Nonostante una breve introduzione in ogni numero, devo dire che è da un po’ che non faccio commenti assurdi riguardo il lavoro che mi ha “permesso” di iniziare questa particolare rubrica. In realtà questo numero sarebbe una sorta di Cronache videoludiche notturne 2 (la vendemmia), siccome è da diverso tempo che riporto quello che mi è accaduto l’anno scorso e non di recente, quindi sto rimettendo mano all’editor di scrittura a partire da questo numero, in diretta mondiale.

Cronache 6

Dal 2015 ad oggi la situazione non è cambiata molto, dato che il lavoro notturno mi vede ancora intento a consegnare rotoli di carta igienica ai più sprovveduti, a consegnare chiavi doppie e dare bottiglie d’acqua a tizi alle tre di notte. Quello che è cambiato invece, è l’occupare il tempo morto della sera/notte con il tablet e i giochi Android, infatti – nonostante lo porti sempre con me – non ho più avuto occasione o voglia di giocarci. Anche perché in realtà quest’anno ho un doppio turno il mercoledì, che copre le 15-20 e le 20-08 del giorno successivo, quindi non c’è nemmeno questa gran lucidità di giocare.

Di contro, continuo a giocare ai titoli PS3 a casa, ed ecco del perché oggi parlerò di Metal Gear Solid: Peace Walker HD Edition, acquistato in formato digitale insieme a Ground Zeroes, in un tempo remoto di sconti PS Store. Inoltre ho ancora un paio di titoli Android cestinati, che potrei sfruttare nei prossimi numeri, così come diversi titoli PS3 conclusi. Vediamo cosa ne uscirà fuori in futuro.

Metal Gear Solid: Peace Walker #6

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Ammetto subito che, come in ogni altro gioco, mi perdo nel gameplay, e spesso e volentieri perdo completamente il filo logico della trama. Se si aggiunge che Metal Gear Solid 3 l’ho giocato in inglese su PS2, si comprende che ho un certo vuoto di memoria riguardo la missione originale di Big Boss. Senza contare che sto giocando Peace Walker HD in questo momento, quando è ormai uscito nel 2012. Salterei volentieri la discussione sulla trama, per i problemi sopra esposti, e passerei direttamente a come mi è sembrato il gioco nel suo complesso, anche in considerazione del fatto che proviene da un titolo PSP, con le dovute limitazioni del caso.

A livello di gameplay non mi sembra ci sia grande differenza con quello già visto nei precedenti capitoli, fatta eccezione per alcune armi ed equipaggiamenti che nascono proprio da Peace Walker, per poi essere riportate in Ground Zeroes e The Phantom Pain, tra cui il pallone Fulton, utilizzato per prelevare soldati e prigionieri e mandarli alla Mother Base.

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Durante il tutorial iniziale, ho avuto modo di notare alcune differenze nei movimenti del personaggio. Il primo riguarda l’appoggiarsi alle pareti, visto che non è possibile strisciare lungo i muri per raggiungere un’estremità all’altra (la ragione mi è ignota), ma una volta spalle al muro è possibile solo bussare sulla parete per attirare l’attenzione del nemico. Per me resta una strana decisione, perché anche in Metal Gear Solid 1 l’azione era consentita, eccetto quando si era inginocchiati.

L’altro movimento eliminato è lo strisciare a terra, sostituito col fingersi morti, che aumenta semplicemente il livello di mimetizzazione. Senza questa possibilità mi sembra anche più difficile avvicinarsi di soppiatto ai nemici, perché correre accovacciati genera comunque eccessivo rumore, quindi bisogna camminare lentamente.

Passando alle novità, dal lato CQC (Close Quarters Combat) ho apprezzato le stesse meccaniche usate in Metal Gear Solid 4 e in Metal Gear Online, anche odiando a morte quell’inutile calcetto finale, e soprattutto la possibilità di concatenare più abbattimenti, in caso ci siano due o più nemici. Interessante anche l’idea della Mother Base, in particolare perché aggiunge una nota di gestionalità al titolo, con le sezioni per la gestione della squadra, lo sviluppo di armi e accessori ecc. Lo stesso vale per il sistema di miglioramento delle armi, basato non solo sulla ricerca e sviluppo, ma anche sull’utilizzo che effettivamente si fa’ dell’arma.

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Per quanto riguarda il gioco in sé, credo che la scelta di dividerlo in missioni, seppur seguendo un unico filo conduttore, sia legata alle limitazioni della PSP, così come l’aggiunta delle scene di intermezzo sottoforma di vignette, a volte interattive. Questa decisione porta però a frammentare l’avventura di gioco, anche per via delle svariate missioni secondarie da poter giocare tra una missione principale e l’altra.

Si aggiunge infine un bel “Continua nella prossima missione”, nel caso in cui nel livello successivo si debba affrontare un veicolo boss. Anche qui, scelta necessaria per via dell’impossibilità di portarsi dietro un intero arsenale, ma solo due armi di base, che nel mio caso sono la pistola a tranquillanti e l’M16, inutili contro un carro armato, anche piccolo. Sempre riguardo ai boss, al momento ho affrontato solo veicoli e mai persone in carne ed ossa, se si escludono quelle che si piazzano sulle mitragliere una volta danneggiato abbastanza il veicolo, quindi non saprei e nemmeno voglio rovinarmi la sorpresa.

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Fulcro portante di Peace Walker suppongo che sia l’online fino a 4 giocatori, funzione che al momento non ho ancora provato e che dubito sia ancora attiva. Da quel che ho capito fino ad ora, le uniche utilità di avere un “compas” sono quelle di poter condividere la love box, di poter scalare muri alti, altrimenti impossibili da superare, e l’immancabile divertimento di poter giocare con gli amici. Legato all’online c’è anche la possibilità di scambiarsi regali, di che tipo non ne ho idea, ma suppongo scorte della Mother Base e forse soldati.

Concludendo, nonostante Metal Gear Solid sia un evergreen, si percepisce una strana sensazione a giocarlo nel 2016, quando ormai si è ben consci che ad un passo di distanza ci sono già in giro i seguiti, ben più tecnologici di questo.

Se vi siete persi i numeri precedenti di Cronache videoludiche notturne, cliccate sul titolo per raggiungere l’ultimo numero e così i precedenti.