Dal giorno del suo annuncio la curiosità attorno all’ennesimo capitolo del brand Far Cry è andata via via sempre più crescendo, figlia dell’ottimo lavoro svolto con l’amatissimo Far Cry 3.
Lo sviluppo di questo nuovo capitolo è affidato, a ragion veduta, agli stessi sviluppatori che si sono occupati della realizzazione di Far Cry 3, che con le (dis)avventure di Jason Brody e soprattutto grazie alla caratterizzazione di Vaas (uno dei miglior villain mai realizzati), hanno riportato in auge un brand che stava rischiando di perdersi nei meandri della storia videoludica.

Spostandoci dalle assolate spiagge delle Rock Islands nell’arcipelago malese alle pendici himalayane della regione del Kyrat, la struttura del gioco non cambia molto, con km e km di paesaggio dedicati all’esplorazione “verticale” (scalate e tuta alare saranno all’ordine del giorno) tanto quanto alla caccia, tante armi e possibilità di crafting e soprattutto numerose abilità da sbloccare per far crescere il nostro personaggio. Tra le vere novità di questo capitolo ci sono sicuramente la possibilità di sparare da vetture in corsa e quella di cavalcare le bestie presenti nell’ambiente circostante, nonché un mondo che si muove e sviluppa attorno a noi indipendentemente dalle nostre scelte e che ci porterà, ad esempio, nel mezzo di un attacco ad avere una inaspettata mano d’aiuto da un ghepardo delle nevi presente in zona che eliminerà i nostri nemici (e noi, ovviamente, se non staremo attenti).
La possibilità di scegliere una buona varietà di approcci, dal classico stealth all’attacco dal cielo, senza dimenticare la clamorosa entrata in scena a bordo di mastodontici animali, regala sicuramente varietà all’approccio di gioco, aumentandone il godimento.

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A livello grafico il titolo, se pur non propriamente un “next gen” vero e proprio, è di ottima fattura, con una grafica che molto si scosta da quella di Far Cry 3. Paesaggi molto ispirati e colori perfetti fanno il resto, grazie anche ad una linea d’orizzonte sempre molto lontana e una grande cura dei dettagli.
Ma Far Cry3, come abbiamo imparato ad apprezzare nel terzo capitolo non è solo questo, ma è anche e soprattutto follia allo stato puro ed è qui che fa il suo esordio lo Shangri-La, un immaginario mondo fantastico nel quale affronteremo gli strani nemici presenti (che spaziano da animali selvatici esplosivi a sputafuoco) armati solo di un arco in bullet time e di una tigre bianca che potremo scagliare contro di essi.
Una delle più pesanti critiche mosse nei confronti di Far Cry 3 era relativa al suo protagonista, ritenuto dai più troppo buono e troppo “perfettino” nella sua bontà. Ecco allora che Ubisoft in questa nuova avventura ci metterà nei panni di Ajay Ghale. Nativo del Kyrat, ma fuggito in USA per sfuggire agli scontri della rivoluzione civile contro il regime oppressivo, ad Ajay viene chiesto dal padre Mohan, in punto di morte, di ritornare nella sua terra natia per esaudire il suo ultimo desiderio. Ajay non sa nulla o quasi della terra dove è nato ne del passato della sua dinastia, ma porta sulle spalle un cognome assai famoso che lo intrappolerà in una serie di vicende ed avventure sempre più complesse.

Parlando di cattivi, come abbiamo già detto, Vaas è entrato nel cuore dei videogiocatori grazie alla sua delirante follia… Sappiate però che anche il cattivo presente in FC4 non sarà mica da meno.
Pagan Min (vero nome Gang Min) nasce ad Hong Kong in una famiglia di gangster e fin da piccolo soffre il fatto di non esser mai stato apprezzato dal padre, finchè lo stesso non muore in misteriose circostanze.
A questo punto della sua storia Gang cambia il suo nome in Pagan, in onore di un antico re birmano che ucciso il proprio padre per ottenere il trono.
Le circostanze della morte adesso non sembrano poi cosi tanto misteriose, eh?

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L’incrocio delle vicende di Pagan Min e Ajay Ghale è figlio di un incrocio amoroso.
Pagann era infatti innamorato della madre di Ajay, Ishwari, dalla quale ha avuto anche una figlia (Laksmana) prima di scoprire che la sua amata era stata usata come spia dal padre di Ajay, Mohan. Scoperto l’inganno è lo stesso Pagan ad Laksmana e poi rinchiudersi nel suo palazzo, lasciando il comando ai suoi sottoposti, fino alla comparsa di Ajay.

Ovviamente la storia principale non sarà l’unica che potremo vivere grazie alle tante missioni secondarie figli dei tumulti interni ne territori del Kyrat ed al tanto da fare nei vasti territori esplorabili che ci regaleranno, oltre a delle cutscene inedite, anche delle conseguenze tangibili sull’esperienza di gioco e sul prosieguo della nostra avventura.
Saranno inoltre presenti quattro avanposti nemici maggiormente militarizzati, ospitanti altrettanti luogotenenti di Pagan Min. Da questi avamposti partiranno carichi di armi, munizioni e rifornimenti che potremo scegliere di intercettare e distruggere, ottenendo cosi delle reali conseguenze in game, tra le quali va scuramente ricordata il rendere più deboli suddette strutture e facilitarci il compito della loro conquista (a detta di Ubisoft tutt’altro che semplice e abbordabile).

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Incuriosisce l’implementazione della modalità online drop in/out che dovrebbe permettere ai giocatori di entrare nelle partite di altri per completare missioni secondarie solo cosi portabili a termine; elemento di gameplay comunque ritenuto secondario che non dovrebbe apportare grosse mutazioni sulla campagna in singolo. In “compagnia” potremo solamente portare a termine le missioni secondarie e le attività previste, mentre le missioni principali verranno disattivare.
Il problema sta nel fatto che al termine delle scorribande in compagnia il giocatore ospite porterà con se exp, oggetti e collezionabili, ma eventuali torri radio ed avamposti sbloccati saranno solo a vantaggio del giocatore ospitante la partita.