Siamo tornati a Drangleic per scoprire cosa è cambiato in Dark Souls 2 nel passaggio da old a current gen. Siete pronti a morire… di nuovo?

NUOVA VESTE GRAFICA E UNA RIVISITAZIONE DELLE AREE DEGNA DI NOTA. BUON INIZIO, FROM!

Sin dalle prime battute ci si rende conto di giocare ad un titolo che pare creato ex novo per le attuali console. Il motore grafico è nettamente migliorato, con un sistema di illuminazione dinamica che renderà l’esplorazione di Drangleic e delle oscurità delle sue lande un’impresa ancora più ardua che in passato, andando a restituire (o meglio, a conferire) una ragion d’essere alla torcia, inutile nella release per console current gen.

Gli effetti particellari sono nella media, non ce la sentiamo di gidare “al miracolo!”, ma fanno il loro dovere rendendo ancora più spettacolari i nostri incantesimi e piromanzie; purtroppo non tutto gira al massimo el’acqua, presente in molte delle location del gioco, ha tutt’altro che una buona resa grafica, cosa che ci ha creato un po’ di disappunto viste le potenzialità del nuovo hardware. Per contro le texture appaiono ben curate, senza imperfezioni palesi e contribuiscono ad accrescere l’immersione nel mondo di gioco. Però siamo pignoli e, se non possiamo dire nulla sulle texture, abbiamo avuto da lamentarci non poco per la gestione della telecamera, talmente “incasinata” (come peraltro accadeva anche nella precedente release) da poter quasi essere considerata un fattore aggiuntivo di difficoltà.

Il motore grafico regge benissimo anche le situazioni più caotiche, mantenendo il framerate inchiodato agli ormai insindacabili sessanta frame per secondo, il tutto senza il minimo tentennamento; queste nuove migliorie hanno reso anche molto più fluide e “naturali” le movenze del nostro personaggio, che ora non sembra più una sorta di burattino stile Pinocchio come accadeva nella vecchia versione del titolo.

Insomma, graficamente fa il suo senza strafare, se questo Dark Souls 2: Scholar of the First Sin verrà ricordato non sarà sicuramente per la bontà del comparto grafico.

Ci ha particolarmente colpito e piacevolmente stupito, invece, il modo in cui i ragazzi di From Software siano riusciti a proporre le aree di gioco come un qualcosa di nuovo anche per chi ha già spolpato il titolo in passato. Il nuovo posizionamento dei vari mob, unito a piccole variazioni nella topografia delle aree stesse, danno un senso di “freschezza” ad un titolo che è appaso sul mercato ormai un anno fa. Vi capiterà più di una volta di lasciarci le penne a causa della troppa sicumera nell’affrontare una zona che credevate di conoscere a menadito, oppure, nel lanciarvi verso un tesoro potreste trovare nemici che fino ad oggi non c’erano, ma che ora sono ponti a punirvi per la vostra sfrontatezza. Quindi, occhi aperti e torcia in mano!

Dark Souls 2 Scholar of the First Sin (2)

Il gameplay è rimasto sostanzialmente invariato tra la vecchia versione e questa nuova, riaffermandosi come il pezzo veramente forte del gioco, ma gode comunque di un piccolo miglioramento dovuto al framerate aumentato a sessanta frame per secondo, che, conferendo una fluidità di movimenti inedita per questo titolo, riesce di fatto a rendere quasi più naturale e istintivo il nostro menar fendenti come se non ci fosse un domani!

LORE E TRAMA RIVISTE E CORRETTE E NUOVI NPC. A DRANGLEIC NON MANCA PROPRIO NULLA!

Che la “lore” (abbreviazione di folklore) di Dark Souls 2 fosse particolarmente nebulosa e preda di facili speculazioni è cosa cognita, ma gli sviluppatori hanno voluto integrare le informazioni che abbiamo potuto estrapolare dalle varie descrizioni degli oggetti ed equipaggiamenti in game, andando a volte ad aggiungere ed altre a modificare varie descrizioni tra le centinaia disponibili, tappando alcuni “buchi” nella fitta trama degli eventi in questo titolo.

Oltre alla lore ampliata ed approfondita, From ha aggiunto anche diversi NPC, alcuni dei quali potranno essere evocati per aiutarci negli scontri con i boss e invece altri, come Forlon, un simpatico guerriero che brandisce un equipaggiamento inedito, che ci attaccheranno quasi ad ogni passo. Ovviamente, l’NPC aggiuntivo più importante rimane lui, lo Scholar of the First Sin che, andando avanti nella trama, apprenderemo essere qualcuno di molto particolare e molto conosciuto dagli appassionati del titolo.

