Manca davvero poco all’uscita di Tom Clancy’s Rainbow Six: Siege, FPS tattico di casa Ubisoft, prevista per il 1 dicembre su PC, PS4 ed Xbox One.

Il titolo, che abbiamo avuto modo di provare tramite la fase Beta e con alcuni hands-on alle fiere, rivoluzionerà il genere dei vecchi Tom Clancy a cui eravamo abituati, avvicinandosi sempre di più ai canoni che governano il mercato videoludico moderno.
Bisogna comunque sottolineare che questa “rivoluzione” non deve essere identificata come un malus per il brand, anzi, il gioco potrebbe sorprendere ed appassionare anche i più nostalgici.

UBISOFT CI ASCOLTA

Una volta acquistato un titolo, o dopo averlo provato grazie ad una demo, spesso iniziamo a riflettere su cosa si poteva migliorare, “criticando” l’operato della casa di sviluppo che, nonostante spenda milioni e milioni, produce un prodotto che non sempre ci aggrada.

Per far si che ciò non accada (ma tanto purtroppo il criticone ci sarà sempre, ndr) Ubisoft ha deciso di dare ampio spazio ai feedback degli utenti, posticipando addirittura la messa sul mercato del gioco, precedentemente prevista per il 13 ottobre.
Il ritardo nell’uscita, infatti, è stato prontamente giustificato dal team di sviluppo, il quale ha dichiarato che era necessario compiere alcuni aggiustamenti lato gamemplay, come migliorare l’esperienza co-op, calibrare le armi ed i gadget e ritoccare i menù e l’interfaccia.

Un punto sicuramente a favore di questo FPS di casa Ubisoft, anche se solo una volta acquistato il titolo ci potremo rendere conto se la nostra voce è stata ascoltata o meno.

GIOCHIAMO A GUARDIE E LADRI?

L’idea base di Tom Clancy’s Rainbow Six: Siege ricorda molto quella di guardie e ladri, gioco che, quando eravamo bambini, ci ha portato via un sacco di ore al parco o sotto casa con i nostri amici.

La partita, infatti, vedrà sempre 2 squadre, composte da 5 giocatori ciascuna, che si sfideranno in diverse modalità al meglio di 3 round. Ogni round sarà caratterizzato da un team che attacca e uno che, invece, dovrà difendersi dalle incursioni nemiche. Per far ciò, i difensori avranno a disposizione diversi elementi con cui bloccare e rallentare il passaggio agli avversari, come filo spinato, coperture sulle finestre e sulle porte, barriere anti C4 posizionabili sui muri e molto altro ancora che potrà essere utilizzato e piazzato sia durante lo scontro, ma sopratutto nella fase di preparazione del match. D’altro canto, la squadra che attacca, in questa fase di organizzazione potrà utlizzare delle microcamere mobili, tramite le quali avrà la possibilità di scovare gli obiettivi, i rapitori e le loro eventuali trappole, al fine di scegliere il punto migliore da cui iniziare l’incursione.

Le modalità che abbiamo avuto modo di provare sono state due. Nella prima dovevamo salvare degli ostaggi tenuti prigionieri dalla squadra nemica, mentre la seconda vedeva il nostro team alle prese con una ventina di bot nemici da eliminare, al fine di completare la missione. La difficoltà di questi ultimi può essere selezionata prima di entrare in partita, ma grazie a un’ottima intelligenza artificiale, la componente sfida sarà presente anche a difficoltà minori.

STRATEGIA E TATTICA, ARMI VINCENTI

Come per Tom Clancy’s The Division (titolo di Ubisoft in uscita nel 2016, ndr) la casa produttrice ha deciso di dare molta importanza alla strategia e alla tattica. Giocare con i propri amici, infatti, oltre ad essere molto piacevole e divertente, sarà decisamente più facile, poichè tramite la chat vocale, avremo la possibilità di gestire al meglio i movimenti dei membri della nostra squadra. Mentre il nostro compagno salirà delle scale e lancerà una stordente, noi potremo irrompere dalla finestra ed eliminare i nemici nella stanza. E’ tutta una questione di organizzazione e tempismo, appunto, che rende l’esperienza di gioco molto dinamica e frenetica.

Inoltre, avremo la possibilità di scegliere e modificare il nostro equipaggiamento, a seconda del ruolo che vogliamo ricoprire all’interno del team. Ogni giocatore potrà scegliere un’unità di forze speciali da utilizzare, ritoccando l’arma principale, la secondaria, le granate tattiche e gli accessori.

Ad aumentare il tatticismo e la realtà del titolo, Ubisoft ha deciso che quasi il 100% dell’ambiente di gioco sarà distruttibile. Sparando, ad esempio, attraverso una copertura di legno o un muro di cartongesso, potremo creare dei fori dai quali potremo osservare i movimenti dei nemici, controllare se una stanza è libera e sicura o sparare nuovamente ai membri del team avversario. Tramite il C4 saremo in grado di aprire delle vere e proprie voragini sui muri o sui pavimenti, al fine di irrompere lateralmente o da una posizione elevata e prendere in contropiede il team che difende.

SOLO MULTIPLAYER?

Tom Clancy’s Rainbow Six: Siege è il classico gioco always online, poichè è incentrato prevalentemente sul multiplayer e non presenta alcuna campagna singleplayer. Se volessimo, però, giocare in singolo, avremo la possibilità di usufruire di una modalità chiamata Situations.

Quest’ultima può essere definita quasi come un tutorial vero e proprio, tramite il quale potremo, appunto, imparare i vari comandi di gioco e annientare l’IA nemica, ricevendo consigli e delucidazioni sulle feature inerenti al comparto strategico del gioco.

COMMENTO DELL’AUTORE

Rainbow Six: Siege si presenta come un titolo molto promettente, piacevole da giocare con gli amici, frenetico e dinamico come un FPS tattico deve essere. L’esperienza di gioco, per quello che abbiamo avuto modo di provare, è ottima, così come il livello di sfida.

Avere un ambiente completamente distruttibile è un valore aggiunto al titolo, regalando al giocatore un realismo che manca ancora a molti FPS presenti oggi sul mercato. La strategia è l’arma principale e vincere una partita grazie a una nostra tattica sarà ancora più piacevole.

Non ci resta quindi che aspettare l’uscita ufficiale del gioco, per goderci al meglio il notevole prodotto di casa Ubisoft.