L’incontro con Revolver Ocelot

Torno lucido dopo lo shock dettato dalla visione di Psycho Mantis e salgo sull’ascensore, diretto al piano B2 dove dovrei trovare il presidente della ArmsTech, Kenneth Baker.

Non appena le porte dell’ascensore si aprono davanti a me, ciò che mi trovo di fronte è una serie di stanzoni tutti uguali, disposti in una griglia 3×2. Sono praticamente tutte chiuse da serrature di sicurezza apribili solo con schede di accesso di livello adeguato e spostandomi tra di esse quasi non finisco in una botola trappola.

Con la tessera che mi ha dato il defunto direttore della DARPA riesco ad aprire una serratura e procurarmi un po’ di esplosivo al plastico C4 e qualche granata.

Muovendomi per i corridoi noto con la coda dell’occhio nell’angolo in fondo alla stanza una parete che mi sembra di colore leggermente differente rispetto alle altre e ripenso a quanto mi aveva detto Anderson relativamente alla recente riverniciatura delle pareti per nascondere l’accesso alle stanze dove viene tenuto Baker.

Avvicinandomi a una di esse e bussando sulla vernice noto che il muro emette un rumore differente dagli altri, quasi un eco, come se fosse vuoto dentro. È il momento di usare il C4 che ho trovato poco fa.

Avvicinatomi alla parete, piazzo l’esplosivo e mi metto a distanza di sicurezza prima di farlo esplodere. Dopo il botto, e il fumo, proprio come pensavo, si para dinanzi a me un corridoio nascosto che mi dà accesso a delle altre stanze e, ancora una volta, dei segni di vernice differenti. Utilizzando nuovamente il C4 riesco a effettuare delle nuove aperture nelle pareti. Entrando in una di queste per poco una telecamera non mi fa secco, riesco per fortuna a lanciare una granata “Chaff” e a mandare in jam la sicurezza. Ci sono due porte di livello 6, decisamente troppo per la mia tessera di livello 1, ma riesco comunque a recuperare nella stanza dell’altro C4.

Esco dalla stanza ed entro nell’altra apertura fatta col C4 pocanzi, e ciò che mi trovo davanti è il vecchio presidente Baker legato al pilastro centrale all’interno della stanza.

Non capisco bene se sia ancora vivo o morto, quindi mi avvicino per controllare, ma dopo qualche passo lo sento lamentarsi e allora mi rassicuro che ci sia ancora qualche speranza.

La stanza è piena di strani fili tesi attorno a Baker che, con un rantolo di dolore, mi invita a guardarmi bene dal toccarli. Tutta la maledetta stanza è cosparsa di esplosivo C4, collegato appunto a quei fili, e quindi con una mossa sbagliata potrebbe saltare tutto per aria. Faccio in tempo ad accorgermene che sento scattare il cane di un revolver, poi uno sparo. Balzando indietro riesco ad evitare d’essere colpito, poi, l’uomo che mi ha sparato appare da dietro di uno dei pilastri presenti nella stanza e con voce roca mi conferma che se toccassi uno di quei fili potrei dire addio al presidente della ArmsTech, alla missione e , probabilmente, alla mia stessa vita.

“Allora sei tu quello di cui il capo parla in continuazione”

“E tu invece chi sei?”

“Operazioni Speciali FOXHOUND… Revolver Ocelot.”

L’uomo che ho di fronte ha lunghi capelli bianchi tirati all’indietro e dei folti e altrettanto candidi baffi. Parla con un pesante accento russo e il suo completo elegante con tanto di bavero rosso a ricordare proprio la sua madre patria è sovrastato solo da una cartucciera e un lungo impermeabile marrone.

La cosa che mi lascia più sbalordito, tuttavia, non è il suo aspetto o la sua divisa non esattamente conforme ad un campo di battaglia, ma la maestria con la quale armeggia con il proprio revolver. Revolver Ocelot è il membro della FOXHOUND esperto d’armi, che, armato con la sua Colt SAA (Single Action Army), padroneggia perfettamente una speciale tecnica di sparo con rimbalzo, riuscendo a colpire in tale maniera anche nemici che sarebbero nascosti alla normale traiettoria di un proiettile, sfruttando un gioco di sponda con le pareti che lo circondano.

Devo stare attento e muovermi alla svelta senza espormi ai suoi colpi, magari approfittando del momento in cui ricarica l’arma dotata di soli sei proiettili che, a detta sua, tuttavia sono “più che sufficienti per uccidere qualunque cosa si muova”.

Rimango per un attimo quasi ipnotizzato a guardare la figura di quell’uomo armeggiare con il suo Revolver, come fosse un giocoliere al circo quando improvvisamente nei miei pensieri irrompe la sua voce roca… “Estrai!

Snake Racconta Metal Gear Solid - Scontro con Ocelot

Provo ripetutamente a colpirlo con la mia SOCOM, ma per essere un vecchietto è parecchio arzillo e continua a muoversi e nascondersi tra le colonne della stanza. Anche io sono costretto a continuare a muovermi per non finire colpito dai suoi maledetti colpi con rimbalzo sulle pareti, mentre in sottofondo al rumore dei nostri spari si alternano solamente le urla di sofferenza del presidente della ArmsTech, Kenneth Baker.

Il momento propizio per colpirlo si presenta ogni qualvolta Ocelot si ferma a ricaricare il suo dannato revolver a sei colpi. Il duello va avanti per un po’ senza che nessuno riesca a prendere il sopravvento.

“Non c’è male. Proprio quello che mi aspettavo dall’uomo con lo stesso nome in codice del capo”

Ancora una volta Ocelot parla di Liquid Snake, che al momento guida il gruppo Next Generation e al quale mi sa dovrò presto chiedere spiegazioni.

