Quando si parla di Ubisoft, molte cose possono dirsi, ma sicuramente non che manchi di inventiva. Parecchi dei titoli più innovativi (e divertenti) degli ultimi anni sono ad essa da attribuire e anche Ghost Recon Wildlands va ad intersercarsi nel microcosmo delle perle regalate da Ubisoft al panorama videoludico.

Sono passati anni dall’ultima apparizione dei Ghost su console e quando qualche mese fa il titolo venne per la prima volta mostrato, fu molta la sorpresa nello scoprire che mamma Ubisoft aveva deciso di dare al titolo un’impronta decisamente diversa che in passato.

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Abbandonata la visuale in prima persona e le missioni standardizzate come qualsiasi altro classico FPS, Ghost Recon Wildlands attinge a piene mani da quanto di buono fatto con The Division, adottando un approccio in terza persona in un ambiente completamente open world.

Ma andiamo per gradi.

La storia – El Sueño de la Bolivia

La nuova storia che vedrà protagoniste le forze speciali americane ha luogo in Bolivia, a pochi anni dalla data odierna. L’organizzazione di narcotrafficanti conosciuta con il nome di “Santa Blanca” grazie ai propri rapporti commerciali con USA e Messico ha acquisito un tale potere economico da riuscire a piegare, in patria, tutte le alte cariche governative e militari dello stato, con la ferma intenzione di mettere in piedi un vero e proprio “narcostato”, ed entrare così nella storia. A guidare il Santa Blanca è El Sueño, personaggio tanto crudele quanto carismatico.

La molla che fa scattare l’interventi dei Ghost è l’omicidio di un agente della DEA che da 6 anni lavorava sotto copertura tra le file dell’organizzazione criminale. Il nostro scopo, in quella che verrà identificata con il nome di “Operazione Kingslayer”, è quello di eliminare tutti i leader dell’organizzazione fino a giungerne al capo e cancellare la minaccia rappresentata da El Sueño e dal Santa Blanca.

Il gameplay – Tutto nuovo, ma con quel sapore di casa

Ho giocato più di un “Ghost Recon” nel passato e devo ammettere che il salto nell’open word all’inizio mi aveva portato a pensare che un altro brand che ho amato si fosse piegato alle leggi del mercato e quindi fosse (per me) destinato a scomparire. Sono grato quindi a Ubisoft, che ci ha concesso il codice per la versione PS4, per avermi fornito la possibilità di ricredermi totalmente sull’idea che mi ero fatto.

Già dai primi momenti in Wildlands ho ritrovato il sapore del puro tatticismo che tanto mi era mancato in questi anni, riassaporando un sapore di casa, reso ancora più forte dal fatto che le meccaniche di tiro e movimento di GRW mi ricordavano molto un altro gioco di Ubisoft che ho amato e a lungo giocato, The Division. Ovviamente il tutto va visto in larga scala e con tutti gli accorgimenti del caso.

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Una volta avviata la partita, prima di lanciarci nella nostra nuova avventura, ci ritroveremo a creare il nostro personaggio, editandolo in quanto a sesso, aspetto, abbigliamento e accessori. Il mondo di Ghost Recon Wildlands è vasto e aperto ad ogni nostra libera scelta. Dalle missioni primarie, alle secondarie, alla raccolta di collezionabili utili solo a puntellare la storia del gioco, lineare si, ma comunque interessante, ad altri interessanti oggetti da raccogliere qua e la per la mappa che potranno conferirci abilità uniche, punti esperienza o armi (o parti di esse). E sì, perché il menù di personalizzazione dell’arma, il nostro amato Gunsmith, sarà presente in Wildlands offrendoci la possibilità di modificare il nostro armamentario adattandolo al meglio al nostro sistema di gioco. Dai mirini alle canne del fucile, dai grilletti alle slitte della canna, la personalizzazione dell’arma è davvero molto profonda e accurata.

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La storia narrata, come dicevamo, è piuttosto lineare, con l’obbligo di sconfiggere i boss presenti nelle varie regioni fino a giungere allo scontro con El Sueño. Lineare, ma non banale e nemmeno noiosa. Ogni regione ci regalerà tantissime missioni da svolgere tra primarie e secondarie, tutte divertenti da giocare in virtù della differenza di approcci possibile e della varietà di mezzi che potremo ritrovarci a utilizzare (camionette, moto, auto, furgoni, elicotteri, aerei, c’è di tutto!). Gli spazzi immensi che la mappa offre sono percorribili oltre che sui mezzi già citati, sfruttando il GPS, anche grazie a specifivi punti di spostamento rapido che via via si sbloccheranno nelle varie regioni.

