Gul’dan, uno dei personaggi più famosi della storia dei videogiochi, fu un potente orco stregone responsabile di gran parte del male presente su Azeroth, ma non solo di quel pianeta. Interpretato da Daniel Who in Warcraft – L’inizio, per mezzo di una magnifica performance è riuscito a concentrare su di Gul’dan le antipatie di quei pochi individui che non lo conoscevano ancora per via del suo comportamento vigliacco e manipolatore.

Cosa sappiamo di Gul’dan?

Kil’jaeden, sottoposto di Sargeras, fu un malvagio titano il cui scopo era quello di saziare la sua sete di distruzione, cercò di distruggere Draenor attraverso il popolo stesso che vi abitava. Per poter invadere di nuovo Azeroth aveva bisogno di un esercito di orchi che seguisse i suoi comandi senza esitazione, per fare ciò tentò di corrompere Ner’zhul, ma nel momento in cui comprese che era inutile decise allora di volgere lo sguardo su Gul’dan.

gul'dan

A questo punto il giovane sciamano, consegnò il suo maestro Ner’zhul a Kil’jaeden e finalmente poté apprendere i terribili segreti della magia demoniaca. Seguendo il suo nuovo signore Kil’jaeden, Gul’dan accrebbe il suo potere giorno dopo giorno e formò il Concilio dell’Ombra, una setta che controllava gli orchi per portare a compimento il piano dei suoi nuovi padroni. Esigendo un’ulteriore prova della sua lealtà, Kil’jaeden gli chiese di evocare uno dei demoni più potenti: Mannoroth, il re dei signore delle fosse.

Successivamente, durante la Seconda Guerra, il terribile orco scoprì un potentissimo manufatto, l’Occhio di Sargeras, durante lo studio di antichi testi che aveva trovato su Azeroth. Gul’dan era assolutamente intenzionato ad ottenerlo per incrementare i suoi poteri e, dopo aver deciso di dissociarsi da Kil’jaeden, l’orco guidò una spedizione nella misteriosa Tomba di Sargeras, situata in una delle isole circostanti al Maelstrom. Tuttavia, i demoni non poterono non reagire a seguito di questo tradimento e Gul’dan ne pago il prezzo cadendo in trappola e morendo lì.

Nella nuova linea temporale, il destino gli concederà un’altra possibilità, riuscendo a scappare tramite un incantesimo di Archimonde, prima che l’Alleanza e l’Orda lo catturassero. Non sappiamo cosa ci attenderà nella nuova espansione di Legion, ma una cosa è certa: Gul’dan ha tutte le intenzioni di trovare, ancora una volta, la Tomba di Sargeras.

Il nuovo Gul’dan ha più carattere del precedente

L’orco che credevamo di conoscere in realtà non l’abbiamo mai conosciuto realmente. O meglio, quello che si sapeva di lui era che faceva parte del Clan Torvaluna e che Ner’zhul era il suo maestro, tuttavia in questo video non compare né l’uno né l’altro; il che ci potrebbe far pensare che, a seguito del viaggio temporale di Garrosh, qualcosa nella linea temporale sia cambiato.

Il nuovo Gul’dan lo ritroviamo intrappolato in una società primitiva, la cui tradizione del Clan e della figura dell’orco come creatura possente e forte la fa da sfondo. In pratica siamo in piena società spartana. In queste condizioni, la presenza di un orco storpio, esile e per nulla in grado di combattere è quasi un insulto al Clan stesso. Come se un orco del genere, non avendo possibilità di uscire vivo da uno scontro, non fosse degno di servirlo e di onorarlo.

Gul’dan, in seguito alla sua cacciata, accetta di seguire il consiglio della figura anziana e decide di dirigersi al circolo della terra, sede principale degli elementi su Draenor. Durante il suo viaggio lo si vede stanco e afflitto, quasi che volesse arrendersi alla morte, ma riesce a scacciare via i terribili uccellacci che lo seguono per divorarlo. L’orco storpio non si vuole arrendere. Va avanti nonostante non abbia più forze, quasi a dimostrare che lui non è l’essere debole che tutti credono.

Nel momento in cui giunge al circolo della terra, accetta il potere demoniaco perché si sente tradito dal Clan che lo aveva accolto e dagli elementi che lo hanno rifiutato. Il nuovo Gul’dan non è un malvagio stregone perché lo è sempre stato, ma lo è perché la società in cui viveva lo ha trasformato così. Anche nella realtà sappiamo che è la società che plasma le personalità degli individui attraverso la socializzazione e l’interazione con la famiglia e altri soggetti secondari, ma della famiglia di Gul’dan non ne abbiamo traccia e per il resto sappiamo come non era per nulla ben voluto. La sua trasformazione non è nient’altro che una conseguenza del rifiuto da parte del suo Mondo.

Ciò che gli ha permesso di proseguire su questa oscura direzione è forse la sua rabbia verso un mondo che lo ha rifiutato perché storpio e il fatto che non ha più alcuna intenzione di essere visto come l’orco debole che era in passato. Sarà per questo che molto probabilmente userà di nuovo Kil’jaeden per i suoi scopi e alla prima occasione per diventare l’essere più potente al mondo, tradirà ancora una volta i suoi padroni e deciderà di seguire la sua mente e il suo cuore tetro anche se quella strada probabilmente lo condurrebbe a morte certa.

Il nuovo Gul’dan ha sicuramente più carattere e un movente più saldo di quello precedente. Se prima lo si odiava per il suo essere vigliacco e senza onore, ora lo si potrebbe quasi amare per la sua determinazione, scaltrezza e coraggio dimostrato accettando tutto quel potere oscuro in un momento in cui per lui sarebbe stato più semplice accasciarsi a terra e farla finita. Potrebbe essere quasi un dispiacere sapere che il suo destino è in realtà ormai segnato, nonostante i cambiamenti temporali.

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