IL DIFFICILE MESTIERE DELL’INSEGNANTE

Dopo essere stato letteralmente piantato in asso in pista da una ragazza della quale non conosco nemmeno il nome, mi sono mestamente allontanato dalla sala da ballo, cercando un nuovo angolo di pace. Sono uscito fuori dalla sala, sulla balconata, a godermi il panorama di questa notte stellata.

Le possibilità di stare da solo, però, pare non mi siano più concesse da qualche tempo a questa parte e così ben presto sento il rumore dei tacchi di una donna venire da dietro le mie spalle. Non mi giro nemmeno, non ho voglia di socializzare, e continuo a guardare l’orizzonte,

Sei davvero uno studente modello. E balli anche bene!”

Riconosco la voce della professoressa Quistis, ma non sono dell’umore di conversare, mi limito ad annuire e ringraziare e mi eclisso nuovamente nel mio silenzio con lo sguardo perso nel vuoto.

Dopo qualche attimo di incertezza, Quistis mi rivolge di nuovo la parola:

Quistis: “Balli con una sconosciuta, ma non ti va di stare con me?”
Squall: “No, scusa. Ma tu sei un’insegnante e io un tuo studente. Mi imbarazza che stai qua senza dire niente.”
Q: “Hai ragione, anche io sono fatta così. Oh, per poco mi dimenticavo! Chissà cosa mi prende… Ero venuta per i nuovi ordini. Io e te dobbiamo andare alla ‘Zona segreta’. È dove gli studenti si incontrano di nascosto dopo il coprifuoco. Si trova al di là del centro addestramento.”
S: “Cosa ci andiamo a fare? Non andremo mica a dirgli di rispettare il coprifuoco? Se è così, che ci pensi il comitato di disciplina.”
Q: “Cambiati e vieni all’entrata del centro addestramento. Questo è il mio ultimo ordine”

Lascio Quistis sulla balconata e mi incammino verso camera mia, rientrando nella sala cerco nuovamente la ragazza di prima, ma nulla, sparita. Cammino pensieroso lungo i corridoi desolati e silenziosi del Garden, facendo le più svariate congetture sull’identità di quella ragazza, ma, giunto in camera, rimango comunque con solamente tanti dubbi in merito e nessuna certezza.

Mi svesto dell’uniforme SeeD e torno a mettere e, dopo aver rimesso, finalmente, i miei classici abiti, mi incammino verso il luogo dell’appuntamento con Quistis. Ancora nessuno in giro, saranno tutti a divertirsi alla festa. Raggiunto finalmente l’ingresso del centro addestramento, trovo Quistis con le spalle poggiate al muro ad attendermi.

Quistis: “Allora, Squall, hai già combattuto con l’Archeosaurus nel centro addestramento?”

archeosaurus final fantasy 8

Bene, quindi è così che stanno le cose, sono passato nel giro di pochi minuti dal ballare con una sconosciuta a dare la caccia a un dinosauro gigante. Non l’ho mai affrontato, anche se ne ho sentito molto parlare. So che sia debole alle alterazione di stato, come la magia Morfeo che induce al sonno, e anche Quistis me lo conferma. Prepariamo tutto l’occorrente e ci apprestiamo a dare la caccia a questo bestione.

Giriamo un po’ per il centro di addestramento, mi lascio guidare da Quistis in questo frangente, e, mettendo k.o. Un nemico dopo l’altro, arriviamo quasi all’area dove gli studenti si riuniscono dopo il coprifuoco, ma ecco a sbarrarci la strada l’Archeosaurus in tutta la sua maestosità. Il combattimento, con mia somma delusione, è parecchio più semplice di quanto potessi aspettarmi, dato che la magia Morfeo riesce a rendere assolutamente innocuo il mostro che dopo qualche colpo di Gunblade e qualche frustata ben assestata da parte di Quistis va alla fine giù senza troppi patemi… Peccato!

