PREMESSA

I giochi appartenenti ad una serie portano con se i pregi e i difetti dei precedenti capitoli.
Se si tratta poi di una serie che ha le sue radici nel lontano 2003 (chi si ricorda il primo call of duty?) analizzare il gioco senza sporcarlo dalle esperienze passate è decisamente difficile.
Tenere un distacco dai precedenti capitoli potrebbe inoltre sminuire il lavoro fatto da Treyarch per venire incontro alle richieste dei fan della serie.
Accingiamoci quindi a vivere questa esperienza videoludica in tutte le sue sfacettature ricordandoci sempre da dove arriva Black Ops ma lasciandogli anche lo spazio di poter dire la sua senza i pregiudizi che porta con se la serie Call of Duty.

TRAMA e SINGLE PLAYER

 Anno 2025.
Gli equilibri tra le superpotenze tendono a volgersi a favore di un nuovo conflitto mondiale: Raul Menendez, proclamatosi nuovo dittatore e leader dell’organizzazione Cordis Dies, è pronto a scatenare un guerra senza precedenti. L’uomo che dovrà fermare il folle terrorista sarà il figlio del protagonista del primo capitolo, David Mason, e per farlo dovrà affrontare interi eserciti nelle situazioni più variegate possibili.
Treyarch ha dedicato molto tempo a raffinare un comparto single player che, seppur con una lunghezza standard di circa 8 ore, ha dalla sua una narrazione impeccabile, fatta da momenti drammatici a scontri a fuoco selvaggi e cruenti, che ci immergono in un sistema di gioco già noto, ma evoluto grazie a delle interessanti introduzioni.
Il giocatore si troverà catapultato in diversi scenari di guerriglia, come l’Afghanistan e il Nicaragua, fino a giungere a un futuro prossimo fatto di armi tecnologicamente avanzate e nuovi modi di affrontare una guerra.
La storia anche se come da tradizione è “guidata” da eventi scriptati non è lineare; la campagna principale può essere rigiocata più e più volte per via dei suoi finali multipli. Ogni scelta che effettuerete durante le singole missioni si ripercuoteranno sulla missione stessa, fino a cambiare così la fase conclusiva del gioco. Ad aggiungersi alla campagna principale ci sono le Strike Force, una modalità ad obiettivi simile alle Spec Ops viste in Modern Warfare 2 e 3.
Il giocatore sarà a capo di una vera squadra scegliendo se essere noi alla cabina di regia, comandando le truppe e relativi mezzi d’attacco tramite un’ apposita mappa oppure entrare in prima persona nel vivo dell’azione.
L’introduzione è interessante ma l’implementazione non è riuscitissima, molto meglio, anche se un po’ “corta” di mappe, la modalità Zombi richiesta a gran voce da tutti i fan. Molto azzeccata la possibilità di scegliere l’equipaggiamento ad inizio missione, scendere sul campo di battaglia con l’arma giusta è sempre importante se non essenziale.

MULTIPLAYER

Se il single player ci è sembrato solido e meno scriptato del solito, il vero punto di forza di Call of Duty: Black Ops 2 (come del resto di tutti i suoi predecessori) è il Multiplayer, che offre una vera ventata di innovazioni su una base che di suo ha influenzato una generazione di FPS.
Il nuovo sistema per creare le classi, denominato Pick 10, rivoluziona il tradizionale sistema a slot consentendo ai fan di armarsi per la battaglia personalizzando un numero senza precedenti di combinazioni che meglio si addicono al loro stile di gioco; i punti guadagnati durante il gioco serviranno a sbloccare armi e oggetti per le armi fino ad arrivare a tutte le capacità speciali e oggettistica di ogni tipo.
Il sistema Score Streaks ricompensa tutti i tipi di giocatori che aiutano il loro team a vincere, sia catturando bandiere, difendendo i compagni, assicurando obiettivi.
Le modalità in multiplayer vedranno le classiche dominio, cattura la bandiera e deathmach a squadre, con un parco mappe davvero splendido e ben calibrato, che darà sicuramente delle soddisfazioni ai giocatori più agguerriti e darà un caldo benvenuto ai giocatori più casual per via del piombo che gli pioverà addosso e quello che potranno a loro volta sparare.
Il netcode è solido e il matchmaking veloce ed efficace; rare e sporadiche le cadute di sessione e tempi di attesa lunga anche per il numero spropositato di persone cha ha preso il titolo fin dal Day One. Apprezzabile l’introduzione della modalità League Play, un sistema di matchmaking basato sulle abilità che alza di un gradino la competizione rendendo i match molto emozionanti.
Prima storica in un videogame per console Call of Duty: Black Ops II offre la possibilità di fare il live streaming delle partite su Xbox 360 e Playstation 3,.
Ebbene si i giocatori avranno la possibilità di trasmettere i loro match in tempo reale su YouTube. Accompagna questa nuova e interessante implementazione un sistema di commenti denominatoCODcasting che consente ai fan di creare i propri commenti sulle partite in modalità eSports.
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PAD ALLA MANO E … ZOMBI!!!

