Harebrained Schemes, famosa casa di sviluppo per il brand di Shadowrun, è riuscita a realizzare a due anni di distanza dal suo annuncio un titolo che si distacca completamente da quelli che sono i temi di Shadowrun, non più un RPG stile Cyberpunk, ma una fusione di un rogue-like misto a souls-like. Necropolis, questo il titolo che oggi andremo a recensire, ci ha fatto dannare non poco alternando momenti tranquilli a momenti di pura rabbia.

Una trama comica?!?!

La trama di Necropolis ha diviso l’utenza in due fazioni, da una parte c’è chi l’ha apprezzata, dall’altra chi la ha completamente criticata, visto che la trama non era proprio quella che si aspettavano. Essa risulta comica, buffa e con delle prese in giro a seconda di quello che ci accade, partendo dalla creazione del personaggio fino al più piccolo elemento che andremo ad analizzare. Tutto risulta comico anche nei dialoghi, dove il parlato è susseguito da una serie di suoni gutturali senza il minimo significato. Purtroppo anche se la scelta ci è sembrata divertente, risulta leggermente fastidiosa dopo circa due ore di gioco, portando ad un ciclo ripetitivo di frasi che portano il giocare a perdere qualsiasi interesse nella narrazione e nell’esplorazione del dungeon. Non a caso il nostro interesse nel cercare passaggi segreti o muri su cui ci fossero dei graffiti è calato drasticamente dopo la prima ora di gioco.

necropolis

Due stili un solo titolo

Quello che più ci ha sorpreso di Necropolis è stata l’unione delle due tipologie di gioco che si sono fatte sempre più strada nel cuore dei videogiocatori che amano questo genere. Se da una parte abbiamo il lato rogue-like, con dungeon procedurali e morte permanente senza nessuna possibilità di utilizzare checkpoint o salvataggi, dall’altra parte abbiamo la parte souls-like che riprende in maniera uguale i comandi proposti. Anche in questo caso l’idea di utilizzare i due generi all’interno di un unico titolo ci è sembrata buona, purtroppo però questo sistema tende a perdere fascino se non è supportato da una base solida di luoghi e nemici oltre alle armi.

Sul luogo e sui nemici purtroppo non è stato così, già dopo le prime fasi di gioco essi risultano essere simili tra di loro, iniziando anche a ripetersi con dettagli che non si discostano molto dalle loro versioni precedenti, le armi seppur in quantità maggiore risultano ad certo punto avere la stessa tipologia di attacchi, che porta l’utente ad avere poca scelta; inoltre l’unica differenza sostanziale sarà soltanto nella velocità dell’arma, ma colpi e attacchi speciali risulteranno sempre uguali senza possibilità di andare a modificare la quantità dei danni che esse fanno.

Il sistema di crafting ed i potenziamenti d’altro canto non la fanno da padrone, ad inizio dungeon avremo a disposizione un NPC che ci venderà dei potenziamenti, che non vanno a modificare però in maniera incisiva la partita, potendone fare anche a meno. Il sistema di crafting invece, o alchimia come viene chiamata, risulta essere semplice ed intuitivo, ma avere tutto le ricette degli oggetti ad inizio partita fa perdere leggermente quel piccolo tocco di difficoltà che il titolo ci offre. Ottima, invece, la creazione causale dei dungeon, i quali danno quel giusto grado di sfida, mentre l’intelligenza artificiale dei nemici risulta scarsa con pattern sempre uguali che portano al classico attacca, difendi, attacca.

Multiplayer che passione

Se la campagna single player non ci ha stupito poi molto, quella che invece è risultata essere divertente è la stata la modalità multiplayer, sostanzialmente non cambia nulla da quella single player, se non per il fatto che i giocatori possono farsi dei danni tra di loro e molto spesso durante l’uccisione di gruppi di nemici non sarà un caso che qualcuno del gruppo ci rimanga secco, ed è proprio qui la parte divertente, quando un player muore ognuno del gruppo ha la possibilità di rianimarlo infinite volte finché tutto il gruppo non crepa.

find-your-own-path-to-destruction-in-necropolis_2m7n.1920

La grafica: una questione di stile

Quello che è da apprezzare di questo titolo è la parte grafica, che abbiamo trovato molto simile allo stile di Journey, dove ogni elemento all’interno del titolo viene apprezzato per il suo lato molto artistico, dalle armi e gli scudi ai nemici che risultano dettagliati sotto ogni punto di vista.

Forse se il ripetersi di questi elementi fosse stato più vasto Necropolis avrebbe guadagnato sicuramente qualche punto in più. Anche l’audio ci ha lasciato piacevolmente sorpresi con musiche che rispecchiano i toni di una necropoli. Il suo stile cartonato unito al comparto audio fa una piacevole impressione sotto il lato artistico.

Un’avventura cara e amara

In conclusione Necropolis non ci ha lasciato molto colpiti se non per il lato artistico. I difetti che il titolo propone ed i bug nei quali l’intelligenza artificiale ogni tanto cade ci hanno lasciati con l’amaro in bocca. Il titolo ci è risultato spoglio sotto molti punti di vista, ma chissà che in seguito ad aggiornamenti non possa migliorare

L’aspetto single player non risulta eccellente, ma giocato in compagnia prende una nota diversa. L’acquisto di questo titolo, inoltre, risulta dubbio, oltre che in virtù dei difetti dei quali si accompagna, anche per il suo prezzo un po’ altino al momento, circa 30€.

No Lo sconsigliamo a tutti!

Recensione Breve

Utilizzando uno stile discorsivo, segui la seguente scaletta:

1. Motiva perché hai scelto quella valutazione e se vale il suo prezzo attuale
/ Se la valutazione è “Ni”, specifica a quale categoria ti riferisci

2. Principali punti di forza

3. Principali punti a sfavore

4. Ci giocherai ancora tra 6 mesi?

5. Un tuo personalissimo commento