Alla fine raggiungiamo l’area segreta, dove troviamo delle coppie di ragazzi che chiacchierano e che alla vista della professoressa si straniscono non poco, ma Quistis non sembra rivolgere a loro la propria attenzione, sospira e pare essere nostalgica.

Quistis: “Quanto tempo che non vengo qui!

Si avvicina alla balconata dalla quale è possibile vedere il Garden nella sua maestosità, e, poggiando le braccia sul muretto, rimane in assoluto silenzio. Io dal canto mio faccio altrettanto, mettendomi di fianco a lei. Dopo qualche istante di religioso silenzio, finalmente, la sua voce spezza nuovamente la quiete imbarazzante.

Quistis: “Che ore sono?”

La guardo un po’ stranito e dopo un attimo di esitazione le comunico che è passata la mezzanotte. Lei rimane qualche secondo in silenzio e poi, dopo aver tirato un lungo sospiro, prende la parola.

Quistis: “Io, Quistis Trepe, mi dimetto da oggi dall’incarico di insegnante! Adesso sono un SeeD come te e forse lavoreremo anche insieme.”

Io rimango in silenzio a fissare lei che fissa me, come ad attendersi una mia reazione, o un commento, non so davvero cosa si aspettasse. Non vado oltre un freddissimo “Ah, sì?” e riconosco nei suoi occhi la delusione per una mia così distaccata reazione.

Quistis: “Tutto qua?”
Squall: “Mah, se hai deciso così, che altro ci posso fare io?”
Q: “Dicono che sono un’insegnate fallita e che non ho abbastanza polso. Sono diventata SeeD a 15 anni, insegnate a 17. E non è passato nemmeno un anno da allora. Cosa ho sbagliato? Ho sempre fatto del mio meglio…”

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Un monologo di una ragazza in crisi, proprio quello che mi ci voleva. Giro gli occhi, provo a distrarmi, non voglio sembrare scortese, ma non ho nulla da commentare sul suo discorso e certo non sono qui per dirle che è una brava insegnate e dovrebbe ripensarci. Pensavo fossimo qui per combattere, non per questa romanticherie.

Quistis: “Ehi, mi stai ascoltando?”
Squall: “Non hai ancora finito? Odio questi discorsi. Per quanto la gente mi parli della propria tristezza, che posso farci io?”
Q: “non voglio che tu faccia qualcosa. Mi basterebbe essere ascoltata quando parlo.”
S: “Perché non parli col muro, allora?”
Q: “Non ti viene mai voglia di parlare con qualcuno dei tuoi problemi?”
S: “Ognuno deve pensare ai propri problemi da solo. Io non voglio portare il fardello degli altri.”

Così dicendo mi lascio Quistis alle spalle e mi allontano dalla “Zona segreta” del centro addestramento. Mentre siamo sulla strada del ritorno, io e Quistis udiamo le urla di una ragazza che pare essere in pericolo e in fretta e furia ci accingiamo a soccorrerla. Seguendo la direzione di provenienza delle urla raggiungiamo la ragazza in pericolo che, guarda caso, è la stessa che mi era venuta a trovare in infermeria dopo lo scontro con Seifer e che per un attimo ho creduto fosse un’allucinazione.

La ragazza è stata attaccata da un gruppo di mostri, sicuramente pericolosissimi per dei comuni civili, ma dei quali io e Quistis ci sbarazziamo velocemente grazie all’ausilio di Ifrit e Shiva. Al termine della battaglia non abbiamo il tempo di avvicinarci per soccorrerla che veniamo anticipati da due individui in divisa bianca che prestano soccorso alla ragazza e la portano fuori dal centro addestramento, un luogo sicuramente pericoloso e inadeguato a lei, che già di per se mi sembrava abbastanza debole.

Rivolgo il mio sguardo a Quistis, per capire se magari potesse darmi qualche informazione in più al riguardo, ma la vedo dubbiosa tanto quanto me. Chi era quella ragazza? E chi erano quegli uomini in divisa bianca?