Lo ammetto, pur studiando biologia e avendo un passato di domeniche e vacanze estive trascorse davanti a National Geographic a guardare documentari, la mia curiosità si è spenta negli anni. Impegni, hobby, distrazioni, quasi sembra non esserci stato più spazio per questo format nella mia routine. Ma con Beyond Blue è successo qualcosa. Ho riscoperto quel senso di meraviglia, quello stupore davanti alla bellezza della Natura (quella con la N maiuscola) e alle sue folli ed incredibili invenzioni. E-Line Media ha realizzato un bellissimo punto d’incontro tra videogioco e documentario, permettendo a noi giocatori di (ri)scoprire le meraviglie dell’oceano col nostro medium preferito.

Beyond Blue

In fondo al mar

Nei panni di Mirai Soto, biologa marina in prima linea nella salvaguardia della fauna oceanica, effettueremo diverse immersioni col compito di monitorare una famiglia di capodogli. La nostra ricerca sul campo ci porterà ad effettuare molti rilevamenti, in parte indirizzati dai nostri colleghi che ci parleranno in cuffia, rappresentando l’occasione perfetta per mostrare a noi giocatori-spettatori la vita sottomarina e le sue mille curiosità. Dal punto di vista prettamente videoludico, il lavoro svolto non è di per sé rivoluzionario o innovativo. Dovremo semplicemente nuotare, interagire con l’oggetto della nostra ricerca ed ascoltare i dialoghi.

Beyond Blue corallo

Ma ridurre Beyond Blue ad una sfilza di azioni da eseguire è come limitarsi a descrivere l’oceano come una grande distesa d’acqua. Sapere che ciò che vediamo sul nostro schermo riprende e riproduce ricerche reali, e che dietro a tutto ciò ci sono consulenti scientifici, cambia radicalmente il modo in cui percepiamo e vediamo ciò che abbiamo davanti, rendendolo estremamente reale. Aldilà della grafica, delle animazioni e delle texture, fredde immagini su uno schermo nel salotto di casa, c’è un oceano di meraviglie. Questa è la nostra finestra, in grado di mostrarci luoghi che non avremmo mai potuto visitare.

Molto più di una semplice distesa d’acqua

L’importanza che rivestono mari ed oceani nell’ecologia del pianeta è semplicemente immensa. Basti pensare che la maggior parte dell’ossigeno che respiriamo viene prodotto da organismi acquatici e che sempre l’oceano funge da vera e propria spugna per la CO₂, bilanciando così parte delle emissioni delle attività umane. Non tutti però sono coscienti di questo ruolo così importante e della delicatezza dei numerosi (e spesso sconosciuti) ecosistemi in quella che sembra solo una grande ed immensa distesa d’acqua. Sensibilizzare è una parte fondamentale della ricerca scientifica e siamo davanti non ad un semplice prodotto d’intrattenimento ma ad un vero e proprio ibrido tra videogioco e documentario. Un mezzo di informazione a tutti gli effetti, col palese scopo di educare sull’argomento.

Beyond Blue - David Grueber

Dietro a tutto ciò non troviamo solo una software house, infatti, ma scienziati fortemente impegnati nella divulgazione come la dottoressa Sylvia Earle, fondatrice di Mission Blue, e la dottoressa Samantha “Mandy” Joye, professoressa del Dipartimento di Scienze Marine dell’Università della Georgia e consulente del documentario Blue Planet II della BBC. Il tono, il senso di meraviglia o stupore tipici del format è lo stesso che ritroviamo nel gioco di E-Line Media. Man mano che andremo avanti con le missioni, sbloccheremo anche dei brevi video dove potremo approfondire i fenomeni a cui abbiamo assistito giocando, impreziositi dei commenti di diversi scienziati.

Abbiamo giocato Beyond Blue su PlayStation 4 grazie ad un codice fornito dallo sviluppatore.

8

Recensione Breve

Beyond Blue va oltre il medium originale, virando verso la divulgazione scientifica e la sensibilizzazione del pubblico su temi non sempre conosciuti in modo adeguato. Per quanto rappresenti di per sé un videogioco modesto, il messaggio ed il senso di meraviglia che riesce a suscitare (complici i numerosi approfondimenti e le interviste ai consulenti che hanno collaborato alla realizzazione) è notevole. Instilla un profondo senso di responsabilità nei confronti di un qualcosa che riguarda tutti e che va’ salvaguardato per innumerevoli motivi. In primis, il principio di autoconservazione. Se poi consideriamo il prezzo, decisamente contenuto, è senz’altro un’opera che vale la pena godere, specie per i curiosi e gli appassionati di natura.