Vado in Bolivia 3 giorni, giusto il tempo di entrare a far parte dei Ghost, combattere il Cartello dei Santa Blanca e torno per raccontarvi le prime impressioni dopo una full immersion con Tom Clancy’s Ghost Recon: Wildlands, sviluppato da Ubisoft, in uscita il 7 marzo 2017. La nuova avventura dei Ghost rientra certamente nella lista dei titoli più attesi del 2017 e si prepara a competere con gli altri colossi del genere shooter.grw2

Sin dalla sua prima apparizione all’ E3 2014, il nuovo titolo della serie Ghost, ha fatto parlare di sé per quanto fu mostrato alla fiera videoludica: la maestosa rappresentazione dell’ambiente boliviano e la vastità di quest’ultimo, la possibilità di una coop fino a quattro amici per l’esecuzione perfetta di una missione, gli innumerevoli veicoli e gadget all’avanguardia e un antagonista degno dei migliori Vaas Montenegro e Pagan Min, il capo del cartello Santa Blanca El Sueño che tiene sotto scacco l’intera Bolivia.

Benché per quest’ ultimo, all’interno della colsed beta, non ci sia stato un approfondimento psicologico e una eccessiva caratterizzazione del suo personaggio – come giusto che sia per una versione beta – è, tuttavia, bastata la sola voce del mai banale Luca Ward (già apprezzato in ambito videoludico per aver doppiato Sam Fisher) per confermarci l’entusiasmo dei trailer, le restanti aspettative annunciate sono state tutte rispettate.

I fantasmi personalizzati

Una volta effettuato il download della beta di Ghost Recon, la prima cosa che salta all’occhio è l’elevato numero di combinazioni possibili per la customizzazione del personaggio che andremo a controllare all’interno del mondo di gioco (a detta degli sviluppatori saranno circa un milione le possibili varianti di personalizzazione). Le caratteristiche estetiche del nostro Ghost potranno essere modificate anche durante il corso della trama non relegandolo quindi ad un’unica uniforme. Occhiali, cappelli, cuffie, zaini, barba, capelli e indumenti potranno essere cambiati in qualsiasi momento senza la necessità di sbloccarli.

La totale personalizzazione concerne anche le armi e l’ albero delle abilità del nostro personaggio. All’interno dello sterminato open word sarà possibile scovare casse contenenti parti d’arma le quali potranno essere utilizzate per migliorare la nostra dotazione. Dai mirini ai caricatori, dai differenti tipi di canna alle varie tipologie di grilletto. Tutto potrà essere utilizzato per rendere uniche le nostre armi.

In egual misura sarà possibile collezionare punti per personalizzare il nostro albero abilità. In base alla distribuzione dei punti che più ci aggrada, potremmo diventare un tank in grado di resistere più a lungo alle scariche di proiettili da parte dei nemici o, se prediligiamo più l’azione stealth, potremmo trasformarci in un cecchino dal polso fermo in grado di non mancare neanche un colpo oppure potremmo investire i nostri punti nello sviluppo dei gadget, abilitando la visione notturna al nostro quadricottero o aumentarne la sua capacità energetica o il suo raggio d’ azione. Insomma ogni Ghost sarà unico.Tom Clancys Ghost Recon Wirldlands gameplay Gamempire

Proseguendo nel menù iniziale la vera nota piacevole è rappresentata dal livello di difficoltà personalizzabile. E’ possibile infatti scegliere, prima dell’ avvio della campagna, la difficoltà con cui rapportarsi agli NPC. Ci viene offerta la possibilità di scegliere tra Recluta, Veterano, Elite  Ghost. La nostra scelta non varierà qualora dovessimo affrontare il gioco in compagnia poiché il livello scelto non andrà ad influire sull’intelligenza artificiale dei nemici ma su caratteristiche personali come i danni inflitti o quelli subiti.

Siamo soldati o conigli?

Proprio perché il grado di difficoltà non va ad inficiare sulla I.A. dei nemici, altrimenti si creerebbero degli scompensi troppo gravi in caso di coop in favore di coloro che hanno scelto un livello inferiore di difficoltà rispetto ad un altro membro della squadra, sarebbe apprezzato un grado di ostilità ed intelligenza maggiore rispetto a quello attuale dal momento che proprio l’intelligenza artificiale dei nemici ed anche dei nostri compagni di squadra, qualora dovessimo affrontare l’organizzazione del cartello Santa Blanca in single player, offre spesso il fianco e si lascia facilmente raggirare in più occasioni. I nostri compagni di squadra non prenderanno mai l’iniziativa avviando una azione tattica o aprendo il fuco sulle schiere nemiche salvo il caso in cui non gli venga ordinato da noi stessi tramite una rosa di comandi alquanto striminzita.

La mappa di gioco è a dir poco immensa e il Sud America maestosamente riprodotto. Dopo aver trascorso due mesi in Bolivia per cercare di carpirne ogni singolo suono ed ogni singolo scorcio, gli sviluppatori hanno reso in quattro anni di lavoro la miglior rappresentazione del territorio boliviano. In tre giorni di gioco, benché rappresentasse un decimo ed anche meno della mappa di gioco finale,  abbiamo potuto ammirare un territorio vivo e delle ambientazioni mozzafiato. L’ open word è quanto mai azzeccato all’ interno del contesto di gioco e non funge da semplice contorno alla trama.

Per quanto artisticamente ispirata, in questa closed beta la mappa di gioco è apparsa piuttosto scarna di missioni secondari facendo risultare il gioco in single player alquanto monotono e ripetitivo. A questa critica degli utenti la software house francofona ha assicurato su Reddit che, in quanto beta, non era la versione definitiva del gioco, lasciando ben sperare nella versione definitiva del gioco.

Ne deriva quindi, al fine di godere a pieno l’esperienza di gioco, il consiglio fortemente sentito di settare sin da subito il massimo livello di difficoltà e di affrontare la storia in coop con altri tre amici con cui organizzare ogni singolo colpo ed ogni singola azione.

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Gioie e dolori della beta

Con la prova di questa closed beta, Tom Clancy’s Ghost Recon: Wildlands dà sensazioni leggermente contrastanti. Se, infatti, da un lato c’è una mappa di gioco maestosa e magistralmente realizzata in grado di rendere il videogiocatore incredulo per le meraviglie che offre, dall’altro, la scarsezza di contenuti secondari può far stancare molto presto. Se da un lato l’affrontare il gioco in compagnia di amici può rappresentare una avventura degna di tale nome che ci tiene incollato il joypad in mano, dall’altro, affrontarlo in single player può far sopraggiungere molto facilmente la noia a causa di una intelligenza artificiale limitata e la totale assenza di iniziativa dei nostri compagni di squadra.

Vero è che stiamo parlando di una closed beta ma il tempo a disposizione per aggiustare certi accorgimenti sembra essere difficile da trovare visto che manca meno di un mese alla pubblicazione del titolo. Potranno sì implementare nuove secondarie per soddisfare il palato di molti, ma come se la caveranno con la gestione dei personaggi non giocanti? Restiamo fiduciosi in atteso di avere la versione definitiva tra le mani il 7 marzo.