RIENTRO AL GARDEN DI BALAMB

Il nemico che ci troviamo davanti è fisicamente devastante e i nostri colpi non sembrano scalfirlo più di tanto. La Vedova Nera ci procura ingenti danni con i suoi attacchi, stritolandoci tra le sue “zampe” robotiche. Visto che il danno fisico non sembra poter portarci alla vittoria in questo nuovo scontro, decidiamo allora di ricorrere a quello magico e di affidarci all’ausilio dei Guardian Force, ma nemmeno Ifrit o Shiva riescono a fare tanto.

La svolta arriva però con l’intervento di Quetzal, che con i suoi tuoni riesce a provocare danni ingenti al X-ATM092. È una macchina, e le macchine sono deboli all’elemento tuono. La professoressa Quistis avrebbe potuto infilare questo utilissimo dettaglio tra le mille cose che ci ha detto prima di lanciarci sul campo di battaglia.

L’attacco di Quetzal sembra aver messo fuori uso il mostro, ma, senza investigare oltre, ci allontaniamo immediatamente di corsa da esso per raggiungere il più in fretta possibile la spiaggia e lasciare così Dollet. Raggiunte però le scale nei pressi delle quali in precedenza avevamo incrociato alcuni soldati feriti, ci rendiamo conto che la Vedova Nera non è stata messa fuori gioco, ma solo momentaneamente fuori uso, dall’attacco di Quetzal e che è nuovamente dietro di noi, bramosa di eliminarci.

Adesso conosciamo meglio il nemico, quindi sin da subito ci affidiamo all’ausilio dei GF (Guardian Force) ed in particolare, ovviamente, di Quetzal, traendone vantaggio non indifferente. Riusciamo nuovamente a metterlo fuori uso, e riprendiamo immediatamente la nostra fuga verso la spiaggia.

Arriviamo sul ponte che collega le due aree della città e poi nella piazza dove, precedentemente, io, Zell e Seifer avevamo a lungo atteso di entrare in azione, ma quel robot maledetto riesce a seguirci dappertutto.

Ci lanciamo a capocollo lungo il viale che percorre la città fino alla spiaggia, lo stesso percorso al nostro arrivo, e durante il tragitto anche i componenti della squadra C, sbucati all’improvviso da fuori un locale, si uniscono alla nostra fuga-ritirata dal X-ATM092.

Quando siamo finalmente giunti alla fine del viale, la Vedova Nera sfonda archi e pareti che dalla scalinata sulla spiaggia portano in città e mi lancia letteralmente giù, sulla sabbia.

In lontananza vedo Selphie e Zell aver già raggiunto la nave dove ci sono gli altri SeeD, e, sebbene ne sia felice, devo pensare a me e come cercare di non fare una brutta fine.

La lotta è fuori discussione, da solo non potrei mai riuscire a cavarmela, quindi riprendo a correre al meglio che posso (la sabbia della spiaggia non aiuta affatto in questo) verso la nave dove gli altri, speranzosi, mi attendono. Quando finalmente riesco ad arrivare alla nave, la Vedova Nera è praticamente alle mie spalle, mi ha quasi preso, poi… L’inaspettato.

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Una raffica di colpi di mitragliatrice sparata dalla torretta dell’imbarcazione raggiunge il robot che mi insegue, mettendolo finalmente definitivamente fuori uso. È stata la professoressa Quistis, con una cattiveria e una rabbia che mai le avrei attribuito. Accidenti!

Siamo finalmente in salvo sull’imbarcazione, pronti a tornare nelle amichevoli terre di Balamb, mentre, alle nostre spalle, sulla spiaggia, la Vedova Nera esplode e prende fuoco. Questa volta il suo meccanismo autoriparatore non potrà fare proprio nulla.

Scesi dalla nave al porto di Balamb, troviamo ad “attenderci” Raijin e Fujin. Ovviamente non sono lì per noi, ma solamente per Seifer. Mentre noi ci fermiamo a scambiare due chiacchiere con la professoressa Quistis, che ci comunica che abbiamo il resto della giornata libero, fino all’appuntamento di stasera al Garden di Balamb, il simpatico trio prende il nostro mezzo e va via, lasciandoci di fatto appiedati e costretti a una bella passeggiata per tornare al Garden.

