Con l’arrivo dell’autunno i portafogli di tantissimi videogiocatori nel mondo piangono, i titoli da acquistare ce li tirano quasi dietro…
Bene, lo diciamo subito chiaro e tondo, sia che siate fan della saga o meno, Unity è sicuramente un titolo per il quale vale la pena la spesa, il perchè lo capirete leggendo qui sotto.
Partiamo dicendovi, in tutta sincerità, che sebbene le vicende di Arno Dorian vivano il periodo storico della rivoluzione francese, questo nuovo capitolo della saga non rappresenta la vera e propria rivoluzione del brand che tanti si aspettavano (se sia un bene o un male lo lasciamo decidere a voi).

AGIAMO NELL’OMBRA PER SERVIRE LA LUCE

Parigi, 1789. La Rivoluzione francese ha trasformato una città, un tempo sontuosa e magnifica, in un luogo di terrore e caos, in cui le strade sono intrise del sangue di chi ha osato ribellarsi a un’aristocrazia oppressiva. Mentre il paese si divide, un giovane di nome Arno intraprenderà un viaggio straordinario per svelare le vere forze che si celano dietro la Rivoluzione. La sua missione lo porterà nel bel mezzo di una spietata lotta per il destino di una nazione, trasformandolo in un Maestro Assassino.

L’analisi del gioco parte dal suo protagonista. Negli anni, inutile negarlo, gli assassini dei quali abbiamo vestito i panni sono andati via via perdendo carisma. Da Altair, il primo, rappresentante la leggenda, ad Ezio, quello che nell’immaginario comune di noi italiani è “L’Assassino” per eccellenza… Arrivando poi allo sciatto Ratonhnhaké:ton, al secolo Connor Kenwway, additato da molti come il peggior assassino di sempre e avendo come ultimo protagonista dei capitoli principali il buon Edward Kenway, personaggio molto più riuscito del nipote Connor, ma che di “assassino” aveva ben poco.

Arno Dorian, del quale, dopo una breve introduzione relativa alla sua infanzia, rivivremo le vicende dal momento della sua iniziazione ad assassino, risolleva le sorti della stirpe dei protagonisti di Assassin’s Creed, collocandosi nella nostra personalissima “scala di figaggine” appena un gradino sotto al nostro Ezio Auditore (si, siamo di parte!). Arno è un personaggio assai apprezzabile, ironico, simpatico e spigliato come non accadeva oramai da svariati capitoli, non riuscendo tuttavia a compiere il salto di qualità necessario ad essere il migliore.

Oltre alla figura del nuovo assassino Arno Dorian, a catturare l’attenzione del mondo videoludico è stata da subito l’ambientazione parigina di fine 700. La capitale francese, meravigliosa e bellissima nel pieno fervore della rivoluzione, contribuirà non poco a rendere indimenticabile questa nuova avventura firmata Ubisoft. Le strade della città sono vive come non mai, piene di diatribe tra rivoluzionari e conservatori, gente in protesta, gente che si azzuffa, che brucia bandiere o appicca piccoli incendi, gente indaffarata a svolgere qualche attività fortemente correlata all’ambiente circostante e contestualizzata al meglio in una città in piena protesta, nonchè altri elementi e comportamenti “vivi” (ci è capitato, ad esempio, che inseguendo un ladro in mezzo alla folla un signore che stava poggiato ad un muro a fumare allungasse il suo bastone per sgambettare il ladro, aiutandoci quindi ad acciuffarlo).  Tutto, in questa splendida Parigi, servirà a far calare ancora di più il giocatore nell’universo di gioco, avvolgendolo totalmente, grazie anche allo splendido lavoro grafico fatto laddove in passato la stessa saga aveva peccato.
Se la rivoluzione francese è un periodo storico che amate e siete bramosi di viverlo in prima persone però frenate gli entusiasmi, suddetta rivoluzione fungerà solo da sfondo alla narrazione delle vicende degli assassini, segnando quindi un evidente solco (che noi apprezziamo non poco) rispetto a quanto fatto nel terzo capitolo quando le vicende della rivoluzione americana si accavallavano invasivamente ad una non proprio liscia narrazione delle vicende della setta degli assassini.

