Le altre persone complicano solo la vita

Ancora incredulo per aver ritrovato lì, seppur in condizioni quantomeno inusuali e in maniera totalmente inaspettata, il mio vecchio compagno d’armi Gray Fox, che avevo visto morire davanti ai miei occhi sul campo di battaglia nel corso della mia ultima missione a Zanzibar Land, ritorno sui miei passi, ripercorrendo la strada che mi ha portato alla sala in cui si era nascosto Otacon e nella quale ho appena avuto lo scontro con Fox.

I segni di lama sui corpi sparsi qui e lì lungo il corridoio che sto ripercorrendo mi mettono addosso, adesso che so a chi appartenga la mano che ha guidato quella spada, ancora più angoscia di quanto non avessero precedentemente fatto, seppure non riesco a spiegarmi come Gray Fox possa aver fatto tutto ciò ed essere stato vittima di una simile e ingiustificata esplosione di violenza. Le ricerche del dottor Clark ne devono sicuramente avere alterato l’equilibrio psichico.

Ritornando sui miei passi, superando l’ormai ex pavimento elettrificato, ritorno all’ascensore che mi aveva condotto qui e risalgo al piano B1, alla ricerca di Meryl.

Aggirandomi per le stanze di questo piano mi imbatto in una guardia che, stranamente, alla mia vista non mi spara addosso come farebbe chiunque ma fugge via, ripercorrendo i passi che l’avevano condotta di fronte a me. Devo fermarla, altrimenti rischia di dare l’allarme e fare saltare la mia copertura! La inseguo lungo i corridoi del piano fino a vederla sparire dietro una porta, avvicinatomi ad essa faccio per aprila, ma… Ehi, è il bagno delle signore!

Entrato nel bagno noto in un angolo l’uniforme del soldato, prima di sentirmi puntare un’arma alla testa.

“Non muoverti!… Questa è la seconda volta che riesco a sorprendere il leggendario Solid Snake.”

È così dicendo, mette via l’arma.
È Meryl, la nipote del colonnello, proprio la persona che stavo cercando. Vedendola così, senza quell’uniforme maschile addosso e vestita solo con la sua canottiera nera e un paio di slip, ribadisco quanto avevo precedentemente pensato e non capisco davvero come una donna del genere possa essere passata inosservata all’interno di questa base fino a questo momento. Tutto mi potrebbe sembrare, ma sicuramente non un soldato, né negli occhi, né nel corpo, né tantomeno nel suo atteggiamento.

“Tu sei Meryl? Non vedo come tu possa passare a lungo per un uomo.”

“Che Cosa vuoi dire? (…) Ehi! Gli uomini non possono entrare qui.”

“Non avevo idea che fossi così carina”

“Questo non è il momento di provarci, Snake.”

La donna spegne le mie ultime speranze di conquista comunicandomi che sarebbe anche inutile provarci visto che l’hanno sottoposta a psicoterapia per annientare il suo interesse verso gli uomini.
Parlando con la ragazza e vedendola senza l’uniforme da soldato noto che sul braccio sinistro ha uno strano disegno: è il vecchio logo della FOXHOUND. Meryl dice di essere stata una fanatica dell’unità, quando a guidarla era suo zio, il colonnello Campbell, e io ne facevo ancora parte. Veri eroi, dice lei. Ma la mia verità è ben diversa da quella di Meryl. Per me non ci sono veri eroi in guerra, tutte le persone che ho conosciuto sul campo di battaglia sono morte, ad andare bene sono in prigione. Sono solo uno che sa fare bene il proprio lavoro, quello di uccidere, solo un mercenario senza uno scopo finale nella vita che si sente vivo solo sul campo di battaglia.

Mentre si riveste, noto da una smorfia sul suo viso che Meryl non sembra essere troppo entusiasta della mia risposta, ma dopotutto ho sempre detto che l’uomo che sono non regge il confronto con la leggenda che mi è stata dipinta addosso, ho inoltre il particolare dono di essere tremendamente schietto e sincero, il che non aiuta a mantenere intatta l’aura leggendaria che mi è stata accreditata.

“Vedere gli altri che muoiono ti fa sentire vivo, eh? Ami la guerra e non vuoi che finisca… Come tutti i grandi soldati della storia.”

Si, decisamente la nipote del colonnello è una ragazza sveglia e ha capito subito quale sia la mia vera identità.

“Come hai fatto a riconoscermi?”

“Non dimentico mai una signora.”

“Allora in me c’è qualcosa che ti piace, eh?”

“Sì, hai un gran bel sedere.”

“Sedere? Oh, ma certo… Prima gli occhi, poi il sedere… E dopo?