Improvvisamente Ocelot sbuca da dietro una colonna e mi punta contro il revolver a cane armato, quando altrettanto improvvisamente una figura compare dal nulla e gli mozza la mano destra.

Una mimetica ottica! Che sia lui l’intruso al quale facevano riferimento le guardie che avevo sentito parlare poco dopo essere penetrato nella base?

Non riesco a distinguere la figura dell’uomo in mimetica ottica, ma presumibilmente deve avere con sé un’arma assai affilata vista la facilità con la quale ha portato via la mano a Revolver Ocelot e tagliato tutti i cavi che legavano Baker al C4.

Io sono abbastanza confuso, ma Ocelot sembra avere immediatamente riconosciuto l’uomo apparso dal nulla.

“Una mimetica ottima! Non sai neanche morire?”

Poi, rivolgendosi a me, dice che sono stato fortunato e scappa via portandosi via anche l’arto appena mozzatogli.

Finalmente la figura in mimetica ottica si mostra, è un ninja, ma niente tutine nere e robe del genere, è un cyborg. Non credo di aver mai visto nulla del genere. Un esoscheletro che impugna una katana e il cui volto è celato da un casco. Non so davvero cosa possa accadere, così mi metto immediatamente sulla difensiva.

Snake racconta Metal Gear Solid - snakeefox

“Chi sei?”

“Sono uno come te… Non ho un nome”

 Non faccio in tempo a chiedere ulteriori spiegazioni che il ninja davanti a me sembra impazzire in preda a non so quale crisi, scappando poi via dopo qualche istante.

Ha detto di essere “uno come me”, quindi mi conosce?!?

Aiuto Baker, fin qui rimasto sdraiato a terra, ad alzarsi e la prima cosa che gli chiedo riguarda il codice di lancio. Purtroppo per me anche lui, come l’altro ostaggio prima di lui, ha ceduto e rivelato il proprio codice. Baker tuttavia mi conferma che sia lui che il direttore della DARPA hanno subito degli innesti mentali proprio per evitare che la loro mente possa essere letta, tant’è che lui ha ceduto dopo la tortura inflittagli da Revolver Ocelot, che gli ha spezzato anche un braccio.

Ma se le loro menti sono fatte per resistere anche alla lettura mentale di Psycho Mantis, non mi capacito davvero come sia possibile che Anderson abbia ceduto…

Baker mi chiede del direttore della DARPA e alla notizia della sua morte sembra lamentarsi con un tale “Jim” del fatto che non fossero quelli i patti e si convince che sia lì per eliminare anche lui. Stranamente nemmeno lui crede al fatto che Donald Anderson abbia avuto un infarto. La faccenda non smette di puzzarmi.

Baker porta altre cattive notizie, confermandomi di non avere con sé la scheda di attivazione per il lancio, ma di averla consegnata a una donna, una recluta che era in cella con lui e che si era rifiutata di prendere parte alla ribellione orchestrata da Next Generation e capitanata da Liquid Snake. Sicuramente la stessa pivellina nella quale mi sono imbattuto nella zona della cella del direttore della DARPA, la nipote del colonnello Campbell.

Baker mi fornisce il codice per rintracciare via CODEC la ragazza e, qualora anche la soluzione dettata dalle schede PAL dovesse sfumare mi consiglia di prendere contatto con uno dei suoi impiegati, un certo Hal Emmerich, l’ingegnere capo del progetto METAL GEAR REX, descritto da Baker come un genio dell’ingegneria “anche se un po’ bizzarro”, che potrà sicuramente darmi una mano a scoprire come impedire a quel maledetto carro armato bipede di lanciare la testata nucleare.

Chiedo spiegazioni a Baker sul progetto METAL GEAR e sul perché del portare avanti una minaccia nucleare e ciò che mi viene rivelato mi lascia alquanto sbigottito. Il vecchio mi fornisce anche un disco ottico con importanti dati sulle esercitazioni portate a termine fino a quel momento e una tessera per aprire le porte di sicurezza di livello 2. Poi mi invita a proseguire la missione senza di lui.

Prima di andare via gli chiedo anche del ninja apparso poco prima visto che mi è sembrato riconoscerlo. Baker mi rivela che quel tipo è il “piccolo e oscuro segreto della FOXHOUND”, un soldato genetico sperimentale e che, per saperne di più, avrei dovuto porre le mie domande alla dottoressa Naomi Hunter della FOXHOUND, la stessa che mi ha clinicamente preparato a questa missione e che ho modo di raggiungere via CODEC.

Poi accade di nuovo, lo stesso fenomeno accaduto con il direttore della DARPA. L’anziano uomo è colpito da spasmi, si lamenta, trema, blatera qualcosa sul Pentagono e sul fatto che mi stiano solo usando e poi muore, esattamente come l’altro ostaggio prima di lui.

DANNAZIONE!

Contatto immediatamente via CODEC il colonnello Campbell che, come facile aspettarsi fa il vago e mi invita semplicemente a proseguire con la mia missione e a mettermi in contatto con Meryl, questo il nome di sua nipote, la pivellina in possesso della scheda PAL di Baker.

Prima di chiudere la conversazione e proseguire con la mia missione, però, proprio come mi aveva consigliato di fare l’appena deceduto presidente della ArmsTech, chiedo a Naomi spiegazioni sul cyborg ninja apparso poco prima. La donna nega che l’uomo facesse parte o fosse un progetto della FOXHOUND, affermando che non ci sia mai stato qualcosa del genere nella loro unità. Al mio insistente domandare risponde invece il colonnello che chiude la conversazione invitandomi a proseguire e fare il mio dovere.

Tutti in questa dannata missione mi nascondono qualcosa e l’unico che rischia davvero la vita sono io in questa stramaledetta base!

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