Ion Fury

Ah, la nostalgia. Quella sensazione dolce-amara che rende il passato più affascinante e che ci fa rimpiangere i tempi andati. Ma se non servisse una macchina del tempo per rivivere le vecchie glorie? 3D Realms è qui per noi, nostalgici dei giochi passati. Lo studio, famoso per Duke Nukem 3D, ha infatti confezionato un meraviglioso tributo agli anni che hanno visto nascere il genere degli sparatutto, riportandoci col suo Ion Fury, prequel del Bombshell uscito nel 2016, di almeno vent’anni indietro nel tempo.

In un futuro non così lontano

Se c’era una cosa di cui gli FPS degli anni ’90 abbondavano era certamente la quantità di azione, armi ed esplosioni. Ion Fury ripropone proprio questo paradigma, gettandoci fin dai primi istanti in sparatorie contro cybercriminali, colpevoli di averci rovesciato il drink dopo una giornata di duro lavoro di polizia. La nostra protagonista, Shelly “Bombshell” Harrison, si farà quindi largo tra orde di cultisti ossessionati dal transumanesimo (l’idea di trasformare il corpo umano attraverso modifiche, in questo caso cibernetiche), fino al maligno dottore a capo di tutto.

Ion Fury

L’atmosfera ricorda tantissimo il buon vecchio Giudice Dredd del ’95 con Sylvester Stallone (impossibile non notare la somiglianza con la sua controparte femminile), con quel suo cyberpunk intriso di criminalità e totalitarismo. Proprio come nei titoli dell’epoca, i dialoghi sono limitati alle classiche battute ad effetto, che caratterizzano perfettamente tanto la protagonista, una vera dura vecchio stampo, quanto il malvagio dottor Heskel, doppiato dallo stesso Jon St. John che ha dato la voce al Duca.

“Schiva questa!”

La nostra Shelly non è solo una veterana della lotta al crimine, ma una vera e propria macchina da guerra. Dal suo letale revolver, passando a balestre laser, mitragliatori a canne rotanti, mine antiuomo, avremo a disposizione una potenza di fuoco notevole e perfino le armi apparentemente più semplici avranno un loro perché in ogni livello, complici le modalità di fuoco alternative. La varietà di nemici e di arsenale ci spronerà infatti ad usare costantemente armi diverse, sia per non finire le preziose munizioni sia per meglio adattarci al mostro di turno. Nonostante ciò, potremo tranquillamente fare affidamento anche su poche armi, senza avere mai la sensazione di essere forzati ad usare un determinato strumento.

Ion Fury

Il tutto con un ritmo sempre frenetico, che ci imporrà di adattarci velocemente alle situazioni. Ma non fatevi illudere dalla grafica vecchio stile, palesemente derivata dal buon Duca, siamo davanti ad un gioco che sa essere moderno premiando i giocatori con danni extra per gli headshot, fuoco alternativo per ogni arma, salvataggi automatici e livelli complessi. Ci sarà spazio perfino per qualche enigma di tanto in tanto, dandoci modo di prendere fiato tra un combattimento e l’altro. Senza dimenticare gli immancabili e numerosissimi segreti che premieranno esplorazione ed un occhio attento.

Nati vecchi? Non proprio.

Sarà la nostalgia, sarà che il 3D simulato non perde mai il suo fascino, ma Ion Fury non è semplicemente un pugno di livelli che ci ripropongono le stesse, vecchie, cose. Ci sono ovviamente molti punti in comune, quasi come se fosse la fusione tra Doom II e Duke Nukem 3D, ma c’è molto altro. Ha un suo carattere, che parte dell’ambientazione ed una varietà di livelli eccellente, passa attraverso una sua colonna sonora e culmina con lo stesso tipo di azione che ha dato vita al genere FPS. Una perfetta riproposizione del paradigma che, pur non osando con le novità, sa trovarsi un suo spazio ed un pubblico di riferimento.

Ion Fury

Qualche angolo da smussare è comunque presente, seppur non abbondino, facendo capolino di tanto in tanto nella nostra partita. Cambiare arma, almeno su console, è infatti macchinoso dovendo scorrerle manualmente una ad una. Non di rado, ci si ritrova girati di 180° usando le mitragliette incendiarie, finendo per dare le spalle ai nemici, o si assiste ad inspiegabili cali di framerate. Nulla che pregiudichi l’esperienza finale in modo preponderante, ma che va comunque ad incidere sulla fluidità del gioco.

Abbiamo giocato Ion Fury su PlayStation 4 grazie ad un codice fornito dallo sviluppatore.

8

Recensione Breve

Ion Fury è un meraviglioso tributo alle glorie passate, in grado di farci respirare di nuovo gli anni ’90, tanto videoludici quanto cinematografici. Easter egg e segreti da trovare, migliaia di cybercultisti da eliminare col nostro esagerato arsenale, in una serie di livelli che si intrecciano e variano con costanza, dimostrando più di una volta sia le doti artistiche che di level design del team. Nonostante qualche sbavatura, almeno su console, siamo davanti ad un titolo con le idee ed un pubblico molto ben definiti, in grado di regalarci non solo nostalgia. Divertente, veloce, vario: Ion Fury è immancabile per chi cerca un’esperienza vecchio stampo o per chi non resiste al fascino del vintage.