“In battaglia non bisogna mai pensare a cosa verrà dopo.”

merylesnake

Tornando a parlare di cose serie, Meryl mi chiede quali soluzioni abbia per evitare il lancio del METAL GEAR, ma quando le chiedo delle schede PAL di Baker me ne fornisce solamente una, dicendomi che è l’unica che ha. Dovrò trovare alla svelta le altre due necessarie, o davvero mi toccherà distruggerlo.
Continuando la conversazione noto che Meryl ha con se una Desert Eagle, un’Action Express Calibro 50 e, quando le faccio notare che forse sarebbe meglio che la scambiasse con la mia calibro 45, mi risponde stizzita di non preoccuparmi, che è in grado di maneggiare un’arma del genere da quando aveva 8 anni e che si trova più a suo agio con quel cannone in mano che con il suo reggiseno.
Ok, direi che è stata abbastanza convincente.

Per raggiungere la zona nord nella quale dovrebbe trovarsi il METAL GEAR dovremo passare per la stanza del comandante presente su questo piano, visto che il percorso all’esterno è impraticabile per via del ghiaccio. Prima di uscire dal bagno e tornare alla nostra missione, Meryl mi fornisce una tessera di sicurezza di livello 5 con la quale aprire le porte da lì in avanti.

Usciti dal bagno si respira nell’ambiente una sensazione strana, non ci sono guardie in giro e non si ode nulla se non una strana musica in lontananza. Mentre Meryl va a dare un’occhiata poco più avanti io, grazie alla nuova tessera da lei datami, riesco ad aprire delle porte, precedentemente inaccessibili, presenti su questo piano e a recuperare del Diazepam e un visore notturno.

Tornato da Meryl proseguiamo il nostro percorso verso la stanza del comandante, ma, appena prima di entrarvi, Meryl sembra essere presa da una crisi. Lamenta fortissimi mal di testa, finisce quasi distesa al suolo prima di rialzarsi e, invitandomi a entrare nella stanza davanti a noi, dirmi:

“Prego, signor FOXHOUND. Il comandante la sta aspettando.”

Entrati nella stanza, la musica che prima sentivamo fievolmente si fa sempre più forte e Meryl è colpita da un’altra crisi. Stavolta la situazione sembra peggiorare velocemente e la ragazza, come posseduta, mi punta contro la sua dannata Desert Eagle.

“Snake, dimmi… Io ti piaccio? Ti piaccio? Stringimi, Snake!
Avanti! Fai l’amore con me!!
Snake, ti voglio!!”

So per certo che non è Meryl a proferire quelle parole, e vedere apparire sospeso in aria dietro di lei un tipo vestito completamente di nero col volto coperto da una maschera antigas mi fa capire che potrei trovarmi al cospetto di qualche altro scherzo di natura della FOXHOUND.
Mentre penso a come poter risolvere la situazione, sono raggiunto all’orecchio, via CODEC, dal colonnello, che m dice che Meryl non è in sé e mi invita a non usare la mia arma. Poi Naomi mi conferma ciò che avevo già pensato. A controllare la mente della nipote del colonnello è Psycho Manthis, attraverso il suono musicale che abbiamo iniziato a sentire, sempre più forte, non appena messo piede fuori dal bagno delle signore di questo piano.

Lancio una granata stordente verso Meryl, nel tentativo di metterla fuori gioco e potermela vedere a quattr’occhi con il telepate della FOXHOUND.
Fino a quel momento nascosto dietro una mimetica ottica, Mantis si mostra a me, sospeso a mezz’aria davanti a me, presentandosi come “il più potente praticante di psicocinesi e telepatia del mondo”.

scontroconpsychomantis

Mantis prova a mettermi soggezione con i suoi poteri, prova a leggermi la mente o a descrivere me e la mia vita, ma non sono nelle condizioni di lasciarmi impressionare da nessuno dei suoi trucchi.
Rassegnato alla battaglia, allora, inizia a scagliarmi contro, sfruttando i suoi poteri di telecinesi, oggetti di varia natura presenti nella stanza. Inoltre, levitando, riesce a spostarsi decisamente più velocemente di me in giro per la stanza e il fatto che tenda a nascondersi celando la sua figura dietro alla sua mimetica ottica non migliora certo la mia situazione.

Diversamente da Vulcan Raven, non ho una grande conoscenza della persona che ho davanti, ma, per fortuna, in mio soccorso arriva la dottoressa Naomi Hunter con le sue conoscenze.
Psycho Mantis è, fin da piccolo, stato dotato di poter psichici messi al servizio di varie organizzazioni militari che nel tempo se ne sono servite. Dal KGB a organismi di sicurezza nazionale degli USA, paese nel quale è emigrato dopo la scomparsa dell’URSS, tutti hanno sfruttato le sue doti fin quando, cinque anni fa, Mantis ha perso la sua personale identità psichica dopo essersi troppo addentrato nella mente di un pericoloso serial killer, divenendone il suo doppelgänger.
Perduta la propria identità Mantis è divenuto una sorta di spia psichica, svolgendo operazioni nelle vesti di mercenario in giro per il mondo, prima di essere definitivamente reclutato nei ranghi della FOXHOUND.

