È risaputo che la serie di From Software, a differenza dei competitor, mostra una sfida molto più elevata rispetto alla stragrande maggioranza dei titoli in commercio di questi tempi. Secondo l’interprestazione dello YouTuber Fork, l’enorme difficoltà e l’ambientazione di gioco, trasformano Dark Souls in un’allegoria della depressione. Fork sostiene infatti che per molti giocatori la serie è legata alle difficoltà della vita quotidiana, ai problemi personali e alla salute mentale.

Ad avvalorare la tesi è la stessa ambientazione di Dark Souls, in cui si impersona un non morto che ha smarrito la strada, afflitto dalla maledizione e continuamente in procinto di diventare un essere vuoto, nel caso in cui si perda di vista il proprio scopo/obiettivo. Come se non bastasse, la maledizione non affligge solo il giocatore ma anche tutti gli altri personaggi di gioco, nonché i giocatori di altri mondi.

Il gameplay è basato sulla ripetitività dell’azione che porta ad un circolo vizioso rappresentato dal morire e ripartire più e più volte uno stage, affrontare gli stessi nemici e gli stessi pericoli, un po’ come si affronta un nuovo giorno o peggio come si affronta costantemente una malattia quale la depressione.

Ci sono due modi di progredire in Dark Souls (così come si affronta il problema della depressione): il primo è per i più determinati, ovvero di giocare da soli senza essere disturbati dagli altri giocatori; l’altro modo è di evocare giocatori di altri mondi, che nonostante siano perfetti sconosciuti, versano nella stessa condizione e aiutano il giocatore ad affrontare le difficoltà del gioco.

Per Fork il ruolo più importante è svolto dagli NPC, i personaggi non giocanti di Dark Souls, una costante del gioco che il giocatore incontrerà più volte in diversi luoghi. Gli NPC, anch’essi maledetti come il giocatore, raccontano frammenti della propria storia e supportano il giocatore con frasi di incoraggiamento, in aggiunta ai messaggi che i signori di altri mondi rilasciano lungo il cammino e che guidano il giocatore, avvertendolo di eventuali pericoli, di tesori nascosti e di azioni da compiere.

Tra gli NCP, Fork si focalizza sul piromante Laurentius, che una volta liberato dalla sua prigione, mostra apprezzamento per il giocatore e lo conforta con parole di incoraggiamento. In particolare il titolo del video “Don’t You Dare Go Hollow” è tratto dai dialoghi di Laurentius:

“Fa attenzione amico mio, non azzardarti a diventare un essere vuoto.”

Frase da interpretare come detta una persona cara che incoraggia a non mollare chi sta affrontando un grande problema come quello della depressione.

Si sa, i videogiochi ognuno li interpreta come meglio preferisce e magari le stesse software house sviluppando un determinato titolo non si accorgono di aver creato qualcosa di molto più profondo che va al di là delle semplice vendite, ma che sia di grande aiuto per molti videogiocatori con problemi come quello della depressione, dell’esclusione o di qualsiasi altra avversità che la vita gli riserva.

Non tutti i videogiochi in fondo vogliono insegnare qualcosa ma Fork da questo punto di vista ha dato un’ottima interpretazione di Dark Souls che sotto sotto non è poi tanto difficile se c’è qualcuno a sostenerci e a darci una mano.

Vi lasciamo di seguito al video “Don’t You Dare Go Hollow – Dark Souls As An Allegory For Depression”

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=1Y41l4FGHPg]