Nessun fan di Resident Evil si sarebbe mai aspettato il declino della serie dopo l’arrivo del quarto capitolo della saga. Dopo l’uscita di Resident Evil 4 infatti, c’è stata una profonda trasformazione nel gioco targato CAPCOM, passando dal classico survival-horror a qualcosa di molto più spaventoso, un videogioco d’azione. Questo cambiamento ha fatto storcere il naso a parecchi fan di vecchia data, con conseguenti petizioni online per far tornare la saga ai livelli dei primi tre capitoli. La fame di survival-horror è stata parzialmente tenuta a bada da alcuni spin-off e remake, ma c’era bisogno di un ritorno in carreggiata per la serie.

Bene, le preghiere di tutti i fan sono state accolte, Resident Evil 7: Biohazard è un ritorno alla vecchia tipologia di giochi, nonostante l’introduzione della visuale in prima persona. Il gioco offre un esperienza horror terrificante, strettamente focalizzata alla sopravvivenza. Nessuna abilità da migliorare, nessuna missione senza senso, in questo nuovo capitolo dovrete fuggire da un incubo ad occhi aperti, cercando di scoprire il mistero che si cela dietro la famiglia Baker. Nonostante i personaggi presenti non abbiano connessioni evidenti con gli eroi della saga, il DNA della serie torna prepotentemente alla ribalta, dai puzzle ai sottili trucchi psicologici utilizzati per coltivare terrore nei giocatori. Non ci resta che lasciarvi alla nostra recensione.

Resident Evil 7

Benvenuto nell’incubo

Resident Evil VII prende chiaramente spunto dai moderni giochi horror e, in particolare, da quelli in prima persona. Gli appassionati di giochi come Outlast potranno riconoscere molte somiglianze in buona parte della campagna, che segue una serie lineare e abbastanza scriptata di eventi.

La storia ruota attorno alla figura del ragazzo Ehan Winters. Dopo aver ricevuto un video criptico dalla moglie Mia, scomparsa da tre anni, Ethan finisce in un maniero fatiscente nel bayou della Louisiana, dove scoprirà una famiglia di apparenti psicopatici, i Baker. La paura si manifesterà sin dal sentiero che porta alla magione, per poi divampare nel giro di pochi minuti, sulla tavola imbandita, ad una cena con la famigliola alla quale non potremo proprio sottrarci, che ricorda vagamente quella del film Non Aprite Quella Porta.

Resident Evil

Verrete assaliti, trascinati, accoltellati, sottoposti ad amputazioni, e questo solo nella prima mezz’ora di gioco. Per fortuna, la narrazione non scade nel clichè della damigella in pericolo, e il ruolo di Mia, almeno inizialmente, assume un ruolo quasi marginale nella storia.

Nel gioco ogni membro della famiglia è stato caratterizzato alla perfezione, e ci porterà a dover adottare strategie diverse per affrontarli. Il padre Jack vi farà provare il terrore dal vivo, spingendo molto sul combattimento all’inizio del gioco. La madre Marguerite invece richiederà un approccio più stealth, che fornirà alcuni dei momenti di maggiore tensione del gioco, nonchè probabilmente la migliore boss fight. Il figlio Lucas invece  preparerà elaborate trappole in stile Saw, che metteranno a dura prova la nostra inteligenza, portandoci a diffidare di molte cose che avremo dato per scontato. Questi diversi approcci aggiungono varietà, migliorando l’immersione totale, e mescolando il gameplay.

La trama del gioco diverrà sempre più chiara nel corso del gioco, mentre comprenderete i misteri celati dietro la famiglia, e l’oscuro contagio che genera esseri letali ed informi.

Flashback dal passato

In aggiunta alla storia principale, nel gioco si troveranno vari nastri VHS da collezione che aggiungeranno ancora più varietà alla campagna. Ognuno di essi conterrà dei flashback giocabili dal punto di vista di un personaggio diverso, che funziona bene come stratagemma narrativo per spezzare le missioni estenuanti di Ethan. Il migliore è senza ombra di dubbio la videocassetta “Buon Compleanno”, nella quale ci ritroveremo alle prese con un macabro gioco ideato da Lucas, tra Clown, palloncini ed un finale..esplosivo. Se troverete delle difficoltà nel completare la videocassetta, date uno sguardo alla nostra guida per risolvere il puzzle di Buon Compleanno.

Resident Evil

In questo capitolo tornano anche gli amati puzzle, ma a differenza dei primi giochi di Resident Evil, questi svolgono un ruolo minore nel complesso, e la maggior parte di essi sono molto semplici da risolvere. Certamente sarebbe stato bello vederne alcuni più complessi, ma come i nastri VHS, i puzzle sono stati pensati per non ostacolare il proseguimento della campagna. Tra i vari enigmi, spesso ci imbatteremo in proiettori con dei piedistalli vicini, in cui dovremo inserire oggetti e rotearli per ottenere figure ben precise. Tra questi, il più particolare è sicuramente l’enigma dell’ascia giocattolo.

