I GIOCHI PER SMARTPHONE

Nel corso dell’avventura sbloccherete anche la modalità FOB, inedita per la serie ed in generale per il mondo dei videogiochi. In breve si tratta di una modalità competitiva online che permette sia sfide sincrone che asincrone. Possiamo dire senza troppi timori che si tratta di meccaniche di gioco rivoluzionare e molto interessanti.

Ma in concreto, cos’è la modalità FOB? Nel corso dell’avventura, dovete creare gestire la nuova base operativa dei Diamond Dogs. Dopo un po’, avrete bisogno di creare delle nuove basi FOB, vale a dire altre piattaforme esterne sparse per il mondo dove potrete immagazzinare risorse e personale, entrambe possono essere sottratte dagli altri videogiocatori che da un momento all’altro possono decidere di invadere una vostra FOB. Il tutto avviene in maniera asincrona, vale a dire che potrete essere attaccati anche mentre non siete connessi, ma se per qualche ragione state giocando a Metal Gear Solid avrete modo di respingere l’attacco nemico in prima persona, in caso contrario, ci penseranno le vostre guardie che sono dotate di un’intelligenza artificiale in grado di mettere i bastoni tra le ruote anche al più abile dei videogiocatori.

In pratica, le FOB si dividono in due fasi di gioco, una difensiva ed asincrona ed un sincrona che prevede invece l’attacco.
La prima è principalmente gestionale, dovrete organizzare le difese ed il personale della base, per esempio avrete la possibilità di scegliere l’armamentario o il comportamento della squadra schierate in difesa della vostra base. Inoltre, giocando alla modalità single player sbloccherete nuovi meccanismi di difesa che possono essere sfruttati per garantire una difesa impenetrabile.

L’altra fase di gioco è quella riguardante l’attacco, sceglierete un rivale da una lista di giocatori del vostro stesso livello e verrete trasportati sul campo di battaglia. Il resto è molto semplice dovrete sottratte risorse, recuperare nemici e raggiungere il ponte di comando senza farvi scoprire. Se riuscirete nell’intento, riceverete una grossa ricompensa. Ma se il nemico dovesse scoprirvi o eliminarvi, questo scoprirà anche la vostra identità e potrebbe lanciare una rappresaglia verso una delle vostre FOB cercando di vendicarsi. Di fatto la modalità FOB riporta in parte il tema principale di The Phantom Pain, la vendetta.

Proprio riguardo alla modalità FOB, ci sono anche le tanto odiate microtransazioni, ma almeno inizialmente non sembrano essere essenziali per il gioco in sé. Di questo argomento probabilmente ne parleremo più avanti con un capitolo tutto dedicato al comparto multiplayer di The Phantom Pain.

IL CAPITOLO PIU LONGEVO DELLA SERIE

Non ci sono dubbi di sorta alcuna, ci ritroviamo difronte al capitolo più longevo della serie. Scordatevi di giocarci per una manciata di ore e catalogarlo come film interattivo, Metal Gear Solid ha cambiato totalmente il suo volto.

Senza troppi timori possiamo dire che si tratta di un genere di stealth mai visto prima, una sorta di miscuglio tra la l’enorme mondo di gioco e possibilità di Grand Theft Auto, i tanti approcci action di un Just Cause e le perfette meccaniche stealth di Metal Gear Solid. Il tutto contornato da una trama d’autore come quelle che solo Hideo Kojima è stato in grado di regalarci.

Tra missioni secondarie, armi personalizzabili, decine e decine di oggetti da creare e la validissima componente online. Metal Gear Solid V potrebbe senza problemi tenervi impegnati per decine e decine di ore, in tipico stile Fallout o Grand Theft Auto V.

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COMPANION APP PER ANDROID ED IOS

La companion app risulta meno utile di quanto ci si poteva aspettare, in realtà si tratta unicamente della stessa applicazione distribuita per Ground Zeroes con un’interfaccia molto più confusionaria.
È semplicemente una mappa interattiva ed unico modo che ci permette di avere la mappa a portata d’occhio senza dover aprire l’interfaccia dell’iDroid in gioco, azione che, per aumentare il realismo, non ci permette di muoverci e ci lascia esposti al fuoco nemico.

Ci si aspettava qualcosa di più da questa applicazione che di fatto è stata sfruttata veramente male. Si poteva utilizzare per gestire il personale alla Mother Base, o addirittura sviluppare nuovi equipaggiamenti. Insomma, in questa applicazione c’è tanto potenziale sprecato, poteva essere ben più che una semplice mappa interattiva con una sola manciata di funzioni disponibili.

METAL GEAR ONLINE 3, DOBBIAMO ASPETTARE ANCORA

La modalità competitiva sarà veramente importante e risulta essere davvero promettente. Tuttavia questa non è ancora accessibile, per poter mettere le mani su Metal Gear Online 3 dovremo attendere l’inizio di Ottobre. Per la precisione, il comparto competitivo online di The Phantom Pain sarà accessibile su PlayStation 4, PlayStation 3, Xbox One, Xbox 360 e PC, a partire dal 1 ottobre 2015.

COMMENTO DELL’AUTORE
Metal Gear Solid V: The Phantom Pain non sarà l’ultimo capitolo della serie, ma con buona probabilità sarà l’ultimo di Hideo Kojima. Non sappiamo che strada intraprenderà questa leggendaria serie senza il suo creatore originale, quello che sappiamo è che questo quinto capitolo introduce tante novità e contrariamente ai capitoli precedenti che avremmo consigliato solo ai fan della serie, The Phantom Pain è indicato a tutti, ma proprio tutti.

No Lo sconsigliamo a tutti!

Recensione Breve

Utilizzando uno stile discorsivo, segui la seguente scaletta:

1. Motiva perché hai scelto quella valutazione e se vale il suo prezzo attuale
/ Se la valutazione è “Ni”, specifica a quale categoria ti riferisci

2. Principali punti di forza

3. Principali punti a sfavore

4. Ci giocherai ancora tra 6 mesi?

5. Un tuo personalissimo commento