Era il dicembre del 1994, e Sony si accingeva a rivoluzionare per sempre quello che era il concetto di console domestica presentando al mondo PlayStation. Sono passati più di vent’anni e alla prima piattaforma PlayStation si sono succeduti altri 3 modelli, con cadenza quasi sempre quinquennale.

Ma perché le console hanno preso il sopravvento sui PC?

Innanzitutto i primi PC erano relegati in ambito professionale, venivano usati in studi di professionisti, o al più di programmatori; le console quindi, erano considerate strumento di svago con il quale si portava la sala giochi, famosissimo luogo di aggregazione di moda negli anni ’80, in casa.

Con il passare degli anni l’evoluzione dei PC e della loro potenza di calcolo ha insidiato il trono di oggetto videoludico alle console fino ad arrivare ai giorni nostri in cui le case di produzione di computer suddividono la loro linea di prodotti tra quelli professionali e quelli dedicati al gaming.

Viene da sé che molto probabilmente le console come le conoscevamo sono destinate a sparire. Non si potrà più assistere ad una console con un ciclo vitale di 5 o addirittura 8 anni, come avvenuto per PlayStation 3 e Xbox 360, ma, data la velocità di evoluzione dei processi produttivi in ambito hardware, il ciclo di vita è destinato ad accorciarsi drasticamente. L’inizio di questo processo di evoluzione delle console domestiche è iniziato nel corso di questo E3, nel quale abbiamo potuto notare come i due maggiori produttori di console abbiano scelto di adottare strade differenti per il settore gaming.

Abbiamo da un lato Sony, che ha proposto una console più potente dell’originale, per permettere gli sviluppatori di programmare con più libertà, senza sentirsi costretti dai circa 2 TFlops di potenza della PlayStation 4 originale. Ovviamente i benefici della versione NEO di PlayStation 4 non si limiteranno ad un mero discorso grafico, ma garantiranno un output video a 4K per i puristi dei contenuti in UHD anche se, a parte qualche servizio tipo Netflix, di questo tipo di contenuti non si ha ancora una estesa diffusione nel nostro paese.

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Dall’altro lato della barricata (per citare una famosa canzone) Microsoft ha proposto una visione più ampia del gaming, proponendo una versione slim della sua ammiraglia, ed una nuova console, di cui non si conoscono le specifiche se non che avrà una GPU da 6 TFlops di potenza di calcolo, rendendola quasi pari ad una GTX 1080.

Ma a differenza di Sony, Microsoft avendo anche in mano il settore PC, ha iniziato ad offrire ai giocatori la possibilità di poter usufruire dei propri titoli anche su PC, avviando il servizio Play Anywere che propone la possibilità di acquistare i titoli in esclusiva Xbox One sullo store Windows, e giocarli sia su PC e sia su console, duplicando di fatto l’offerta ed il bacino di utenza dei titoli tripla A, permettendo così agli sviluppatori di ammortizzare prima i costi.

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Ma questi cambi di strategie come potranno far evolvere il mercato delle console?

Secondo un (mio personale) punto di vista, come scritto in precedenza, le console per come le conosciamo noi della vecchia guardia sono destinate a scomparire per far posto a piattaforme che avranno una vita di al massimo 3 anni, o per meglio dire, i produttori di console immetteranno ogni tre anni una versione più potente della console che permette di migliorare sensibilmente le prestazioni del modello originale, mantenendo però la compatibilità con quello precedente, un po’ come fa Apple con l’avvicendarsi dei modelli S.

Assisteremo ad un susseguirsi di console che manterranno l’architettura inalterata, ma aumenteranno in potenza computazionale. Avremo per esempio Xbox One S e Scorpio, poi Scorpio e Scorpio 2, e così via, ed ovviamente i titoli per Scorpio 2 saranno compatibili con Scorpio.

Questa strategia potrebbe rivelarsi vincente se studiata adeguatamente, perché ovviamente chi possiede la console base potrà giocare a tutti i titoli per almeno 5 anni, mentre chi vuole l’ultima console più potente avrà l’opportunità di cambiarla ogni 3 anni. La cosa più interessante è che, mantenendo la stessa architettura software ed hardware, porteremo sempre con noi la nostra libreria giochi. D’altronde, i giocatori PC sono abituati a questo cambio di componenti ogni due o tre anni, spendendo 5/600€ per l’upgrade del proprio sistema, quindi avrebbero molti stimoli a passare al mercato console paventato in questo articolo con tutti i benefici che esso comporta?

 

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