1952. Il famosissimo scrittore Ray Bradbury pubblica uno dei più famosi racconti di fantascienza che siano mai stati scritti, Rumore di tuono. In questo viaggio Bradbury si immagina un futuro in cui l’essere umano, grazie all’avanzamento della tecnologia, possa viaggiare nel tempo e organizzare safari temporali turistici. Tutto sembra andare nel verso giusto, finché un escursionista calpesta una farfalla durante il suo safari.

La domanda che ora una persona si può porre è: ”cosa potrà mai succedere?”. A primo impatto la risposta è niente. Peccato, però, che sia esistita una persona che non la pensava così: Edward Lorenz, il primo ad analizzare questo evento curioso e bizzarro in parecchi scritti e discorsi. Secondo lui un singolo battito d’ali di un gabbiano avrebbe potuto far alterare il corso del clima.

”Può, il batter d’ali di una farfalla in Brasile, provocare un tornado in Texas?”. 

Tutto questo è stato messo alla base di Until Dawn. Il titolo inizialmente era stato concepito esclusivamente per PlayStation 3 con l’aggiunta del PlayStation Move, ma a causa dell’enorme successo commerciale che stava avendo la nascitura PlayStation 4 si è deciso di fare il salto qualitativo. Il fatto di passare ad una nuova console ha implicato diverse conseguenze, come i diversi posticipi e il miglioramento a tutto tondo del gioco.

Finalmente Until Dawn si mostra in tutta la sua pienezza e noi siamo qui per raccontarvi tutto sulla nuova esclusiva di PlayStation 4.

UN CLASSICO

Ci troviamo nel 2014. 10 amici decidono di radunarsi nella lussuosa baita dei Washington, una nobile famiglia di produttori hollywoodiani che possiede una proprietà su una località montana, Blackwood Pines. A Blackwood Pines tutto tace, le comunicazioni sono interrotte e le aree più lontane si possono attraversare solamente tramite le funivie.
Il problema, però, è che i nostri cari protagonisti non sanno che la peggiore esperienza della loro vita sarebbe accaduta un anno a venire, sempre nella lussuosa quanto macabra località montana.

Nel primo raduno, in cui è ambientato il prologo di Until Dawn, le due sorelle gemelle Hannah e Beth Washington scompaiono misteriosamente dopo uno scherzo organizzato dai loro amici e finito nel peggiore dei modi.
A distanza di un anno esatto, Josh, fratello delle due sorelle, invita tutti gli 8 amici per un altro raduno a Blackwood Pines, al fine di commemorare l’evento che ha scosso tutti.

La storia, com’è facilmente intuibile, è l’unione di più cliché ed espedienti narrativi utilizzati frequentemente dai produttori di pellicole del genere, così come con i personaggi, che rispecchiano fedelmente gli stereotipi dei classici film dell’orrore.

Si passa dalla coppia di fidanzati, al secchione di turno, fino alla ragazza coraggiosa, che nella maggior parte dei casi riesce sempre a salvarsi dalle peggiori situazioni.
Il flashback, con cui coincide l’incipit della trama, nonostante sia stato molto sbrigativo, è stato un buon pretesto per iniziare a prendere dimestichezza con i comandi di gioco e con il sistema di scelte.
L’arrivo alla baita di Blackwood Pines ha invece rappresentato un’introduzione a tutto tondo dell’ambiente di gioco e dei personaggi che ci accompagneranno durante la nostra avventura.
Uno dopo l’altro, ci vengono presentati i diversi protagonisti:

  • Sam, interpretata dalla bellissima Hayden Panettiere, è la migliore amica di Hannah. È una ragazza premurosa, coraggiosa e diligente;
  • Chris, interpretato da Noah Fleiss, è il classico secchione. Ha una cotta per Ashley ed è premuroso, metodico e protettivo;
  • Jess, interpretata da Meaghan Martin, è la nuova ragazza di Mike. Sicura di sé, è una ragazza irriverente e fiduciosa;
  • Emily, interpretata da Nichole Bloom, è l’ex di Mike. È una ragazza intelligente, intraprendente e persuasiva;
  • Matt, interpretato da Jordan Fisher, è il nuovo ragazzo di Emily. È determinato, ambizioso e attivo;
  • Mike, interpretato da Brett Dalton, è l’ex di Emily e il fidanzato di Jess. È un ragazzo intelligente, persuasivo e motivato;
  • Ash, interpretata da Galadriel Stineman, è una ragazza accademica, curiosa e schietta. Ha una cotta per Chris;
  • Josh, interpretato da Rami Malek, è il fratello di Hannah e Beth. È un ragazzo complesso, pensieroso e affettuoso.