Call of Duty è da sempre LA serie che più si fa più giocare sia in multiplayer che in single player.
Escludendo titoli come Halo o Gear of War, Call of Duty è LO shooter che pad alla mano scorre via semplice e intuitivo e ogni anno riesce a perfezionare i microscopici difetti che si possono trovare nei capitoli precedenti.
Anche il giocatore poco esperto (chi non ha mai giocato un titolo della serie COD oggi come oggi?) si troverà subito a proprio agio e riuscirà ad avere anche le sue piccole soddisfazioni.
La curva di apprendimento è semplice anche se la conoscenza delle mappe, con l’avanzare di competenze, diventerà necessario se si vorrà essere determinanti in un match.
Il tutto è aiutato da mappe come già detto confezionate veramente in maniera lodevole anche se col tempo arriveranno giocatori che troveranno i piccoli difetti per avvantaggiarsene con i consueti “camperaggi” che in alcuni situazioni rovinano decisamente il gioco.(in altre il “cecchino” è d’obbligo)
Impossibile non spendere qualche parola per il gradito ritorno dei non morti: Modalità Zombie!
In tutto l’emisfero e il multiverso videoludico non esiste nulla di più divertente di massacrare orde di Zombi.
Sarà il fatto sono duri a morire, sarà il fattore “ribrezzo” che scaturisce nelle persone “vive” o forse semplicemente il maciullare tutta quella carne morta che cammina è malsanamente divertente.
La modalità zombie ci permette di giocare fino a 8 giocatori in tre diversi modi: Sopravvivenza è la classica modalità dove occorre sopravvivere a quante più ondate possibili, Tranzit, dove il giocatore si potrà muovere in cinque zone diverse tramite un autobus e con la possibilità di creare armi effettuando combinazioni tra vari oggetti, per concludere Grief, un 4vs4 in cui si dovrà si cooperare per sopravvivere agli zombie ma la squadrò vincente sarà l’ultima a rimanere in piedi …
Il tutto è ben amalgamato e funziona decisamente bene peccato per il numero striminzito di mappe su cui giocare questa modalità.
Siamo fiduciosi in future espansioni anche se avremo preferito aver fin da subito un maggior numero di location.

ENGINE

Il motore grafico fortunatamente e sfortunatamente è lo stesso dei precedenti capitoli.
Se da una parte ci regala degli ottimi modelli poligonali, texture di alta classe e il solito frame rate stabile a 60 fps dall’altra si può facilmente notare che il motore grafico è ormai giunto al capolinea.
Paragonato ai titoli usciti di recente Black Ops si colloca a livello grafico come un titolo di 2 anni fa, ben realizzato e curato, ma non regge il confronto con i titoli tripla A recentemente usciti.
Poca interazione con gli ambienti, distruttibilità ambiente ridotta all’osso fa impallidire il gioco se paragonato ad un battlefield 3 uscito ormai un anno fa.
Se l’engine grafico è quello a cui siamo abituati da anni (sfortunatamente) fortunatamente lo sono anche la campionature: praticamente perfette e realistiche che rendono d’obbligo l’utilizzo di un buon impianto surrond per apprezzare anche i suoni più distanti dal luogo in cui stiamo combattendo.
Inclusa anche una lineup musicale di grande spessore che si avvale del contributo del compositore Trent Reznor  e delle tracce di artisti come gli Avenged Sevenfold noto gruppo della scena Metalcore.
Nota importante sul doppiaggio in italiano che vede la partecipazione di Giancarlo Giannini nel doppiare Raul Menendez.

CONCLUDENDO

Call of Duty: Black Ops 2 è un must have per tutti gli appassionati del genere e soprattutto della saga.
Consigliatissimo per chi vuole affacciarsi per la prima volta al mondo degli shooter per la sua semplicità e anche profondità data le innumerevoli possibilità che può dare sia in multi che in singolo con l’aggiunta goduriosa della “mattanza” nella modalità zombi.
Definire Black Ops2 2 il miglior COD di sempre non sarebbe giusto anche nel rispetto dei precedenti capitoli che hanno generato incassi da capogiro ma sicuramente è uno dei miglior FPS del 2012. (se non il migliore)
Il mancato aggiornamento dell’engine grafico ha sicuramente dato una sicurezza su eventuali bug ma a scapito di non far volare il titolo tra l’olimpo degli FPS come lo è stato il primo MWF.
Che dire: un altro colpo andato a segno per Activision … Matchmaking in progress!!!
COMMENTO DELL’AUTORE
Call of Duty: Black Ops 2 è finalmente arrivato mantenendo tutte le promesse e andando oltre.
Il divertimento è assicurato per un titolo che copre le aspettative di un giocatore FPS a 360 gradi: Solido single player, eccellente Multiplayer e la modalità Strike Force e Zombie a fare da contorno per un piatto veramente delizioso da gustare a colpi di mitra e bombe a mano …

No Lo sconsigliamo a tutti!

Recensione Breve