Seguendo la recente tendenza ad esplorare pezzi di cultura del passato, Double Fine immette nel mercato videoludico un prodotto particolare che sicuramente catturerà l’attenzione di chi ha abbastanza curiosità da interessarsene. Immaginatevi quei vecchi scenari anni 70 dove i film di fantascienza erano molto esagerati e con stili particolari, fatti di colori e luci in ambienti che mescolavano le tendenze psichedeliche della terra con l’immaginario dello spazio. Headlander, questo è il nome del titolo in questione, vi catapulterà in un mondo retrò fatto di laser, umorismo sfacciato, tendenze da discoteca e design da primi passi della fantascienza. Il tutto in un sistema che ricalca quanto visto in Metroid, ma proponendo nell’offerta nuovi elementi peculiari. Senza ulteriori indugi, caliamoci in questo tour de force nel futuro immaginato dal passato.

Data stellare: 1970

La trama di Headlander incarna perfettamente lo spirito che si respirava tra gli anni 70 e 80, ponendo in primo piano la condizione umana e le emozioni che la nostra specie può provare in relazione al raggiungimento della felicità. Il mondo, o meglio l’universo, è un posto che ha stupito gli esseri umani, permettendogli di venire a conoscenza di numerose tecniche ed innovazioni tecnologiche. Questa avanguardia scientifica fu tanto potente da convincere l’umanità intera ad abbandonare i loro corpi di carne ed ossa, poco adatti alla sopravvivenza tra le stelle. Per questa ragione, tutti gli esseri umani diventarono dei robot.

Tuttavia, quando c’è di mezzo l’intelligenza artificiale nulla va come dovrebbe andare (vero Kubrick?). Ad un certo punto della loro nuova vita cibernetica, gli umani si videro costretti ad essere schiavizzati da una vile IA che ha installato nei loro corpi robotici un chip in grado di annullare qualsiasi emozione o sensazione, rendendoli degli automi semi coscienti e oppressi da un’esistenza senza alcun tipo di sentimento o felicità.

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In questo scenario distopico noi saremo una testa volante. Avete capito bene, una testa dentro un casco spaziale in grado di volare grazie a un piccolo motore a propulsione. Ovviamente non ci ricorderemo nulla del passato, ma verremo aiutati da Aldo, una persona che comunicherà con noi via radio aiutandoci e spiegandoci il mondo in cui ci ritroveremo a vivere. Scopriremo fin da subito che l’organizzazione dell’IA che ha schiavizzato l’umanità, denominata “I Pastori”, vuole trovarci e ucciderci. La nostra missione a questo punto diventerà quella di fuggire, scoprire perché siamo una testa fluttuante ed eventualmente salvare la felicità e le emozioni umane.

Il mondo di Headlander è fantastico, dettagliato e pieno di riferimenti. L’intero gioco è permeato dal pungente humor di Adult Swim, il quale spesso cade nello sconcio e nell’irriverente. Tuttavia, le dosi di battute a cui è sottoposto il giocatore sono cautamente somministrate e usate nei momenti più opportuni, rendendo effettivamente questo titolo uno dei più divertenti in assoluto, anche se indicato più per un pubblico maturo che per quello giovane.

Il richiamo al feeling dei primi film di fantascienza è piuttosto evidente durante tutto il gioco, sia per quanto riguarda l’ambientazione che per le musiche scelte. Ogni elemento sembra infatti uscito da una sorta di accoppiamento tra i primi Daft Punk, Odissea nello Spazio e i B-movie sci-fi con l’uso della prima tecnica dei colori in TV. Difficilmente un altro gioco vi fornirà una sensazione retro così forte, sopratutto se conoscete la cultura a cui fa riferimento.

Oltre a questo, i personaggi sono ben caratterizzati e la condizione umana è riflessa perfettamente nei robot. Nonostante siano senza emozioni, il loro comportamento ed alcune linee di dialogo suggeriscono la tremenda malinconia e sofferenza che provano ad essere dei semplici automi in basi spaziali, accontentati solo dagli stimoli fisici ai loro recettori. Il tema del potenziamento della propria sfera sensoriale emotiva è stato sicuramente un pilastro storico culturale negli anni precedenti al 2000. Basti pensare al famoso movimento degli Hippie, i cui tratti vengono plasmati nell’universo di Headlander in molte occasioni. Insomma, nonostante tutto il suo grande umorismo, questo titolo presenta numerosi spunti di riflessione personale e sociale.

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 Non è il caso di perdere la testa

Come accennato in precedenza, controlleremo una testa volante. Essendo tale, non ci si può aspettare che si difenda o attacchi i robot che tentano di ucciderla, perciò il gioco ci viene incontro con la meccanica che fa da titolo dello stesso. In Headlander potremo agganciarci a diversi corpi ed oggetti riuscendo a comandarli a nostro piacimento. Proprio questa proprietà di cambiare continuamente “corpo” è il fulcro di tutto il gioco. Questo suggerisce un approccio molto particolare alle mappe, dove ci saranno aree accessibili o solo con la testa oppure utilizzando specifici individui/oggetti e agganciandoci alle loro membra.

Questo è specialmente evidente con le porte, le quali richiederanno di avere un corpo di un determinato colore per entrare. Ogni personaggio dotato di laser ha una potenza e un tiro diverso, a seconda del colore e della propria dotazione. Questa peculiarità dona una variazione significativa al comparto shooter, il quale risulterà infine simile a un bullet hell grazie alla meccanica di rimbalzo dei laser.

