Alla fine la notizia che circolava da tempo si è rivelata reale: Sony ha ufficialmente terminato la produzione di PS Vita. Un colpo al cuore per chi ha sperato fino all’ultimo di vedere sfruttate le potenzialità che aveva la console portatile della multinazionale giapponese. Perché, diciamocelo chiaramente, le potenzialità di PS Vita erano altissime, ma purtroppo Sony non è riuscita a gestire a dovere lo sviluppo di questo dispositivo, commettendo (forse) uno dei più grandi “epic fail” della storia videoludica.

Nonostante i continui aggiornamenti rilasciati, il supporto da parte di Sony, ma soprattutto dei publisher occidentali è stato piuttosto misero. La libreria dei giochi è infatti composta in gran parte da titoli Indie, molti di essi regalati con l’abbonamento a Playstation Plus. E3 è la chiara dimostrazione del pochissimo supporto, in quanto durante la fiera, non è mai stata rivolta la minima attenzione a PS Vita. Ma riviviamo la storia della console portatile targata Sony, con quel pizzico di nostalgia che accompagnerà per sempre chi credeva davvero in questo progetto.

L’annuncio di PS Vita

È il 27 gennaio 2011 quando a Tokyo, nel Playstation Meeting, il presidente Sony Kazuo Hirai svela ufficialmente la console alla stampa videoludica. Durante la fiera E3 dello stesso anno, Sony annuncia che il nome sarà Playstation Vita, rivelandone data di rilascio e prezzi. La multinazionale afferma inoltre che la console rivoluzionerà il modo di giocare con “Near”, applicazione in grado di trovare giocatori nelle vicinanze tramite networking.

Alla Game Developers Conference, Sony rivela che PS Vita avrà bisogno di una Memory Card per poter salvare i progressi, un po’ come per Playstation 2. Oltre a ciò, annuncia che solo 3 dei 4 Core disponibili lavoreranno sulle applicazioni e che la console sarà dotata di due telecamere (una frontale e l’altra posteriore), di riconoscimento facciale e di tracciamento.

La pubblicazione di PS Vita

Finalmente, il 17 dicembre 2011, Playstation Vita viene lanciata sul mercato giapponese e resta esclusiva del Paese del sol levante per circa un mese e mezzo. Tra il 22 ed il 23 febbraio 2012 viene infatti pubblicata in America, Europa ed Oceania. La console è disponibile in due versioni: Wi-Fi e Wi-Fi+3G (al costo di 199€, 169£, 199$ e 19.980¥).

La versione originale di PS Vita, la serie PCH-1000, è dotata di un display OLED touch da 5 pollici, due stick analogici, supporto Bluetooth e Wi-Fi (con 3G opzionale). In quanto alle componenti interne, la console può contare su un processore quad-Core ARM Cortex-A9 MPCore, su una GPU quad-Core PowerVR e 512MB di RAM. Lato applicativo, l’interfaccia utente è gestita dal software LiveArea.

Nell’ottobre 2013 (febbraio 2014 nel mercato occidentale) in Giappone viene rilasciata la serie PCH-2000, con maggior durata della batteria, memoria interna da 1GB, più sottile e leggera rispetto alla versione precedente. Fino ad ottobre 2018, sono state vendute 16,5 milioni di unità, un dato incredibilmente negativo se paragonato alle 74,8 milioni di Nintendo 3DS vendute, console rivale di PS Vita.

Ma perché PS Vita non ha riscosso successo?

In precedenza abbiamo visto il prezzo di PS Vita nei rispettivi Paesi. Al giorno di lancio però, per acquistare la console servivano 250€ per la versione Wi-Fi e ben 300€ per quella dotata di 3G, cifre piuttosto esagerate per una console portatile. Se a questo aspetto aggiungiamo anche le Memory Card, il costo diventava ancora più elevato. Per questo motivo Sony ha poi deciso di diminuire il prezzo di vendita.

Nonostante PS Vita potesse contare su un gran numero di tasti, la sua forma si è rivelata essere abbastanza scomoda negli utilizzi prolungati. Molti utenti hanno infatti lamentato dolori alle mani su giochi più impegnativi, come gli sparatutto. Per cercare di arginare questo problema, terze parti hanno prodotto dei grip che però andavano ad aumentare notevolmente le dimensioni del dispositivo, oltre ad aumentarne ulteriormente il costo.

Molto probabilmente, però, ciò che ha affossato principalmente Playstation Vita è stato il poco supporto da parte di Sony e delle software house. Sebbene siano presenti molti Indie e Visual Novel, la console portatile poteva sicuramente ospitare titoli di grande importanza, quantomeno eguagliando PSP.

La delusione per questo fallimento è davvero tanta, perché dal punto di vista dell’hardware c’erano tutte le potenzialità per una console unica, in grado di rivoluzionare il mondo videoludico. Non sappiamo se in futuro Sony cercherà di riparare a questo danno con qualcosa di veramente innovativo in ambito portatile, ci auguriamo solo che tutto venga portato avanti con il massimo supporto di tutti.