Prima di rimetterci in cammino, facciamo comunque un giro veloce di Balamb, una simpatica e pacifica cittadina costiera, dotata, oltre che del porto che oramai conosciamo bene, di un hotel, un commerciante, una stazione dei treni e qualche casupola; sicuramente molto più piccola di Dollet, ma altrettanto certamente più tranquilla.

Ci mettiamo in marcia e nel giro di una manciata di minuti arriviamo finalmente al Garden di Balamb. Mi separo da Zell e Selphie, con la promessa di rivederci all’appuntamento di stasera come indicatoci dalla professoressa Quistis, e rientro nel Garden. Avrei solo voglia di tornare in camera mia, togliermi questa divisa e stendermi a letto, ma una conversazione nella hall attira la mia attenzione.

Shu, Quistis e il preside Cid stanno parlottando riguardo la missione appena svolta. Pare che dopo il nostro intervento l’esercito di Galbadia si sia ritirato dalla città di Dollet, ponendo però la condizione che la torre di trasmissione venisse lasciata attiva e funzionante.

Mi domando il perché di tanto interesse…

Supero il trio, in direzione dei dormitori, ma sulla mia strada incrocio Seifer.

Seifer: “Te l’hanno detto della torre di trasmissione di Dollet? Se non fosse stato per l’ordine di ritirata, a quest’ora saremmo degli eroi!”

Prima che io abbia il tempo di elaborare una risposta sento dei passi correr dietro di me e una voce femminile urlare.

“Ma quel cervello lo fai funzionare? Ti rendi conto di che hai combinato?”

È la professoressa che strilla parole dure nei confronti di Seifer, mi pare quindi di capire che non abbia apprezzato le decisioni improvvisate prese a Dollet.

Seifer: “Cara maestra, sono parole troppo dure per un ragazzo che si dà da fare! Ma una mediocre istruttrice come te cosa vuol capire?”

Non so, onestamente, se sia peggio il tono irrispettoso della frase, l’appellativo di “maestra” o l’aggettivo “mediocre” utilizzato da Seifer per qualificare il lavoro della professoressa Quistis, ma tanto è bastato a lasciarla senza parole.

In suo soccorso interviene per fortuna l’altra SeeD che abbiamo conosciuto nel corso della missione, Shu.

Shu: “Ehi Seifer, ora stai esagerando! Sei responsabile per esserti allontanato dall’area della squadra B.”
Seifer: “Ma è il comandante che decide la strategia di guerra, o mi sbaglio?”
Shu: “E tu credi di essere un comandante? Non farmi ridere Seifer!” 

Rimango in silenzio di fronte a questo acceso scambio di battute, ma le ultime parole di Shu devono aver colpito nell’orgoglio Seifer, che è rimasto a capo chino e in silenzio.

Zittito Seifer, Shu si volta e richiama l’attenzione del preside Cid, che ci raggiunge. Parlotta un po’ con Quistis, che poi lo saluta e si allontana, per poi rivolgersi direttamente al mio caposquadra appena colpito nell’orgoglio.

Preside Cid: “Seifer! Sarai punito per la condotta poco responsabile che hai tenuto! Le missioni si portano avanti rispettando rigorosamente gli ordini! Ciò non vuol dire che io non capisca quello che hai fatto. Non voglio fare di voi delle semplici macchine da guerra. Non voglio soldati che eseguano ciecamente gli ordini. Io…”

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Il discorso del preside Cid viene interrotto dalla comparsa di una figura alle nostre spalle, vestita come gli insegnati del Garden, come coloro che stavano davanti la caverna di fuoco quando ci sono andato con la professoressa Quistis, ma dai toni cupi e decisi, quasi inappellabili.

“Preside Cid, sarà meglio che lei torni in presidenza.”

Il Preside interrompe la sua paternale a Seifer e va via, promettendoci che ne avremmo riparlato.

Il preside Cid è una persona buona e gentile, ma in quanto preside dovrebbe essere la massima autorità qui dentro, no? Chi diavolo era quella persona e come fa ad avere un tale potere sul nostro preside…?