Destiny è un marchio che Bungie ormai sogna da tanti anni. Le sue fantasie si sono concretizzate nel primo capitolo, regalando un’esperienza controversa che ancora oggi porta l’ombra dei suoi difetti piuttosto evidenti. Tra questi, sicuramente spiccava l’assenza di una vera e propria campagna, sezioni open world poco utilizzate ed alcuni sbilanciamenti tra le armi.

Dal 6 Settembre però, la casa partner con Activision e Vicarious Visions ha rilasciato Destiny 2 su PlayStation 4 ed Xbox One, proponendosi come un nuovo inizio a livello qualitativo ma rimanendo comunque fedele all’universo creato. Il verdetto è concentrato su come e quanto questo nuovo videogioco sia effettivamente migliorato, diverso e soprattutto in grado di far accendere la fiamma giusta nell’animo dei suoi fan persi per strada.

Le aspettative che avevo per questo titolo erano miste. Da un lato la campagna pubblicitaria mi riforniva di novità, dall’altro invece vedevo molte cose riprese da Destiny 1. Sicuramente ero ansioso di poter calcare nuovamente le ambientazioni dei mondi di questo franchise, ma non potevo togliermi dalla testa quei dubbi che mi portavano a non essere completamente fiducioso. Ebbene, in queste righe troverete la mia analisi di un prodotto (giocato su PlayStation 4 normale) che ha saputo stupirmi, sperando che possa farlo anche per voi!

Un nuovo inizio dalle ceneri

L’analisi che va a colpire la narrazione è uno dei punti centrali di questa recensione proprio perché nel primo capitolo essa veniva lasciata da parte, quasi abbandonata perfino fuori dal gioco, creando un universo ricco ma inevitabilmente alienato dal giocatore. Proprio tale mancanza è stata esaltata dallo stesso team di sviluppo, garantendo che la campagna della nuova iterazione sarebbe stata migliore, coinvolgente e soprattutto in linea con il tenore del titolo.

Le danze si aprono con l’attacco della Legione Rossa alla Torre. Dopo aver sconfitto nemici terribili ed essere entrati in un periodo di pace, nessun Guardiano si aspettava una “vendetta” così crudele da parte dei Cabal: una delle tante razze aliene del gioco. Il nostro alter-ego torna appena in tempo per assistere alla distruzione dell’unica città sulla Terra protetta dal Viaggiatore. Quest’ultimo è una macchina misteriosa giunta dai meandri dello spazio in grado di fornire potere, tecnologia e conoscenza. Proprio queste sue capacità verranno imbrigliate dal nemico per togliercele a noi giocatori, rendendoci comuni mortali senza le abilità che derivano dalla “Luce” e che ci hanno permesso di debellare le minacce passate.

Non ci resta dunque che organizzare la resistenza e combattere in un mondo ancora una volta in pericolo. Fin dai primi momenti capiamo subito l’importanza dei vari elementi del cast del gioco, che nelle precedenti storie erano ridotti a macchie marginali. Qui, invece, ne vediamo sfaccettature, motivazioni, disperazioni e tutti gli altri approfondimenti che culmineranno in un climax volto ad inneggiare il buon vecchio “l’unione fa la forza”. Per la prima volta Destiny offre una storia d’azione molto dinamica, quasi cinematografica, in grado di catturare il giocatore per la sua giusta durata di 12-13 ore all’incirca.

Visitando i pianeti vi accorgerete che quest’ultimi vengono contestualizzati con motivazioni e personaggi “locali” in grado di arricchirne lo spessore, fondendo dunque ambientazione e trama in transizioni completamente trasparenti. Ciò è evidente anche nella struttura stessa delle missioni, le quali vengono trattate allo stesso modo indipendente dal loro grado. Finalmente ci accorgeremo di vivere le location tanto finemente create dal team creativo, contestualizzando ogni nostra attività in rami diversi della storia, ognuno con le proprie particolarità.

