Nintendo ci aveva stupiti e incuriositi con il suo accordo con DeNa, società giapponese che si occupa di servizi per applicazioni mobile. La Grande N aveva messo benzina sul fuoco dell’hype con le sue dichiarazioni di intenti nel voler sviluppare 5 giochi per mobile entro il 2017.

Poi arrivò l’annuncio di Miitomo e il mondo si chiese cosa fosse questa misteriosa prima applicazione per mobile targata Nintendo.

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La curiosità era tanta poiché le prime informazioni parlavano di gioco, di social, di domande, di punti, di amici. Poi arrivarono i primi dettagli dal Giappone che parlavano di un fenomeno di massa con numeri stratosferici al debutto (nel paese asiatico al lancio è stato un successo incredibile). Si prospettava l’ennesimo prodotto di qualità di Nintendo che potesse dimostrare quanto la casa giapponese potesse essere forte anche fuori dal suo ecosistema di piattaforme.

Miitomo ora è approdato anche in Occidente con il suo carico di promesse, ma anche di domande sulla sua vera natura. C’è chi lo etichetta come simulation game, chi come esperimento di network sociale, chi lo considera una app social. Una confusione dalla quale è difficile far emergere la vera anima di questo prodotto sviluppato da Nintendo. Difficile, ma indispensabile per comprendere l’anima di Miitomo, è stato mantenere la concentrazione e non lasciarsi distrarre dalla sua ironica immagine e scavare a fondo sotto la superficie colorata e le scintillanti premesse di questo software.

Domande, risposte, ricompense

Primo punto sul quale cerchiamo di essere chiari è che Miitomo non è un videogame, motivo per cui sulle nostre pagine non troverete alcuna recensione. Chi si aspettava il marchio di qualità di Nintendo sul gameplay rimarrà deluso. Anche perché qui di gameplay ce ne è davvero poco.

Di contro esistono molti possibili obiettivi da raggiungere in funzione dello stile con il quale si affronta questa esperienza. Il tema centrale è rispondere alle domande poste dagli amici rintracciati tramite i social network o il Miiverse, ma non è questo certo l’unico obiettivo. Miitomo si può sintetizzare in questi sei punti:

  • trovare amici;
  • fare domande agli amici;
  • rispondere e commentare le domande degli amici;
  • accumulare Punti Platino;
  • ottenere accessori e abbigliamento per i Mii;
  • preparare foto da postare sui social;

Innegabilmente questa è una lista di azioni che, come vedremo qui di seguito, si intersecano con molti di quelli che sono i software e i siti sociali che si è abituati a usare oggigiorno.

C’è chi avrà come target quello di rispondere a tutti i quesiti proposti dai propri amici o c’è chi vorrà ottenere più amici possibili (una delle tendenze di alcuni social network). Rimane comunque il nocciolo della questione, non c’è una reale ambientazione, non ci sono scenari, non ci sono avversari e più di tutti non c’è gameplay, se non quello del minigioco Sgancia Mii, utile solo a ottenere accessori per vestire il nostro personaggio (a tal proposito esiste qualche trucco per ottenere alcuni oggetti facilmente), di conseguenza, lo ripetiamo, non è un videogioco.

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Socialmente connesso

Cosa è allora Miitomo? Un elemento che non si può sottovalutare di Miitomo è il suo forte legame con i social network convenzionali. Non si tratta solo di una similitudine sotto il profilo dell’ambiente, ma anche sotto il profilo della interazione tra gli utenti. Basti pensare alla possibilità di associare il nostro profilo a quelli dei vari Facebook, Twitter, etc.

Ma il problema di qualunque applicazione sociale, e di conseguenza riguardante anche Miitomo, è l’uso che se ne fa e non i suoi contenuti. Questo perché avere un altro angolo nel quale interagire virtualmente con i propri amici è sicuramente una gradita aggiunta.

Tuttavia, nella foga di accumulare “presunti amici” di cui forse si conosce poco o nulla, ci si potrebbe trovare a rispondere a domande di perfetti sconosciuti pur di avere i tanti agognati Punti Platino. Un circuito vizioso (più amici-più domande-più punti) che avendo come base i nostri gusti e potenzialmente i nostri segreti potrebbe essere pericoloso. Quindi come in ogni applicazione del genere, anche in Miitomo occorre essere accorti e non superficiali nel suo utilizzo.