La cura dei dettagli di Ubisoft la si rispecchia tanto nella riproduzione degli edifici della città quanto nella realizzazione dei più piccoli aspetti grafici del gioco; gli ambienti interni degli edifici sono infatti molto dettagliati e curati, anche nelle fasi maggiormente concitate della lotta o della fuga (saranno infatti presenti molti “tagli” tra una fila di palazzi e un’altra, che ci permetteranno di attraversarli, con evidenti vantaggi al gameplay). Anche il sistema di ombre e luci presente nel gioco, al pari della complessità e consistenza poligonale delle strutture che ci circondano, contribuirà alla meravigliosa resa grafica del titolo (che, nonostante tutto, appare peggiore rispetto a quella mostrata nei primi, clamorosi, trailer del titolo).

NULLA È REALE TUTTO È LECITO

Parlando di gameplay, Unity sicuramente porta con se una sferzata di novità non indifferenti.
Il sistema di corsa è stato migliorato, aggiungendo alla classica combo “due tasti” per correre e scalare, un terzo tasto che permetterà di saltare a pie pari piccoli ostacoli evitando cosi le animazioni superflue che troppo spesso nei capitoli precedenti rallentavano la nostra corsa. Modificati anche i controlli in fase di “scalata” distinti ora in “scalata in alto”, per arrampicarci, e “scalata in basso” per scendere giù da punti alti senza rovinare malamente giù. I movimenti di Arno, anche se all’inizio appariranno strani a chi è abituato alle meccaniche di movimento degli assassini della saga, alla lunga finiranno per dimostrarsi buone e renderanno i movimenti del protagonista più “umani” rispetto a quanto visto in passato.

Anche i combattimenti, dopo anni di critiche relative al farsi avanti uno alla volta e con garbo dei nemici, sono stati migliorati. I nemici adesso attaccheranno anche contemporaneamente costringendoci a trovare il tempismo giusto per parare i colpi di quelli più deboli e schivare invece quelli dei nemici corazzati dotati di armi pesanti; il tutto molto somigliante alle meccaniche di combattimento viste in Batman, anche se qui qualitativamente minore, soprattutto in virtù della telecamera che non è il massimo. Inoltre Arno potrà parzialmente interagire con gli ambienti circosanti, dandosi, ad esempio, lo slancio contro un muro per colpire con maggiore forza il nemico che ci sta davanti.
Altro elemento che caratterizza questo capitolo è la componente stealth, che grazie anche alla possibilità di accovacciarci o appiattirci contro il muro, garantisce una buona dose di meccaniche ancora sconosciute alla saga di Assassin’s Creed.

Purtroppo le innovazioni appena elencate cozzano spesso con una intelligenza artificiale ancora un po’ troppo “easy”, soprattutto all’interno degli ambienti chiusi del gioco relativi alle “innovative” missioni di infiltrazione, che vi metterà davanti, ad esempio: a guardie che non batteranno quasi mai ciglio vedendo una folla urlante scappare per le vie della città spaventata da chissà cosa, a desistere dall’inseguirvi quando in ambienti chiusi passerete da un piano all’altro, a rimanere impassibili mentre accoltellate un’altra guardia a qualche metro da loro facendo anche un discreto casino.
Se a ciò aggiungete che una volta sbloccati i primi potenziamenti di Arno potrete risolvere i combattimenti più ostici con una bella bomba fumogena e tanti saluti a parate e combattimenti tattici si evince come sotto il profilo del miglioramento dell’IA Ubisoft avrebbe potuto fare di più, magari premiando maggiormente i frutti di un approccio più “consono” alla missione, o al credo.

