Meglio gli effetti speciali oppure una giocabilità infinita nel tempo?

Ogni volta che esce sul mercato un nuovo titolo che si prospetta essere da urlo, ecco che ci troviamo di fronte al solito atavico problema: grafica o gameplay? Tale scelta, vera e propria presa di posizione a favore di uno dei due titani dell’intrattenimento impegnati in un eterno duello, non può non assillarci visto che da appassionati sappiamo bene come non sia quasi mai possibile parteggiare per entrambi. Nella storia dei videogiochi pochi capolavori degni di questo nome sono infatti riusciti a calibrare sapientemente gli effetti speciali più realistici a una giocabilità quasi infinita nel tempo. Se proprio fossimo costretti a sbilanciarci e a farvi un nome sarebbe The Witcher 3: Wild Hunt. Questo gioco open world dalla grafica pazzesca dispone di talmente tanti contenuti che non basterebbe una vita per annoiarsi! I nostalgici degli RPG della famiglia delle console ormai definibili retrò siamo sicuri vi menzionerebbero invece Final Fantasy VII e possiamo in un certo senso capirli: la sua uscita ha segnato la fine dei “videogiochi pixellosi” e ha inaugurato l’era di quelli in cui sono presenti curati lungometraggi indispensabili per accompagnare plot ben realizzati. Ma non facciamoci ingannare perché gli epic fails sono purtroppo dietro l’angolo. Prendete ad esempio Anthem, salito alla ribalta della cronaca per i tantissimi bug & freeze presenti nella sua versione da PC, che ha deluso le aspettative a causa di un gameplay abbastanza fluido ma non eccelso. Le critiche che si sono levate da più parti hanno però risparmiato il comporto grafico che è generalmente stato apprezzato. Un giudizio diametralmente opposto è quello dato invece a un titolo come Animal Crossing: New Horizons, videogame di simulazione bellissimo in termini di giocabilità, meno interessante a livello scenico a causa dell’impiego di linee troppo morbide che lo rendono palesemente irreale.

Gaming: un fenomeno sempre più pervasivo

Al di là della diatriba che stiamo portando alla vostra attenzione, una cosa è certa: il gaming sta divenendo un fenomeno sempre più pervasivo, interessante non solo la sfera ludica tout court ma anche quella di realtà aziendali che decidono di puntare sulla gamification per evangelizzare i clienti di domani. Siccome a noi interessa l’ambito legato al puro entertainment, non ci addentreremo “nelle scelte di impresa” ma vi parleremo di come i passatempi online siano ovunque sulla rete e siano progettati per venire incontro alle esigenze di qualsiasi navigante. 

Oltre ai più recenti e innovativi MMORPG free to play facilmente fruibili tramite pochi click, non possono certo mancare nuovi giochi da casinò 2020 sempre più personalizzati e con un clic per soddisfare i desideri di una nicchia interessata a diventare il protagonista dell’hobby scelto. Sul world wide web infine è possibile anche riscoprire vecchi videogiochi che hanno lasciato il segno come Age of Empires. La rete dunque sta contribuendo a diffondere la passione videoludica in ogni dove e noi non possiamo che esserne contenti.

Ma alla fine chi è il vincitore?

Tra grafica e gameplay per noi non può che vincere sempre e solo la giocabilità. Saremo di parte, visto che veniamo dalla scuola 8 bit e siamo stati abituati a giudicare un titolo non tanto e non solo per l’accurato riflesso della luce su di una pozzanghera quanto per le emozioni legate all’esperienza di intrattenimento, ma un videogioco diviene immortale quando risulta ricco di contenuti che non stancano mai. Se dopo anni si desidera prendere in mano quel game, allora non c’è grafica che tenga.