Un plauso va anche alla caratterizzazione del grande e cattivo Ghaul, il quale risulta totalmente lontano dai più classici stereotipi. Il nostro tartarugone spaziale infatti ha le sue motivazioni, il suo passato e degli obiettivi ben precisi che non solo ci dicono di più sul mondo di Destiny, ma gli fanno guadagnare spessore nonostante il poco tempo su schermo. Egli si dimostra una minaccia intelligente e ben preparata a combatterci e ciò è sottolineato abbondantemente nelle lotte che avverranno durante la campagna.

Le caratterizzazioni ovviamente vanno a favore anche dei membri dell’Avanguardia, anche se è difficile lasciare un giudizio completo, dato che le loro vicende verranno arricchite e completate nel corso delle espansioni.

La trama di Destiny 2 è dunque ottima e ben cadenzata soprattutto grazie all’unione di momenti più complessi e “drammatici” ad altri più leggeri ed umoristici. Il mix inventato da Bungie stavolta funziona e rende il tutto godibile perfino rigiocandola da zero grazie al ruolo di maggior rilievo riservato ai membri dei “buoni” ed al nostro guardiano. Se la campagna principale non bastasse, ogni pianeta ha tante quest che vanno ad approfondirne la storia in molte maniere, specialmente su Nessus e sulla Zona Morta Europea.

Alieni e missioni a non finire

Il gameplay di Destiny 2 mantiene saldo il cuore del suo predecessore, presentandosi dunque come un first person shooter RPG dove i giocatori sono dotati di poteri ed equipaggiamento con tante statistiche. Ogni nemico ha una barra della vita e generalmente le missioni si basano sullo sconfiggere più nemici possibili fino ad arrivare alla fine dello scenario. Questa ormai stabile formula viene ulteriormente migliorata nel titolo in analisi cercando di correggere i difetti precedenti. In questo senso, non solo Destiny 2 riesce a riscattarsi ma va perfino ben oltre le aspettative.

I giocatori avranno una bella varietà di elementi da poter sfruttare per rendere la propria esperienza di gioco adatta al proprio stile. A partire dalle tre classi iniziali fino ai tre slot per armi, ogni pezzo d’equipaggiamento ed abilità sono stati creati per rendere il tutto bilanciato e divertente. Di conseguenza il gunplay risulta fresco, genuino ed enormemente soddisfacente sia in PvP che nel PvE in tutte le sue sfaccettature. Specialmente le sottoclassi appaiono innovate e meglio contestualizzate nell’archetipo dei “ruoli” classici da MMORPG.

Il gioco offre una varietà di missioni elevata perfino durante l’endgame. Questo grazie ai sistemi delle “Pietre Miliari” e delle “Fazioni” (che è ancora in espansione) che sono in grado di fornire ricompense adeguate facendo qualsiasi attività di gioco. Ciò rompe le barriere tra i contenuti in base ai livelli permettendo al giocatore di godersi ciò che gli piace più fare. Oltre questo, i vari reset temporali (giornalieri e settimanali) garantiscono un’aggiunta gradita di bottino e diversità, soprattutto considerando l’importanza data all’esplorazione dei pianeti e agli elementi futuri come l’Incursione. In questo capitolo ci si può effettivamente dedicare a ciò che più ci è congeniale senza sentirsi obbligati a fare altro.

La dimensione cooperativa entra soprattutto nei riguardi di queste possibilità, visto che adesso ogni contenuto è stato tarato per essere più divertente in squadre di giocatori. A partire dal nuovo sistema dei Clan fino agli eventi pubblici eroici, la collaborazione con altri utenti non solo vi garantirà del divertimento aggiuntivo, ma anche reward più succosi per voi ed i vostri compagni. Bungie ha voluto spingere molto sull’aggregazione, riconoscendo che effettivamente è uno dei motivi per cui i giocatori rimangono fedeli alla loro creazione. Tuttavia ha anche offerto delle alternative per i giocatori solitari, evitando dunque quella penalizzazione presente in Destiny 1.

