Nessun nome all’interno dell’ottava generazione videoludica causa più chiacchiere e scompiglio di Assassin’s Creed, il prodotto partorito dalle menti di Ubisoft Montreal nel lontano Novembre del 2007. Il primo capitolo della serie fu un successo commerciale clamoroso, grazie anche al prezioso aiuto di una massiccia campagna pubblicitaria, tanto imponente da convincere Ubisoft a fornire al titolo quattro seguiti con cadenza annuale, tutti altrettanto fortunati. A volte però, dove il cliente gioisce la critica storce il naso. Troppo corti, troppo semplici, troppo monotoni o troppo colmi di difetti, i capitoli della saga non hanno mai smesso di essere “troppo” negativi per gli esperti del settore, che nonostante i voti insoddisfacenti e gli ammonimenti non sono mai riusciti a intaccare il successo indiscusso di quella che è, a tutti gli effetti, una delle saghe più discusse e importanti degli ultimi tempi.

Sono passati cinque anni dalla nascita del capostipite e i videogiochi – i giocatori più longevi già lo sanno, – non sempre invecchiano bene come il vino. Superato lo stupore e l’emozione iniziale, i giocatori ora si sentono stanchi di vestire i soliti panni del credo, insicuri e spossati all’idea dell’ennesimo prodotto svogliato, quasi timorosi al pensiero che un nuovo Assassin’s Creed possa deludere le loro aspettative o persino non eccederle. In questo mare in burrasca di dubbi e scetticismo, Assassin’s Creed IV: Black Flag si prepara ad approdare sugli scaffali dei negozi, nutrendo la coraggiosa speranza di non rimanervi arenato.

Mar dei Caraibi, XVIII Secolo. Tutte le grandi storie iniziano allo stesso modo: c’è un uomo con un sogno e in questo caso il sogno è quello di vivere libero come il vento e ricco come un nobile, più crudele della classica visione odierna e cinematografica dei pirati, ma non privo del senso dell’onore e del dovere. La fame è tanta e le alternative sono poche per Edward Kenway, che alla fine si ritrova costretto per forza di cose ad arruolarsi sotto la bandiera nera dei pirati. La vita di Kenway, il pirata che per una serie di imprevedibili eventi si ritrova a combattere l’ordine dei templari, ha un gusto indubbiamente più saporito e piccante delle grigie distese e delle tiepide vicende di Connor, protagonista del contestatissimo terzo capitolo della serie e laddove la neve la faceva da padrone prima, ora regna  sgargiante il mare dei Caraibi, con le sue tinte accese e i suoi caldi colori sfavillanti che si perdono a vista d’occhio. Un cambio di rotta impressionante che rende il tutto più vitale e dinamico che mai. Dall’altro lato di questo mondo tropicale e vivo, il protagonista effettivo della storia si sveglia puntualmente nel mondo reale, più precisamente nella sede centrale della grande potenza videoludica denominata “Abstergo Entertainment Company”, una società di fantasia che strizza più di un occhio alla Ubisoft Montreal stessa, con tanto di tempi di sviluppo stretti, impiegati sottopagati e action figure di Ezio e compagni, per poi concludere con, sopresa delle sorprese, un Animus per famiglie venduto ai videogiocatori come un mezzo d’intrattenimento. In questo mondo completamente opposto rispetto a quello conosciuto attraverso gli occhi di Desmond Miles, il Soggetto 17 (nuovo protagonista e unico detentore delle memorie di Edward Kenway) lotta silenziosamente per scoprire da dove derivano i suoi ricordi, violando la sicurezza dei dipendenti Abstergo. Il passaggio dalle avventure del pirata a quelle del suo discendente è contraddistinto dal cambio della telecamera dalla terza persona alla prima persona, in modo da mantenere sempre segreta l’identità del nostro alterego quando esce dall’Animus, una scelta che aiuta sensibilmente a calarsi nei panni della nostra versione parallela, che armata di tablet ultramoderno combatte i complotti della Abstergo a colpi di hacking e minigiochi, per svelare i retroscena nascosti fra Assassin’s Creed III e Black Flag.

Assassin's Creed IV

Il mix di arrembaggi in mare e infiltrazione tecnologica premia bene la trama del gioco, creando un contrasto piacevole fra vecchio e nuovo, più eccitante delle acrobazie per le antiche strade di Roma e più coinvolgente di quanto le peripezie di Desmond e dei suoi antenati lo fossero mai state. Un cambio di rotta dettato dalla necessità di rinnovare e rispolverare il nome della serie, che non solo riesce a far risplendere le ambientazioni e le intricate vicende del pirata assassino, ma anche a portare una ventata di novità per quanto riguarda il gameplay ormai ridondante e collaudato dei precedenti giochi.

