Ed eccomi qua ad illustrarvi il buono e il marcio, e ce n’è di entrambi a iosa, del primo DLC di Dark Souls 3. Ashes of Ariandel ci trasporta in un mondo innevato, bianco, ma non per questo meno letale di Lothric.

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Novità mascherate

Tanti nemici nuovi, alcuni (pochi, secondo me) equipaggiamenti ed incantesimi del tutto inediti, nonché alcune delle scelte meno azzeccate che From potesse fare. Ecco un breve riassunto di quanto ho visto nella decine di ore impiegate per completare questo DLC.

Partiamo dai nemici; nuovi di zecca, o almeno si fa per dire. Riprendendo in parte la lore (e i Souls player sanno di che cosa parlo) di alcuni di quelli già incontrati nel gioco base, From non si è poi sprecata più di tanto nella caratterizzazione dei nostri nuovi avversari, eccezion fatta per alcuni di loro. Incroceremo le lame quindi con i Cavalieri di Milwood, robusti e ignoranti come Havel ma con qualche abilità in più; fuggiremo da branchi di lupi assetati di sangue e cercheremo di non farci abbracciare da arbusti fin troppo affettuosi.

Attenzione però, perché nonostante sembri una pletora di novità non indifferente il vecchio vizio di From di riutilizzare i vari assets sembra non essere svanito, purtroppo. E, per quanto carismatici e di sicuro impatto, anche i boss che si incontrano sono stati una sorta di tuffo nel passato. Senza farvi spoiler (non voglio rischiare di trovarmi un branco di vacui non morti assetati di sangue di scribacchino alla porta) tutto o quasi quel che ho visto e affrontato è stato una sorta di Ariamis 2.0.

Lo stesso disappunto l’ho provato quando si è trattato di frugare tutte le nuove aree per raccattare equipaggiamenti. Memore della mole immensa di nuovi oggetti, malocchi e gingilli che avevo avuto modo di sperimentare nei DLC di Dark Souls 2, speravo sinceramente di saccheggiare Ariandel come un brenno fece con Roma. Niente, nada, nisba. Ho esplorato come un folle, senza tralasciare un singolo millimetro delle ambientazioni ma il bottino è stato, invero, magro. Tra armi, armature, anelli e altri giocattoli non si arriva alla quindicina di oggetti. Un po’ poco, a mio avviso, per accontentare una community che richiede innovazione e, soprattutto, varietà.

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From, l’ottimizzazione è tutto.

Inutile tediarvi sulla bontà degli effetti particellari, del comparto grafico in generale e di quello tecnico. Per ovvie ragioni Ashes of Ariandel eredita in blocco questi assetti dal gioco originale. Quello che però mi ha lasciato l’amaro in bocca è stato vedere come, a distanza di mesi dal rilascio del titolo, i problemi tecnici persistano. E’ un po’ brutto, e di sicuro spezza notevolmente il ritmo di gioco, vedere ad esempio il framerate calare drasticamente fino a picchi (o dovrei dire Abissi. Ah-ah-ah) indecenti. E anche in aree che, ad occhio, non dovrebbero gravare particolarmente sul motore di gioco, luoghi ove a schermo c’ero solo io, l’ambientazione e la mia rabbia nel vedere riproposta questo difetto.

Per il resto, come già detto, questo DLC eredita dal punto di vista tecnico tutto il buono e il cattivo del titolo originale. La qualità è quindi alta, sicuramente molto elevata; e la cura del dettaglio è, come Miyazaki ci ha abituati, maniacale.

Il buono che c’è.

Sembra quasi, rileggendo quel che ho scritto finora, che ci sia la ferma intenzione di stroncare il DLC, ma così non è, ve lo posso garantire. Semplicemente, da fan della saga, mi aspettavo di più, volevo di più.

Ma il buono, anzi, l’ottimo, c’è. Alcune figure carismatiche (parlare di un Souls, senza fare spoiler, è ancora più difficile che completarlo. Seriamente), le ambientazioni come al solito sublimi e d’impatto e la costante, intima quasi, sensazione che ogni nostro passo nel mondo di Ariandel possa essere l’ultimo riescono a creare un mix azzeccato, in grado di tenere il giocatore incollato allo schermo.

Il supporto di From Software a Dark Souls 3 continua, aldilà del DLC in sé, e porta anche una funzionalità online che ho intimamente apprezzato: la reintroduzione delle Arene, che per un PvP player questa è manna dal cielo, il ritorno di una modalità competitiva del tutto slegata da Covenants e dal farming di anime a spese di ignari invasori o invasi.

Nelle Arene sarà possibile scontrarsi con uno o più giocatori, partecipando a diversi tipi di incontro: dal classico uno contro uno, cappa e spada, dove vince il migliore o quello che lagga di meno, fino a mischie in stile wrestling: tutti contro tutti ignorante come Gwyn comanda.

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Conclusioni a brace fredda.

Deludente sotto certi aspetti, formidabilmente convincente sotto molti altri, questo Ashes of Ariandel si posiziona nella media dei DLC. Vale sicuramente il suo prezzo, specialmente se siete fan della saga, anche se la sensazione di dejà vu che traspare da quasi ogni pixel potrebbe far rimanere con l’amaro in bocca chi si aspettava più novità. Attendiamo quindi, con trepidazione e fiducia, il prossimo dei due DLC previsti per Dark Souls 3 che stando a quanto dichiarato da Hidetaka Miyazaki dovrebbe essere disponibile non prima dell’anno prossimo. Vi ricordiamo che il DLC Ashes of Ariandel è disponibile per Xbox One, Playstation 4 e PC dal 25 ottobre 2016.

No Lo sconsigliamo a tutti!

Recensione Breve