Lo scontro con Mantis è veramente impegnativo, riesce a prevedere quasi tutte le mie mosse e la quantità di oggetti che riesce a scagliarmi contro mi rendono assai difficoltoso il riuscire a schivarli tutti. Come se già non mi mettesse sufficientemente in difficoltà, sa che il mio punto debole è garantire la sicurezza di Meryl e quindi la tira spesso in mezzo alla battaglia, facendole puntare l’arma contro di me o, addirittura, contro se stessa, minacciando di farsi saltare la testa.

Dopo una lunga ed estenuante battaglia, grazie ai miei nervi saldi e al visore termico che mi permetteva di vedere la posizione di Mantis anche quando cercava di nascondersi sfruttando la mimetica ottica, riesco ad avere la meglio sul telepate della FOXHOUND, che crolla a terra.

La prima cosa che faccio è contattare il colonnello per rassicurarlo e chiedere conferma a Naomi del fatto che, adesso che Psycho Mantis è al tappeto, il controllo mentale su Meryl dovrebbe svanire. La dottoressa, però, mi risponde con una domanda ficcante, chiedendomi come mai per salvare Meryl avessi trascurato la mia missione. Se fosse stato solo perché è la nipote del colonnello o ci fosse qualche sentimento da parte mia. La mia risposta, che giustifica il mio comportamento solo col fatto di non voler vedere morire una donna davanti ai miei occhi non sembra dare soddisfazione a Naomi che mi risponde con un ancor più ficcante di prima:

“Oh, davvero? E da quando la morte degli altri ti importa così tanto?”

La dottoressa sembra avere una pessima considerazione della mia persona, e lo potrei anche capire in fin dei conti, ma il suo comportamento lascia trasparire qualcosa di più profondo, come se celasse un risentimento nei miei confronti frutto di un torto che non so di averle fatto.

Chiusa la spiacevole conversazione via CODEC, mi avvicino al moribondo Psycho Mantis, che sembra voler proferire le sue ultime parole, così gli levo via la maschera a gas che gli copre il viso, lasciando scoperto un volto fortemente segnato da una vita di tremenda sofferenza e di dolore.

“Ogni essere vivente di questo pianeta esiste solo per trasmettere il proprio DNA.
Siamo stati creati per questo e per questo è nata la guerra. Ma tu…
Tu sei diverso… Tu sei uguale a noi.
Non abbiamo passato, non abbiamo futuro.
Viviamo per il momento e questo è il nostro unico scopo.

Gli esseri umani non sono in grado di darsi la felicità reciproca.
Dal momento in cui siamo stati confinati su questo mondo…
Agli altri non regaliamo altro che dolore e miseria.”

Una visione del mondo sicuramente cupa, che sarà maturata in anni di sofferenze e visioni e quindi pienamente giustificata.
Molte della parole che Mantis pronuncia nei suoi ultimi attimi di vita mi risultano di difficile comprensione, ma quando mi racconta di aver ucciso il proprio padre e che quindi noi due, in fondo, siamo simili, tendo a credergli.

Non capisco invece il suo discorso quando mi dice che in me rivede il capo della rivolta, che io e lui, Liquid Snake, siamo simili, addirittura io sarei peggiore e in me vede il vero male.

Detto ciò Mantis ci indica la strada per la nostra destinazione e sfruttando i suoi poteri psichici ci apre il passaggio segreto nascosto nella stanza dal quale dovremmo passare per raggiungerla.

“Questa è stata la prima volta che ho usato il mio potere per aiutare qualcuno.
È strano… Sembra… Quasi…
Bello.”

Detto ciò il respiro dell’uomo disteso in fin di vita sul pavimento della stanza si affievolisce e la testa si inclina sulla spalla sinistra.

Psycho Mantis è morto, ho eliminato un membro della FOXHOUND.

È il momento di proseguire con la mia missione, ma prima Meryl, ancora scioccata da tutto quanto appena successo, si rivolge a me.

“Snake, qual è il tuo nome? Il tuo vero nome?”

“Un nome non ha significato in battaglia.”

“Quanti anni hai?”

“Abbastanza da conoscere la morte…”

“E la famiglia?”

“Nessuna, ma sono molte le persone che mi hanno fatto crescere.”

“C’è qualche persona speciale?”

“Non mi sono mai interessato alla vita di nessun altro…”

“Allora sei solo… Proprio come ha detto Mantis.”

“Le altre persone complicano solo la vita. Non voglio avere problemi.”

… O almeno questo è quello che credevo fermamente prima di questa missione.

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