Abbiamo visto Bethesda dare l’esempio per poi averne conferma a questo E3. I publisher sono impauriti dalle date d’uscita e dai giochi da presentar. Ma cosa ha portato a tutto questo?

Potrei iniziare con il caso Scalebound, l’esclusiva di Microsoft vista l’ultima volta alla Gamescom 2016 e cancellata quasi subito dopo. La cosa non fece piacere ai molti videogiocatori che attendevano finalmente una esclusiva del sol levante sulla propria Xbox e non piacque nemmeno a Microsoft che dovette cancellare un progetto al quale molta gente si stava affezionando. Casi come quello di Scalebound e la nuova politica di Bethesda sul rilascio delle date di lancio sui propri giochi hanno cambiato molte carte in tavola.

Questo E3 ha dimostrato cosa vuol dire fare una fiera con queste nuove politiche e Microsoft con Sony hanno mostrato tempo addietro cosa accade quando alcuni progetti vengono presentati in fase fin troppo embrionale.

Meno titoli di peso

La mancanza di veri titoli bomba durante la conferenza Microsoft e la ripresentazione di titoli già annunciati da parte di Sony non fanno altro che dimostrare come è sempre più difficile presentare al grande pubblico un nuovo progetto che faccia appassionare i fan, ma con la possibilità che questo non veda mai la luce.

Altro lato negativo della questione è la mancanza di nuovi annunci a causa di queste nuove politiche, dove i seguiti di noti franchise rimangono sepolti nell’ombra fino a quando i tempi non sembrano più maturi, il che è un bene per gli sviluppatori e i publisher che non devono più sentire la pressione delle date di rilascio incombenti.

Cosa comporta davvero?

Queste nuove politiche se per certi versi vanno ad aiutare le software house nel non doversi preoccupare di dover mostrare un gioco prematuro con la possibilità che faccia la fine di Scalebound, in altri vanno a scoraggiare l’utenza che vorrà acquistare tale titolo. Non è la prima volta che alcuni giochi vengano rilasciati dopo pochi mesi dalla loro rivelazione, ma non sempre le cose vanno per il meglio; anzi, uno dei problemi che sopraggiunge normalmente è quello di ritrovarsi tra le mani un gioco incompleto o che non è stato adeguatamente ottimizzato.

A pensar male si fa peccato, ma molte volte non ci si sbaglia è questo mi terrorizza. Speriamo di non dover vivere con il pensiero che i prossimi giochi possano abbassare l’asticella della qualità in favore di scadenze o doveri nei confronti dell’utenza.  Ma infondo queste sono le parole di un videogiocatore divenuto un po’ paranoico per colpa dei tempi che corrono.

Infondo, comprare un nuovo gioco dopo almeno un mese dalla sua uscita solo per precauzione non è peccato, ma forse potrebbe davvero fare la differenza tra titoli di qualità e giochi creati solo per vendere.

Cosa ne pensate allora di queste regole per presentare i giochi? Preferite che vengano annunciati a solo qualche mese dalla data d’uscita? Oppure siete per il caro vecchio hype da attesa interminabile?