Emozioni, comportamenti e atteggiamenti come onestà, carità, coraggio, romanticismo e curiosità sono alla base dell’esperienza di gioco di Until Dawn. Durante questo primo preludio iniziamo a conoscere per bene i rapporti di competizione e d’intesa fra loro. Grazie al sistema di scelte possiamo decidere se far nascere delle rivalità o delle grandi amicizie che dureranno anche tutta l’avventura. Ad esempio, inizialmente, vedendo Mike e Emily flirtare di nascosto possiamo decidere se interferire su questo oppure lasciar correre.

Dopo la fase iniziale in cui abbiamo preso confidenza con gli 8 teenager, si iniziano a scoprire le carte in tavola. Con l’entrata in scena del serial killer e della figura dell’analista, Until Dawn inizia ad ingranare per bene le marce.

Partendo un po’ a rilento Until Dawn dà il meglio di sè durante la metà del gioco. Troviamo qui infatti il culmine dell’esperienza di gioco. Finalmente iniziano i primi veri spaventi e i primi tasselli che compongono il puzzle della trama iniziano a incastrarsi alla perfezione con il resto.
Sedute spiritiche, escursioni in zone remote e abbandonate sono all’ordine del giorno e come mai prima d’ora è qui che si decide il destino della maggior parte dei protagonisti.
Tutto questo riesce a creare il giusto mix tra tensione e tranquillità, senza esagerare e minimizzare.

La fine di ogni capitolo coincide infine con una seduta psichiatrica effettuata dalla figura dell’analista, il Dr. Hill interpretato da uno splendido Peter Stormare. I quesiti che ci verranno proposti serviranno per scandagliare le nostre emozioni, e finiranno con l’integrarsi completamente nella sceneggiatura.

Le fasi finali del gioco ci sono sembrate invece non esattamente all’altezza di quello che abbiamo visto fino ad a quel momento. Sebbene il filo narrativo riesca a tenersi in piedi fino alla fine, la scelta che è stata fatta dai ragazzi di Supermassive Games è quasi riuscita a mettere in discussione tutta la trama di gioco.
Molto probabilmente la decisione presa dagli sviluppatori dividerà a metà il parere del pubblico e della critica.

REQUIESCAT IN PACE

Tutto ciò attorno al quale ruota Until Dawn è senz’ombra di dubbio l’effetto farfalla. Lo svolgersi della trama si basa esclusivamente su questa meccanica, che a tratti è sembrata veramente convincente.

L’idea di darci le chiavi del destino degli 8 protagonisti è stata molto apprezzata, perchè come mai prima d’ora possiamo decidere noi come proseguire e come comportarci con gli altri.
Il sistema di scelte morali e il conseguente effetto farfalla si basano su due modi distinti di approcciarsi al gioco. Possiamo scegliere se giocare con razionalità o con l’istinto. Avendoli provati tutti e due possiamo dirvi con certezza che nessuno dei due prevale sull’altro.
Una scelta morale sbagliata può infatti sconvolgere l’equilibrio e causare danni futuri, così come una scelta più sensata può portare alla morte di uno o più compagni. Non sempre quindi scegliendo la via più sicura si ha la certezza di aver fatto veramente la cosa giusta.

Una volta che avrete perso uno o più amici potete scordarvi di tornare indietro ricaricando il salvataggio prima dell’eventuale morte, perché Until Dawn si basa su un rigidissimo sistema di salvataggi automatici.
L’effetto farfalla e l’esistenza di diversi possibili finali sono buon pretesto che sfocia in un grande potenziale di rigiocabilità.