Stanchi del solito corri, salta, scala e uccidi? Se la risposta è si, allora Assassin’s Creed IV fa al caso vostro, perché questa volta Ubisoft si è seriamente rimboccata le maniche e ha deciso di rendere più frizzante quella che altrimenti sarebbe stata l’esperienza di sempre. La prima novità del gioco è che a scuotere un po’ le acque ci pensa un fattore stealth rinnovato, molto più accentuato rispetto ai precedenti episodi dove era solo lievemente accennato, grazie alla complicità delle location colme di vegetazione e cespugli capaci di occultarci alla vista dei nostri nemici all’interno delle “Zone Rosse” pesantemente sorvegliate, nonché alla presenza delle quattro bocche da fuoco che diventeranno disponibili nel corso dell’avventura, con cui colpire furtivamente un nemico per poi fuggire al nascondiglio successivo, dove Kenway potrà poi liberarsi delle guardie più curiose grazie all’ausilio delle sempreverdi Lame Celate. L’infiltrazione silenziosa non è andata per il verso giusto? Niente paura! I combattimenti goffi e poco convincenti del passato sono solo un ricordo, perché adesso il nostro assassino può lottare in maniera più fluida e scorrevole, le azioni sono più gradevoli alla vista e più convincenti di quelle viste nel terzo capitolo e lottare con cinque o sei nemici alla volta non procura più un senso di profondo irrealismo, ma anzi risulta più piacevole e soddisfacente che mai, anche grazie alla collaborazione delle pistole in corsa, una novità assoluta di Black Flag. Inoltre il menù circolare per il cambio armi che prima causava incubi ai videogiocatori è stato sostituito da un menù a croce più immediato e meno caotico.

Se invece la stanchezza delle risse si fa sentire, potete adottare un approccio più raffinato e pulito pedinando l’obiettivo delle vostre lame celate, sia esso un ricco nobile che custodisce un bottino colmo di ricchezze oppure un animale da cui ricavare pelli e materia prima, necessaria per creare potenziamenti per il vostro equipaggiamento, altrimenti rintracciabili presso i negozi a prezzi più salati dell’acqua di mare. Per i più avventurosi è invece possibile esplorare un numero illimitato di isole e isolotti alla ricerca di tesori e segreti, oltre ai classici frammenti dell’Animus, accompagnati da un’altra novità assoluta di Black Flag: i fogli delle canzoni; frammenti di carta in volo che è possibile recuperare percorrendo in tempo il giusto percorso acrobatico, per allietare i viaggi in mare con nuove melodie piratesche da far solfeggiare alla vostra ciurma di manigoldi.

Passiamo ora alla novità più corposa di Assassin’s Creed: Black Flag, che di sicuro è anche la componente più attraente del titolo: i viaggi in mare e la Jackdaw, la nostra personalissima nave con cui condurre scorribande in giro per i sette mari. Per cominciare basta gettare un’occhiata all’orizzonte con il cannocchiale, individuare una facile preda e coglierla di soppiatto. Si parte dal reparto “armi pesanti”, con i cannoni distribuiti sui fianchi per colpire da lunghe distanze, le palle con catena a prua e i barili esplosivi a poppa, per danneggiare gravemente ogni vascello nemico tanto incauto da tentare un inseguimento. Grazie al bottino accumulato depredando galeoni e navi Inglesi e Spagnole è possibile arricchirsi, oppure personalizzare l’aspetto del nostro vascello rendendolo più temibile alla vista e sempre più pericoloso per i nostri nemici. Una volta reso il nome “Jackdaw” un nome in grado di alimentare il terrore nel cuore delle altre fazioni, sarà possibile dare la caccia a navi sempre più potenti e magari tentare la fortuna braccando navi colme di Rèal, (la moneta corrente) o ancora, assaltare le imponenti fortezze navali. Fra le prede più temibili spiccano i vascelli leggendari, vere e proprie bestie mitologiche di legna e cordame in grado di affondare da sole intere flotte navali.

Attenti a non esagerare con le scorribande però! Troppi atti criminali in giro per il mare vi varranno una ricca taglia sulla testa, nonché il fastidioso pedinamento di una o più navi da caccia, solitamente armate fino ai denti e ostiche da seminare o affrontare. Una volta resa inoffensiva l’imbarcazione nemica, potete scegliere se affondarla per recuperare solo una parte del carico, oppure menare le mani e darvi all’arrembaggio per accaparrarvi il 100% del bottino e poi sfruttare i resti della nave per riparare la Jackdaw, diminuire la vostra notorietà o accrescere la potenza della vostra flotta personale. Fra un atto di brigantaggio e il successivo è possibile esplorare ogni zolla di terra in vista, senza alcun caricamento o rallentamento, gettandoci dalla Jackdaw e nuotando fino a riva, con lo scopo di raccattare il materiale necessario ad aggiornare l’equipaggiamento per la prossima missione. Ogni missione principale prevede inoltre almeno due sfide collaterali, necessarie per completare le quest con la massima percentuale di completamento, così da ricevere alcuni “Trucchi” speciali in grado di alterare momentamente le regole del gioco, per esempio manipolando il ciclo giorno-notte a proprio vantaggio.