Parlando di innovazione come non citare la possibilità di personalizzare l’armamentario di Arno, con ogni elemento, che sia vestiario o arma, dotato di una resa grafica notevole.
La possibilità di personalizzazione del nostro protagonista saranno strettamente dipendenti dalla disponibilità che avremo di:

  • Denaro, ottenuto dalle missioni principali e dai vari tipi di scrigni – Ci permetterà di acquistare vari gadget come vestiti, armi di ogni genere e protezioni ed armature per le varie parti del corpo
  • Punti Credo, ottenuti in virtù di particolari uccisioni e mosse – Ci permetteranno di potenziare armi e armature possedute
  • Punti Sincronizzazione, ottenuti al completamento delle missioni – Ci garantiranno la possibilità di sbloccare nuove abilità per il nostro assassino
  • Crediti Helix, acquistabili anche e soprattutto con soldi veri – Particolare tipologia di crediti a pagamento che permette di “scavalcare” il sistema di potenziamenti per ottenere subito l’equipaggiamento

Nello specifico, le possibilità di personalizzazione riguarderanno, oltre alle armi e agli accessori da usare in battaglia, i completi da fare indossare al nostro protagonista, divisi in: testa, petto, avambracci, vita e gambe, ognuno dei quali conferente abilità particolari relativamente a capacità specifiche come abilità corpo a corpo, salute, furtività ed efficacia a distanza. Sarà inoltre possibile cambiare il colore delle nostre vesti e sarà anche disponibile la possibilità di indossare particolari completi speciali tra i quali figurano anche quelli dei maestri assassini protagonisti dei capitoli precedenti.

Trama principale? No grazie… Ho da fare

Un elemento che sicuramente differenzia Unity da tutti i suoi predecessori è la quantità di cose da fare (a volte eccessivamente disarmnante) al di fuori della trama principale, e soprattutto la loro varietà. Un elemento che inoltre risulta innovativo rispetto ai precedenti capitoli e il sistema causa-effetto di alcuni eventi di gioco, se farete una determinata cosa in una missione, in quelle più avanti avrete a disposizione un elemento di gioco utile a portare a termine la missione in un modo piuttosto che in un altro, garantendovi svariate possibilità di approccio per completare le varie missioni. Numerose e piacevoli da portare a termine le missioni secondarie in giro per la città che ci metteranno di fronte numerosi personaggi più o meno famosi del tempo, le “Storie di Parigi”, varie e divertenti, ci permetteranno di approfondire il contesto storico ed i personaggi con i quali ci rapportiamo.
Potrà inoltre capitare che per sfuggire agli agenti Abstergo vi troviate a dovervi muovere in fratture temporali, luoghi uguali ma diversi negli anni da quelli in cui si sviluppa la vostra avventura, come potete vedere dalle immagini qui sotto, in cui ci troviamo sempre a Parigi, ma sbalzati in avanti nel tempo di 100 anni, in tempo per assistere all’inaugurazione della Tour Eiffel, in piena Belle Epoque.

Come non citare poi “Gli Enigmi di Nostradamus”, che, una volta portati a termine (se ne avete l’abilità e la pazienza) vi premieranno con un’armatura di un maestro assassino francese. Passando per le “Missioni Furto” giocabili in coppia al fine di recuperare specifici oggetti e gli eventi folla casuali tra le strade della città parigina e praticamente infiniti, concludiamo col parlare del “Caffè Theatre”, l’attività secondaria (che termine infame) più ampia e a primo impatto disarmante di questo nuovo capitolo della saga.
Un elemento che nasce dal concetto di nascita e sviluppo delle attività tanto caro a chi ha vissuto le vicende di Ezio Auditore in quel di Monteriggioni, il Caffè Theatre ci permetterà di ristrutturare locali e attività di Parigi, che a loro volta ci daranno accesso a nuove missioni ed attività di vario genere, che ci garantiranno ulteriori guadagni necessari per poter acquistare i potenziamenti di Arno. A ciò aggiungete che il Caffe vi darà la possibilità di legarvi ad un “club”, con amici o altri utenti, o anche di crearne uno. Ogni club poi vi offrirà a sua volta una serie di missioni ed obiettivi da conseguire, rendendo le attività disponibili in questo nuovo capitolo ancora più varie, quasi dispersive a volte.
La possibilità, inoltre, di attivare contemporaneamente più missioni secondarie (di vario tipo)è sicuramente un elemento di gioco assai positivo che permette di combinare facilmente le lunghe fasi di esplorazione alla ricerca di collezionabili, punti d’osservazione e scrigni ad attività più interessanti e movimentate come quelle offerte dalle missioni.