Le fasi di esplorazione sono caratterizzate oltre che dalle scelte, dai Quick Time Event, che troviamo prevalentemente durante le fasi di scalata e durante le varie fasi di fuga. A causa della loro natura, queste successioni di tasti si rivelano mortali. Basterà sbagliare un solo pulsante per vedere andare in fumo ore e ore di sopravvivenza di un personaggio.

Until Dawn non si limita solamente al raggiungimento di un punto stabilito per proseguire nella nostra avventura, poiché durante le fasi esplorative possiamo trovare numerosi collezionabili, sia all’esterno che negli ambienti interni, ottimi per rendere più affascinante e meno lineare l’esperienza del titolo, sebbene proprio a causa della conformazione della grande mappa di gioco la reperibilità di certi oggetti sia abbastanza difficile e ad un certo punto straziante.
I collezionabili si dividono in indizi riguardo eventi e persone e in totem.

In giro per la grande località montana possiamo imbatterci in diversi oggetti come mappe, fotografie e altri antefatti riguardo la scomparsa delle gemelle, un misterioso uomo legato alla famiglia Washington e un incidente accaduto nel lontano 1952.
I totem, invece sono oggetti mistici che profetizzano un certo evento che potrà manifestarsi in futuro. Troviamo totem di diversi colori a seconda del tipo di profetizzazione:

  • Neri, profetizzano la morte di chi recupera l’oggetto;
  • Rossi, rivelano una potenziale minaccia;
  • Marroni, pronosticano la possibile morte di uno dei nostri compagni;
  • Gialli, profetizzano una specie di guida per delle scelte future;
  • Bianchi, portano fortuna attraverso la visione di un determinato oggetto.

TECNICAMENTE

Giocando ad Until Dawn non si può non ammirare tutto quello che c’è di bello nel gioco a livello tecnico, molto sopra la media, soprattutto grazie alla realizzazione dei personaggi, resi realistici facendo affidamento ad un’ottima modellazione e ad una buona espressività degli stessi.
Il doppiaggio è ben riuscito, sebbene non manchi qualche sbavatura qua e la nella fase di synch. Parlando di doppiaggio non possiamo non menzionare il buon lavoro svolto dai doppiatori italiani, che sono riusciti ad esprimersi al meglio in quest’opera. Nonostante questo vi consigliamo di provare il gioco anche in lingua originale con i sottotitoli.

L’atmosfera fa da cornice in modo a dir poco perfetto a un titolo del genere. Sia gli interni che gli esterni sono stati curati con maniacalità. La baia, il senatorio, la miniera e il capanno hanno tutti gli elementi che contraddistinguono gli ambienti del genere, come il loro stato di degrado, ricreato tenendo cura di ogni minima parte di esso. Tutti gli ornamenti di ogni singola ambientazione non hanno mai avuto così tanta importanza come ora.

Gli alti dettagli, la cura degli oggetti e  gli effetti particellari rendono entisiasmante l’esperienza visiva di Until Dawn, sembra quasi di star guardando un film e non giocando a un videogame.

L’esperienza di Until Dawn non è solo visiva, anzi, la parte maggiore lo fa il comparto audio, curato anch’esso in modo ottimale. Si passa dalla quiete agli exploit audio con i quali la musica enfatizza al meglio la situazione in cui ci troviamo.
Tutte quanto descritto fa capire come i ragazzi di Supermassive Games abbiano sfruttato per bene l’hardware di PlayStation 4 e il motore di gioco di Killzone: Shadow Fall.
Sfruttato sì, ma fino ad un certo punto perché con un dettaglio così alto non mancano cali di frame, che però non intaccano in maniera rilevante le sequenze di gioco.

COMMENTO DELL’AUTORE

Supermassive Games voleva proporci un’esperienza diversa, dove le nostre scelte avrebbero influenzato lo svolgersi della trama. A quanto pare ci è riuscita solo a metà.
La trama, caratterizzata da una partenza a rilento riesce a dare il meglio di sè nella parte centrale, per poi ricadere negli ultimi atti. Attenzione però, Until Dawn non è un titolo da evitare. A fronte di una trama altalenante, il gioco riesce a togliere non poche soddisfazioni.
Il comparto tecnico è uno dei migliori visti fino ad oggi, ottima resa grafica e comparto audio sopra la media.

No Lo sconsigliamo a tutti!

Recensione Breve