La testa, inoltre, possiederà degli upgrade ottenibili raccogliendo esperienza in giro per la mappa, spesso legata a dei luoghi “nascosti”. Le abilità aggiuntive spaziano da unità supplementari per le barre della vita e dell’energia fino a mosse da usare con il corpo, come una testata che permette un cambio istantaneo tra i corpi coinvolti. Purtroppo questa meccanica, che induce a cambiare corpo, si scontra con quella che richiede di mantenere quelli del colore più “elevato” in modo da sbloccare più porte possibili.

Preservare un corpo significa evitare di farlo esplodere, di danneggiarlo troppo e quindi non allontanarsi troppo da esso. Nonostante questo, e lo schermo pieno di proiettili, la difficoltà risulta giusta e da non sottovalutare. Il giocatore dovrà tenere conto del proprio circondario e delle risorse che ha a disposizione, per evitare di tornare inutilmente in zone in cui è già stato.

Sono presenti inoltre alcune missioni secondarie e moltissime aree nascoste che richiedono ingegno ed una buona attenzione per essere sbloccate. Le attività da fare e la grande diversificazione degli ostacoli permette all’utente di non annoiarsi mai e di ritrovarsi faccia a faccia sempre con situazioni nuove.

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I combattimenti contro i Boss sono ben studiati, ma risultano più simili a sezioni scenografiche senza veri e propri picchi di difficoltà. Infatti, molte volte ci si ritroverà in situazioni peggiori durante gli scontri con i nemici standard, ma questo è comprensibile per via dell’enorme mole di proiettili che possono essere sparati contemporaneamente sullo schermo, rendendo i ripari una risorsa preziosa da usare. In questo senso, l’intelligenza artificiale è ben programmata e sarà in grado di effettuare tiri di precisione anche sfruttando le superfici per far rimbalzare i laser. Inoltre, le armi in dotazione dei nostri avversari saranno molteplici, il che richiede al giocatore di usare approcci particolari a seconda del nemico che si troverà davanti.

In sintesi, il gameplay di Headlander si basa su semplici premesse che vengono corredate da moltissimi elementi aggiuntivi e situazioni diverse, rendendo l’intera esperienza di gioco vivace, frenetica, divertente e con un livello di sfida arduo ma non inaccessibile.

La magia del colore

Il comparto tecnico di Headlander è piuttosto semplice ma di spicco. Partendo dalla grafica, vediamo un ottimo uso dell’illuminazione e degli ambienti, i quali risultano decisamente dettagliati e perfetti per lo stile che il gioco si prefissa. Il fantascientifico “cheesy” si evince chiaramente da qualsiasi oggetto presente sullo schermo. Dal design dei personaggi a quello delle location, ogni cosa inquadra lo stile retro delle prime produzioni spaziali, accoppiandole con quel tocco moderno che la grafica attuale ci permette. Fluido in ogni occasione, il motore di gioco è tarato per accogliere una moltitudine rilevante di proiettili su schermo (il che sarà un evento comune nel gioco).

Il comparto sonoro è nello stesso spirito del settore grafico con molte tracce techno basate sulle sonorità della tastiera elettronica, una vera hit negli ’80 e ’90. Seppur non si tratti di una colonna sonora memorabile, fa il suo dovere nell’accompagnare il gioco attraverso i bellissimi effetti sonori che ricalcano perfettamente quelli artigianali dei primi film di genere. Un esempio lampante è il filtro per la voce robotica, che è veramente l’inno alla vecchia produzione di effetti cinematografici. Parlando della voce, sicuramente il gioco possiede un doppiaggio eccezionale che riesce a dare più impatto al lato comico e a caratterizzare egregiamente le figure principali.

Per quanto riguarda i controlli, siamo di fronte ad uno schema semplice e funzionale che risulta più adeguato ad un controller che ad una tastiera. Tuttavia la mira può essere un po’ troppo lenta rispetto a quella istantanea degli avversari, il che può essere fatale durante un combattimento. Nonostante questo piccolo difetto, in linea di massima il gioco possiede uno schema pulito sia negli input che nella realizzazione dei pochi menù.

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Conclusione e commento dell’autore

Headlander è un titolo eccezionale ed unico nel suo genere. Divertente, avvincente e con ottime meccaniche di gameplay, questo gioco regala ore e ore di sano svago tra battaglie laser e battute spinte. Nonostante possa avere un charme che solo alcuni riescono ad apprezzare totalmente, siamo davanti ad un prodotto dalla qualità indubbia che ridefinisce il genere dei metroidvania. Tra esplorazioni, collezionabili, upgrade delle nostre capacità e orde su orde di nemici, Headlander è un tour de force in un universo sconosciuto dalle tinte psichedeliche dove l’impossibile e lo strambo sono all’ordine del giorno.

Personalmente ho apprezzato molto il titolo, essendo un amante di Adult Swim. Ritengo però che sia un gioco che attira una fetta di persone più “vecchia” e che non sia adatto al troppo giovane pubblico medio del settore videoludico. Questa è una perla adatta alla nicchia che adora la cultura a cui fa riferimento, ad una cultura persa anni fa ma che ancora oggi bussa alla porta del presente. Headlander è un altro portale creato nella tendenza degli ultimi tempi che vede la resurrezione di vecchie glorie.

No Lo sconsigliamo a tutti!

Recensione Breve