Il multiplayer

Oltre ad una modalità in single player davvero bella e coinvolgente, questo nuovo capitolo della saga ci garantirà la possibilità di unirci ai nostri amici online per esplorare insieme a loro la meravigliosa città di Parigi negli anni della rivoluzione francese. Girando per la città potremo portare a termine numerose attività, oltre che specifiche missioni, realizzate appositamente per la modalità coop ed ambientate in un contesto temporale parallelo a quello del single player.
Ogni giocatore online avrà accesso all’intero equipaggiamento ottenuto nel corso della modalità single player, potendo cosi personalizzare al meglio il proprio assassino, cosi come ogni giocatore online avrà diritto a fruttare al meglio le abilità speciali che ha acquisito nel corso della campagna principale e che, per portare al termine nel migliore dei modi ogni singola missione, dovranno essere sfruttate al meglio, coordinandosi con abilità ed attività dei propri amici/confratelli online.
La componente online si apprezza maggiormente, lo diciamo con semplicità estrema, giocando in squadra con amici; altrimenti la missione si riconduce al vedere a schermo assassini che saltellano qua e la e ammazzano gente nel tentativo di portare a termine la missione come se non avessero nessuno ad aiutarli, creando confusione tra la folla e rendendo i nostri spostamenti fastidiosi e problematici. Riscontrato anche qualche problemino di lag ed alcuni bug che renderanno i nemici totalmente indifferenti agli altri elementi del nostro party. L’online è quindi ancora un po’ acerbo e non pienamente apprezzabile, ma siamo fiduciosi che Ubisoft si metterà al più presto all’opera per rendere altamente godibile anche questa esperienza.

Le missioni presenti nella modalità cooperativa sono totalmente rigiocabili grazie alla creazione di nemici casuali, percorsi alternativi e opzioni tattiche diverse che garantiranno nuove sfide, nuovi incontri e nuove ricompense, contribuendo quindi ad incrementare la già buona longevità del trama principale del titolo che si assesta intorno alle 15 ore che tendono a raddoppiare se avete l’ardire di dedicarvi al totale completamento delle attività extra disponibili in questo nuovo capitolo.

Le dolenti note

Anche un gioco bellissimo come Unity però ha le sue pecche, che lo rendono “umano”.
Partendo dalla consistenza di alcuni elementi dello scenario, passando per la realizzazione grafica dell’acqua che è forse inferiore a quella di Black Flag ed arrivando a dei controlli innovati che si, risultano maggiormente utili nella stragrande maggioranza delle fasi di gioco, ma che, in alcuni frangenti, risultano tediosi e frustranti, rendendo i movimenti del protagonista molto meno naturali e sciolti di quello che ci sarebbe piaciuto vedere. Se a ciò aggiungete alcuni bug, anche divertenti se volete, ma evitabilissimi, e cali di framerate evidenti come all’interno della cattedrale di Notre Dame, quando si devono gestire troppi effetti di luce complessi o quando ci sono migliaia di persone su schermo, si capisce come il lavoro fatto dai ragazzi di Ubisoft Montreal sia magistrale, ma non del tutto magnifico come gli amanti di questo brand pretendevano.