Altro aspetto che non si può non notare è come l’hub di Miitomo sia molto simile a una personale stanza virtuale dove attendere i propri amici e le loro domande. Un piccolo microcosmo entro il quale essere più o meno sinceri. Siamo comunque lontani dall’effetto Second Life (i meno giovani si ricorderanno di questo mondo virtuale che nei primi anni duemila fu un vero e proprio fenomeno virale) e dalle sue meccaniche da vita virtuale alternativa, ma lascia comunque in bocca quel sapore di mondo fittizio dietro il quale nascondersi e che deve essere mitigato.

Il consiglio è quello di considerare Miitomo come un gioco di società paragonabile a “Obbligo o verità”.

Il perché del successo giapponese

Questa sua velata immagine di schermo sociale tra utenti è probabilmente uno dei motivi per i quali Miitomo ha avuto un’esplosione di successo in Giappone. Senza entrare approfonditamente in ambito sociologico (sarebbe un discorso lungo e complesso), nella cultura giapponese, molto legata alle tradizioni e ai riti, l’interazione tra individui è alquanto rigorosa e formale, con una socializzazione tra persone molto limitata e complessa.

Ecco che allora che entrano in gioco e prendono piede i social network e prima ancora i giochi di realtà simulata. Basti pensare ai simulatori di appuntamenti o di relazioni che spopolano in Giappone. Una moda che con la serie Animal Crossing e con il recente Tomodachi Life su 3DS, solo per citarne alcuni, è già stata approfondita da Nintendo. Non a caso abbiamo citato questi due titoli poiché sono degnamente i padri sipirituali di questa app social. Certo Miitomo è diverso da Animal Crossing, ma di certo rispondere a domande anche “curiose” dietro a uno schermo è più facile che da farlo in piazza davanti a tutti.

A questo si aggiunge il prestigio e la popolarità che Nintendo ha in Giappone. Se anche dalla casa di Super Mario uscisse un gioco dove l’obiettivo è raccogliere l’immondizia per le strade, i giapponesi ne andrebbero pazzi. La nostra è ovviamente un’iperbole, un’esagerazione utile per dire che i giapponesi apprezzano Nintendo, ma è anche Nintendo a essere sempre attenta ai gusti e alle tendenze del suo paese.

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Passaggio (incerto) a Ovest

E in Occidente? Non è ancora chiaro quanto nell’ovest del mondo questa tendenza all’introversione sia estesa o radicata (certo siamo di fronte a un problema sociale da non sottovalutare), ma è certo che è un aspetto da tenere in conto per la diffusione di Miitomo. Un dibattito sociale che meriterebbe approfondimenti più corposi che non possiamo fare in questa sede e per fare i quali non abbiamo certo le competenze.

Il successo di Miitomo è già arrivato nella prima settimana di lancio europeo, ma dalle nostre parti siamo abituati a stancarci presto delle applicazioni per smartphone e a disinstallare con la stessa velocità con la quale l’abbiamo istallata un’app. La popolarità di Nintendo dalle nostre parti non è così ampia come in Giappone e diffusa a macchia di leopardo tra tutte le tipologie di utenti.

Ad oggi sul Google Play Store ha superato il milione di download con una valutazione media di 3,7. Difficile poter analizzare oggi il futuro di Miitomo da noi europei. Valuteremo in futuro quanto sarà efficace.

L’impronta di Miitomo sul futuro

Dietro questo apparente riempitivo per le serate di noia o per i viaggi da pendolare si nasconde una realtà più ampia e incoraggiante. Nonostante non sia un gioco, ma un ibrido tra app social e esperimento “nintendoso” di gioco, Miitomo è uno dei segnali dei tempi che cambiano: la conservatrice Nintendo che si apre a un mercato così sfaccettato e popolare come quello degli smartphone non facendo solo giochi, ma anche applicazioni di diversa natura.

Miitomo potrebbe essere il segnale dell’ennesimo cambiamento di pelle di Nintendo anche se non è ancora delineato quali saranno i campi entro i quali si muoverà la casa di Kyoto. Per ora Miitomo come primo esperimento è ancora acerbo anche sotto il profilo tecnico, ma guai a dare giudizi affrettati. Nintendo sa lanciare delle palle curve che vanno quasi sempre a segno e che dividono il pubblico, fanno discutere, ma che mai passano inosservate.

Più in generale il mercato dei videogiochi sta cambiando e ci sono risvolti incerti verso i quali potrebbe virare. Non ci fasciamo la testa prima del tempo, ma la scomparsa delle console di gioco convenzionali a favore di device unificati e/o dispositivi mobile che facciano da piattaforma a tutto il nostro vissuto tecnologico non sembra un’idea così campata in aria.

Paure di un videogiocatore medio, o magari speranze. Dipende dai punti di vista.

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