Parlando dell’unione tra giocatori è dunque necessario parlare degli Assalti utilizzandoli come esempio lampante per dimostrare l’ottimo game design e come le attività cooperative siano divertenti.  Una volta sbloccati, vi permetteranno di vivere avventure particolari da 20-30 minuti. A differenza del passato, questa volta i livelli risultano molto più “giocosi” negli aspetti platform ed interattivi. Questo rende gli assalti molto più divertenti e coinvolgenti, ciò è anche rafforzato sia dall’estetica che dalla difficoltà ben tarata. Naturalmente  anche le ricompense sono adeguate, considerando tra di esse anche il sistema delle Fazioni. A seguire c’è il Cala la Notte: un’attività endgame che stavolta risulta ben più impegnativa del passato (recente) ma anche più soddisfacente da completare!

I contenuti dunque ci sono e sono stati sistemati in maniera da essere più appetibili ai giocatori, il che annulla in parte quella tediosità derivante dal farming di missioni per ottenere sempre più bottino. Rimanendo in questo frangente la progressione del personaggio risulta più fluida rispetto al primo capitolo, ma non bisogna lasciarsi ingannarsi dall’apparente facilità, visto che il livello luce massimo è di ben 350 (attualmente). Considerando inoltre le attività endgame e le nuove difficoltà, sarà piuttosto arduo raggiungere quella vetta.

Anche il PvP risulta più bilanciato, meno propenso a fossilizzarsi sulla piaga che erano i fucili da cecchino (diventati ora della stessa categoria dei lanciarazzi). Adesso la strategia ed il lavoro di squadra la fanno da padrone, fornendo un’esperienza adatta ad ogni tipo di giocatore, finalmente. Anche lo scenario competitivo è stato migliorato seguendo i cambiamenti illustrati pocanzi e con l’aggiunta di nuove modalità dedicate. Per gli amanti di questa attività sicuramente ci saranno tante cose da fare, così come le ricompense che ne derivano.

L’open world adesso è effettivamente presente con tante missioni da affrontare. Le mappe sono lunghe e pregne di chicche nascoste da trovare come i Lost Sector: mini-dungeon da scovare esplorando le zone. Gli ambienti sono grandi e dedicati perfino alla verticalità con tanti loot per la fazione locale del pianeta. Dai nemici fino alle casse, la diversità è diventata la chiave di volta per risanare quelle sezioni aperte che nel primo capitolo venivano presto dimenticate.

Lo spazio profondo e le sue meraviglie

Venendo al comparto tecnico  c’è sicuramente un miglioramento evidente. Probabilmente lo sviluppo abbandonato su old-gen ha giovato al motore grafico, che oggi si presenta esteticamente appagante in ogni dettaglio. Le luci e gli effetti particellari specialmente sono uno spettacolo per gli occhi, così come le ambientazioni create dall’ottimo team creativo che già ci aveva fatto sognare. Se c’è una cosa su cui Bungie non delude è proprio l’originalità e qualità del suo universo estetico.

La scommessa più grande era però riservata alla componente sonora. In Destiny 1 avevamo dei compositori d’eccellenza che hanno creato alcuni dei brani più iconici del panorama video ludico. Ma siamo stati invece sorpresi da una composizione più che eccezionale e ben gestita tra le varie atmosfere del gioco. Da brani prettamente musicali fino a quelli cantati, ogni traccia esalta le situazioni del titolo regalandoci uno score degno di essere accostato alla musica  originale.

In questo quadro rientrano anche gli effetti sonori, più ambientali che delle armi. In particolar modo segnaliamo l’ottima qualità del riverbero e degli echi, i quali testimoniano l’egregia gestione della distanza tra giocatori. Per godersi al meglio il sonoro, consigliamo l’utilizzo delle cuffie (che alla fine servono per la chat vocale).