Dal punto di vista della mera tattica, ogni missione di GRW richiede pianificazione e pazienza. Utilizzate il binocolo (o il drone volante) per segnare la posizione dei vostri nemici e di altri elementi di interesse nelle vicinanze, formulate una strategia e affidatevi ai vostri compagni dell’IA per portare a termine la missione senza lasciare tracce da veri “Ghost”. Ci tengo a sottolineare l’elemento IA, in quanto se vi doveste lanciare in co-op online, le missioni che prima portavate a termine con scioltezza, potrebbero divenire massi insormontabili. Il perché è presto detto, l’infallibilità dei vostri compagni di squadra cala, in maniera inverosimile.

Il consiglio è quello di affrontare le missioni in cooperativa con amici con i quali siete in contatto audio, al fine di pianificare al meglio il tutto, altrimenti vi ritroverete a lanciare il vostro drone nel cielo per marcare i nemici e notare che nel frattempo uno dei membri della vostra squadra sta lanciando granate qua e la ai nemici, un altro sta correndo loro incontro armato di mitragliatrice come un novello Rambo e l’altro sta già allontanandosi in moto dal’area della missione prima dell’arrivo dei rinforzi nemici.

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Proprio parlando dei nemici è il caso di dire che nel gioco oltre al Santa Blanca di El Sueño, dovremo vedercela con le forze speciali dell’Unidad. Ma cosa è l’Unidad? Si tratta di forze speciali Boliviane, armate in maniera pesante al fine di intervenire laddove si verifichino scontri o problemi. Il consiglio è quello di evitare di farvi notare troppo da loro, avere a che fare con mezzi blindati ed elicotteri da guerra non è mai piacevole.

Il comparto tecnico – Ubisoft fa (sempre) bene

Parlando del comparto audio del gioco non c’è che da fare un plauso al lavoro fatto. Dalle musiche ai rumori ambientali, tutto è splendidamente realizzato. Il doppiaggio è addirittura magnifico, conferendo ai personaggi, che altrimenti ne avrebbero molto meno, un carisma ineccepibile. Il tocco di classe è stato affidare il doppiaggio del boss del Santa Blanca, El Sueño, ad un doppiatore esperto e amato dal pubblico come Luca Ward, che ha fatto, come sempre del resto, un lavoro meraviglioso nella caratterizzazione del personaggio al punto che spesso in radio vi ritroverete ad essere ammaliati dai proclami radiofonici del leader criminale proprio in virtù della sua voce. Sotto questo punto di vista mi sento di lodare fortemente la scelta di Ubisoft relativa al doppiaggio, soprattutto laddove altre importanti software house hanno ritenuto non necessario regalare un doppiaggio “full ita” ai loro tripla A in arrivo.

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Il comparto grafico fa il suo dovere senza infamia e senza lode, gonfiando il petto nel corso delle cutscene per rendere tutto più bello, e abbassando le pretese nel corso delle operazioni in game. Gli ambienti di gioco sono tuttavia assai godibili e ben realizzati, regalando immense aree da esplorare caratterizzati da una buona varietà di ecosistemi. La buona realizzazione degli ambienti fa storcere ancora di più il naso di fronte alla scarsa caratterizzazione di buona parte dei personaggi con i quali ci troveremo ad avere a che fare nel corso della nostra avventura, salvati, spesso, solo dal buon lavoro di doppiaggio.

Conclusioni

Personalmente ho amato i passati episodi di Ghost Recon e come già detto non avevo grosse aspettative su questo. Ubisoft tuttavia è riuscita a mantenere intatta l’anima dei Ghost adattandola al meglio a ciò che va per la maggiore oggi come oggi sul mercato. Il gioco potrà regalarvi numerose ore di divertimento in single player, ma se giocato in cooperativa con tre amici vi regalerà ancora più divertimento e soddisfazione nel portare a termine le numerosissime missioni che il titolo vi offre. La vastità della mappa e la quantità di cose da fare, unita al buon lavoro tecnico, vi permetteranno di soprassedere su di una trama non proprio brillantissima.

No Lo sconsigliamo a tutti!

Recensione Breve