Anche nell’evocazione dei fantasmi che ci aiuteranno è cambiato qualcosa, in particolare i luoghi ove potremo trovare i loro segni d’evocazione: non andate, quindi, a cercare nei posti che conoscevate! Se vorrete essere aiutati dovrete sudarvelo esplorando!

L’unico difetto che abbiamo trovato in questa meccanica è che, forse, ci sono troppi “aiutanti” da evocare, rendendo in alcuni casi una boss fight affollata quanto un Autogrill sulla A15 ad agosto, cosa che per noi fa perdere un po’ per strada l’atmosfera di desolazione e disperazione propria di questo gioco.

UN COMPARTO ONLINE AMPLIATO E IN PARTE MIGLIORATO, PER LA GIOIA DEGLI INVASORI!

Il comparto online, in questa riedizione del titolo, è stato ampliato: nella versione old gen, infatti, potevamo avere fino ad un massimo di quattro giocatori per ogni sessione multiplayer, ora invece From ha portato il numero di patecipanti a sei, cosa che può di fatto rendere un’area di gioco un vero e proprio campo di battaglia. Tra fulmini che volano, globi di oscurità che fluttuano e fendenti mortali, la situazione si può davvero complicare in un attimo. Questa feature farà particolarmente piacere agli invasori più assidui, i quali potranno trovare pane per i propri denti nei “fight club” che vengono sovente organizzati in game in aree specifiche.

Anche il netcode appare migliorato, stanti alcune delle vecchie pecche come il phantom range delle armi, ma pare che la situazione, almeno per quanto riguarda la questione lag (una delle più gravi pecche della vecchia versione di Dark Souls 2) sia molto migliorata, garantendo duelli che, ora, sono basati più sull’abilità che non sulla connessione dei giocatori.

Dark Souls 2 Scholar of the First Sin (1)

SONORO BUONO E BEN DEFINITO, PER GODERCI OGNI RINGHIO DEL NUTRITO BESTIARIO DI DRANGLEIC

Anche sul fronte del comparto sonoro sono state apportate molte migliorie: il suono ora risulta molto più limpido, più definito e, soprattutto, sono stati corretti alcuni piccoli bug che affliggevano questo titolo sulle piattaforme old gen. Purtroppo anche qua non tutto è rose e fiori, ahinoi, infatti in alcuni casi è capitato che si presentassero dei problemini di delay, in alcuni casi anche di un buon secondo, cosa che fa perdere in immediato buona parte dell’immersione nel titolo. Fortunatamente, a meno che non abbiate particolare sfortuna, a noi è bastato reinstallare il gioco perchè tutto funzionasse a dovere, ma rimane il fatto che sicuramente si poteva lavorare un po’ di più su questo aspetto.

OK I DLC, VA BENE LA NUOVA GRAFICA, MA… QUANTO MI COSTI?

Una piccola postilla, in chiusura, la vorremmo dedicare al prezzo di questo titolo: sia negli store online delle vostre console, sia nei negozi in versione retail, il prezzo al lancio era di 59,99€. A nostro avviso, un prezzo così alto, è ingiustificabile a fronte delle migliorie apportate. Va bene aver incluso i tre DLC del ciclo “The Lost Crowns”, che in questa versione non sarebbero comunque acquistabili separatamente, ed è fantastico vedere la cura e il continuo supporto che From e Bandai Namco hanno messo e continuano a mettere nel loro titolo, ma parliamo comunque di un gioco uscito appena un anno fa.
Insomma, in questa generazione contraddistinta dalla mole di titoli rimasterizzati, proporre giochi semplicemente “aggiornati” a prezzo quasi pieno ci sembra un po’ esagerato.

COMMENTO DELL’AUTORE
Questo titolo ci piace. La rivisitazione di quasi tutte le aree, il nuovo posizionamento dei mob e i nuovi personaggi ed eventi lo rendono un titolo diverso dall’originale, valevole di un acquisto. Purtroppo, però, tutto questo non giustifica in ogni caso il prezzo al lancio, 59,99€ che, per una remastered di un titolo “vecchio” di appena un anno, ci sembra un po’ troppo elevato, nonostante nel prezzo siano inclusi i DLC rilasciati fino ad oggi. In ogni caso è stato fantastico poter riscoprire il reame di Re Vendrik in chiave current gen, e a tutti voi diciamo: ne vale davvero la pena, una volta imparato a conoscere questo titolo si può solo amare… da morire!

No Lo sconsigliamo a tutti!

Recensione Breve