La vita da pirati non basta? Acquistate la campana subacquea e gettatevi alla ricerca di relitti ricolmi di tesori, oppure passate alle attività da lupi di mare e montate il necessario sulla Jackdaw per dare la caccia a squali e balene. Qualunque sia il vostro passatempo preferito, il vasto mondo di Black Flag si dimostra sempre solido e convincente, ricolmo di missioni secondarie ricche e emozionanti in grado di convincere anche i più titubanti a spendere ore, giorni e settimane fra le onde dei Caraibi. Le ambientazioni non sempre risultano uniche o adeguatamente caratterizzate, ma appare tuttavia evidente lo sforzo di Ubisoft nel differenziare come possibile ogni angolo del suo vasto universo free-roaming.

Tecnicamente parlando il gioco soffre ancora di molti dei difetti che caratterizzavano Assassin’s Creed III. Graficamente parlando è possibile notare i primi accenni di cedimento di un motore grafico levigato ma datato, che fatica visibilmente a mantenere un livello qualitativamente alto durante le sessioni di gioco più concitate, quando troppi elementi si alternano rapidamente sullo schermo. I colori tropicali nascondono appena le texture stanche e non sempre le luci riescono a interagire a dovere con il mondo circostante. Torna inoltre la pecora nera dei bug e dei glitch che tendono a creare situazioni di gioco scomode, stressanti o inverosimili, sebbene in scala notevolmente ridotta rispetto a quella del predecessore. Per quanto concerne il fattore online, una piccola delusione deriva inevitabilmente dalla totale assenza degli sconti nautici dalla modalità multigiocatore, tipicamente simile a quella dei precedenti capitoli della serie, con il suo classico alternarsi di scontri a squadre in modalità furtiva. Fortunatamente la modalità single player risulta così vasta da oscurare quasi completamente le carenze della modalità online, che comunque resta prettamente legata al suo ruolo di contorno rispetto alla portata principale proposta dalla campagna. Un ultimo piccolo smacco alla convincente offerta del prodotto è costituito dal doppiaggio non sempre convincente dei personaggi non giocanti, che forse per una scelta stilistica non pienamente soddisfacente, mantengono i loro doppiaggi in lingua originale (inglese e spagnolo) causando un senso di sgradevole distacco dal piacevole doppiaggio italiano dei personaggi principali.

AC Black Flag

Assassin’s Creed IV: Black Flag non è solamente una sorpresa inaspettata per le menti annoiate dei videogiocatori, è anche un netto colpo di spugna alla stanchezza che si respirava ultimamente nella saga, un prodotto veramente refrigerante sia per i fan della serie che per i neofiti del genere, nonché un decisivo passo avanti (sotto ogni punto di vista) rispetto a quanto era stato compiuto con Assassin’s Creed III. Il quarto capitolo della serie consolida perfettamente l’esperienza dei suoi predecessori con elementi innovativi e ispirati, toccando gli antichi fasti già raggiunti in passato con Assassin’s Creed II e superando tutte le più rosee aspettative, mescolando in maniera coerente il fattore free-roaming con una serie di quest accattivanti e una trama intrigante e finemente lavorata. Durante ogni minuto di gioco si respira a pieni polmoni l’impegno e l’entusiasmo impiegato da Ubisoft Montreal, in quello che forse è il capitolo più ispirato e ricco di sempre, nella saga del credo degli assassini.

COMMENTO DELL’AUTORE
Contro ogni previsione Assassin’s Creed IV rappresenta un radicale cambio di rotta per la serie, stavolta verso acque più limpide e meno burrascose di quelle affrontate in passato. Purtroppo nel grande mare delle gradevoli novità vagano ancora alcune lacune tramandate dai suoi antenati, come un sistema di combattimento ridondante o un aspetto tecnico claudicante, ma si tratta comunque di una netta evoluzione della serie, in tutto e per tutto capace di fronteggiare e sbaragliare anche l’ombra dell’intramontabile Ezio Auditore. In una distesa povera di speranze, Ubisoft Montreal ci regala l’ultimo canto della fenice di una saga solo apparentemente destinata a divenire polvere, ma anzi più viva che mai e pronta a solcare trionfante i mari della prossima generazione videoludica.

No Lo sconsigliamo a tutti!

Recensione Breve