La visuale in prima persona si è rivelata una scelta vincente da parte di CAPCOM. Una delle caratteristiche fondamentali dei primi capitoli, era la posizione della telecamera e la difficoltà nel vedere i nemici, che provocava un enorme senso di terrore e ci costringeva ad essere sempre all’erta. In Resident Evil 7 accade proprio questo, per tutto il corso della storia, ad ogni angolo, dietro ogni porta, il pericolo è li che ci attende, che sia un membro della famiglia o un orribile creatura mutata, non potremo mai abbassare la guardia.

Avete letto bene, creature mutate non zombie. In questo Resident Evil, per quanto risulti strano, non sono presenti gli iconici mostri della saga horror, ma bensì ci troveremo di fronte ad una nuova tipologia di virus, molto più complesso, e legato ad una singola persona.

Parliamo ora degli gli scontri a fuoco, incentrati molto di più ai survival horror che all’azione. Gestire le risorse e consumare meno munizioni possibili sarà la chiave per il successo, visto che il gioco vi offrirà un quantitativo estremamente limitato di rifornimenti. L’esplorazione quindi risulta fondamentale, se non avrete la pazienza di esplorare tutte le zone di gioco, avrete parecchie difficoltà ad arrivare ai titoli di coda. Torneranno le casse inventario, sparse nella mappa di gioco in punti strategici, e il salvataggio tramite registratori.

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Esplorando tutte le zone del gioco, vi ritroverete spesso ad affrontare molti nemici, ma da questo punto di vista Capcom ha deciso di renderci la vita più semplice. Per prima cosa, abbiamo la possibilità di pararci con le mani, per attutire il colpo e i danni inflitti dai mostri, anche se la maggior parte di essi risultano poco minacciosi, e vi potranno creare problemi solo se colti alla sprovvista, o chiusi in un collo di bottiglia. Inoltre per evitarli, vi basterà entrare in una qualsiasi stanza e chiudervi la porta alle spalle, visto che non sono in grado di sfondarle.

Sapere quando è il momento di scappare fa certamente parte di un gioco horror, ma avremmo preferito qualcosa di più impegnativo, soprattutto perché all’inizio del gioco abbiamo selezionato la difficoltà massima disponibile.

L’orrore con il VR

A differenza dei due capitoli precedenti, Resident Evil 7 non contiene il multiplayer, ma l’intera campagna potrà essere giocata con il PSVR. Fondamentalmente, il contenuto rimane lo stesso, ma il modo in cui lo si percepisce cambia radicalmente. Nel complesso il VR funziona bene, la grafica regge, si può mirare semplicemente ruotando la testa, e l’orrore diventa più reale e immediato quando ci occupa l’intero campo visivo. Il problema principale è legato al sistema di controllo adottato da Capcom, a metà tra il sistema classico e il motion sensing.

Di fatto, quando il movimento impartito con il controller non segue quello effettuato fisicamente dal giocatore con la testa (o viceversa), si creerà un effetto particolarmente fastidioso per molti soggetti, che può portare a nausea.

resident evil 7

Graficamente Resident Evil 7 è un gioco che si fa apprezzare nella sua globalità, ma presta il fianco ad alcune critiche quando si vanno a guardare i dettagli. L’Engine di Resident Evil, pur di mantenere una certa leggerezza ed una buona scalabilità, non si preoccupa di fornire, negli ambienti esterni, un corredo visivo particolarmente elaborato, questo però permetterà di far girare il gioco non solo con dispositivi di fascia ultra.

Il comparto sonoro del gioco è sicuramente il cavallo di battaglia del titolo. Il rumore dei nemici, specie se dotati di un buon impianto surround o di cuffie adeguate, vi aiuterà a sopravvivere, pemettendovi  di capire dove si trova la minaccia e agire di conseguenza. Il doppiaggio italiano è ben fatto, ma le voci inglesi hanno decisamente qualcosa in più, specialmente la voce di Marguerite in inglese rende molto meglio. La colonna sonora non è particolarmente incisiva, ma il tema principale Go Tell Aunt Rhody vi rimarrà impresso per tanto.

Conclusioni

Con questo Resident Evil 7, Capcom ha accontentato buona parte dei vecchi fan della saga. Nonostante non ci sia alcuno riferimento nella storia principale ai vecchi capitoli, si respira fin dai primi minuti la vecchia atmosfera horror tanto amata dai nostalgici. Incorporando tutti gli elementi classici, come gli enigmi, le porte con i simboli, le casse inventario, e inserendoli in un nuovo contesto, gli sviluppatori hanno creato un gioco veramente godibile, che può puntare a rilanciare il marchio alla grandezza inziale.

No Lo sconsigliamo a tutti!

Recensione Breve