La direzione artistica è eccezionale, come sottolineato, ma ciò non si limita agli esterni. Sebbene l’editor dei personaggi sia limitato la quantità di armature non lo è. Per quanto alcuni design siano ripetuti, c’è abbastanza varietà da sorpassare quella presenta al lancio del primo titolo. La qualità creativa di questi pezzi è ben visibile, così come lo è nelle armi. A testimone di ciò c’è l’introduzione di shader utilizzabili singolarmente su ogni  orpello cosmetico. Purtroppo essi sono consumabili e, per quanto si trovino in abbondanza, sarebbe stato gradito un modo per acquistare unità di shader già sbloccati.

Si sente dunque la mancanza della vecchia collezione per le navi, gli astori e shader, così come manca effettivamente un posto che cataloghi tutta la storia raccolta. Sebbene l’assenza del Grimorio sia una modifica benvenuta, sarebbe stato meglio averne un corrispettivo all’interno del gioco: una sorta di codex come si è visto in altri titoli. Purtroppo ci dovremmo accontentare di dialoghi sparsi e storie per i pezzi esotici.

Infine vogliamo segnalare che il gioco ha dei problemi con alcune tipologie di modem presenti qui in Italia. In particolare con gli utenti Fibra. Tale dettaglio viene esposto per completezza d’informazione ma non è assolutamente qualcosa che possa essere attribuito ad una mancanza da parte del team di sviluppo, piuttosto si tratta di un difetto totalmente scaricabile sulle compagnie che forniscono queste “scatole chiuse” con alcune porte e protocolli completamente chiusi. A prova di questo è proprio il fatto che il mefitico errore è circoscritto solo ad alcuni paesi specifici con alcuni utenti particolari.

 

No Lo sconsigliamo a tutti!

Recensione Breve

Destiny 2 è sicuramente un Sì, soprattutto perché Bungie è stata in grado di tirare fuori un degno successore ad un titolo altalenante e contornato da alcuni elementi acerbi. Dalla grafica, alla storia, all’endgame, tutto è abbastanza studiato, ricco e longevo da tenervi incollati alla sedia per moltissime ore, il che da solo vale il prezzo d’acquisto.

Certamente esiste una ripetitività di fondo, sebbene nascosta, intrinseca nella natura ibrida da MMO, così come esistono alcune scelte poco felici riguardo la gestione di alcuni elementi cosmetici. Tuttavia i lati negativi vengono facilmente scavalcati dai moltissimi pregi che questo shooter possiede. Nonostante ciò, non si può certamente dimenticare la questione legata ai modem Technicolor, la quale era già nota fin dalla beta ed al lancio ancora affligge alcuni disperati utenti. Non è certo colpa di Bungie, piuttosto è tutta dei provider, ma un problema così grave andava quantomeno risolto per il lancio visti i risultati della Beta.

Il gioco sicuramente durerà qualche anno grazie alle molte espansioni e DLC che usciranno, come ogni titolo del genere fa da sempre. E, a giudicare dai vari indizi all’interno del gioco, ci aspettano tante novità inedite interessanti.

Personalmente trovo che questa sia la vera e propria esperienza di Destiny, lontana da quello che potrebbe essere definito un “DLC del primo capitolo”. C’è un netto passo avanti in ogni comparto e la strada di fronte a noi è più rosea che mai. Certo si poteva fare un po’ di più, ma ora come ora (e con le promesse attuali) questo è un ottimo prodotto che consegna proprio ciò che ci si aspetterebbe da esso. La sua natura, secondo la mia personale critica, gli impedisce di avere un voto unico che duri nel tempo. Come ogni MMO, gli aggiornamenti saranno tantissimi perciò vi invito a rimanere nelle nostre pagine al fine di seguire tutti gli altri articoli dedicati a ciò che Destiny 2 avrà ancora da raccontare a noi viaggiatori interstellari.