Recensione completa

Quando apparve per la prima volta durante l’E3 2017, tra i tanti indie presentati per Nintendo Switch fui come folgorato dalle brevi immagini di Nine Parchments e avevo subito notato una mano familiare nella realizzazione grafica: quella di Frozenbite già responsabile dello sviluppo di un piccolo capolavoro come la serie Trine.

Quel mix di azione, magie e ambientazioni dai colori pastello risvegliò in me sopiti ricordi e una incredibile smania di metterci le mani sopra. Il gioco è disponibile sia per la console ibrida di Nintendo che per Steam, PlayStation 4 e Xbox One. Grazie all’editore sono riuscito a provare la copia digitale per console Nintendo e ora vi spiego perché, come scritto nella recensione breve, etichettarla con un freddo voto sarebbe stato degradante.

Magie, citazioni e Pergamene

La trama su cui poggia Nine Parchments non vi colpirà certamente per la sua originalità o profondità: Un manipolo di apprendisti maghi alla ricerca di nove pergamene che racchiudono incantesimi proibiti rubate dalla loro scuola di magia e disperse nel mondo.  Nonostante il basilare approccio narrativo, è incredibilmente efficace nel portarvi in pochi secondi nelle atmosfere da scuola di magia presenti in film d’animazione come “La Spada nella Roccia” o “Fantasia” che hanno incantato bambini come me, ora grandi.

Basta pensare alla scopa animata che si incontra nel primo livello (vi ricorda qualcosa) o al maestro di magia che somiglia maledettamente al Mago Merlino del film animato della Disney. E i richiami non finiscono qui e attraverso perfino i genere pur senza citarli apertamente come nel caso dell’obiettivo da sbloccare soprannominato “Non incrociate i flussi” (Gli Acchiappa-fantasmi insegnano).

Per il resto il gioco si sviluppa su una trentina di livelli suddivisi tra quelli semplici e i mid-boss che rappresentano anche i punti in cui si otterranno le pergamene e, come vedremo, nuove magie. Durante l’attraversamento di questi livelli di dovrà andare anche alla ricerca di collezionabili (piume e scrigni) che sbloccheranno nuovi accessori (cappelli decorativi o utilissimi bastoni magici) o addirittura personaggi.

Gli elementi governano il mondo

Ma il click che ha suscitato in me un ardente desiderio di possedere questo gioco è stato il fortissimo richiamo a Final Fantasy: Crystal Chronicles, spin-off della serie principale pubblicato su GameCube qualche era fa. Esso possedeva la peculiarità di permettere a quattro giocatori di affrontare l’avventura in cooperativa sullo stesso schermo armando i giocatori di potenti magie da combinare.

Come per il titolo Square Enix, anche in Nine Parchments fino a quattro giocatori possono intraprendere la ricerca delle pergamene sia in modalità offline che online, il tutto condito da incredibili e variegati attacchi magici che spaziano da raggi di energia elementale a curativi cerchi mistici fino a inserire devastanti evocazioni di totem o bombe di varia natura.

Come accade per altri giochi, a governare il mondo di gioco e i relativi incantesimi sono vari elementi naturali quali ghiaccio, fuoco, elettricità, vento, cura e oscurità che possono in molti casi essere combinati per generare attacchi ancora più devastanti. Accanto a questi poteri c’è anche la possibilità di usare attacchi fisici con il bastone di cui si dispone per arrivare dove le magie non riescono.

Anche i mostri che via via appariranno nelle varie sezioni dei livelli avranno immunità e debolezza a determinati elementi e costringeranno il giocatore a cambiare più volte magia per non lasciarsi sopraffare dalle orde di villain che gli si pareranno davanti.

 

In singolo non c’è magia, insieme c’è potere

In tal senso la scelta del personaggio con cui iniziare sarà essenziale visto che ognuno di loro, e delle loro versioni alternative, disporrà di un iniziale pattern di magie che verrà integrato via via ad ogni pergamena che si conquisterà. Benché non ci sia una vera e propria suddivisione di ruoli, selezionare gli incantesimi per specializzarsi in un ruolo, guaritore, tank o cecchino che sia, sarà essenziale per non trovarsi svantaggiato con i mostri più coriacei.

Troppa differenziazione di magie potrebbe mettere in difficoltà il giocatore, mentre una scelta oculata di queste ultime poterà certamente ad una inclinazione di ogni giocatore verso una particolare specialità. Ci sarà quindi chi preferisce attacchi curativi (utili anche per ferire i mostri oscuri) o attacchi a distanza e chi invece equipaggerà attacchi a corto raggio ma dalla potenza devastante per essere sempre a centro dell’azione. Potrebbe anche esserci il giocatore che si focalizzerà su un elemento specifico prendendo tutti gli attacchi ad esso associati.

La componente strategica è quanto mai essenziale per portare avanti l’avventura soprattutto se la si affronta a modalità difficile o estrema, le quali metteranno a dura prova riflessi e rapidità di azioni dei provetti maghi.

C’è da dire che tutto il gioco in singolo perde un po’ di magia, costringendo l’aspirante mago a diventare un tutto fare e ad essere parecchio in difficoltà in alcuni casi. Invece in cooperativa Nine Parchments riesce a dare il meglio di sé anche grazie ad alcune particolari scelte di gameplay come la rianimazione degli alleati e il fuoco amico. Proprio quest’ultimo aspetto impone una precisione dei colpi che non permette di sparacchiare qual e là come senza prima valutare bene la traiettoria.

Attento a dove punti quel bastone!

Questo perché un altro particolare aspetto del gioco è la combinazione degli attacchi e soprattutto dei flussi continui di magia che creeranno colpi ancora più devastanti la cui traiettoria e influenzata dall’angolo con cui essi si incrociano. Nella concitazione delle battaglie sarà quindi una sfida nella sfida muoversi all’unisono e piazzarsi nel punto giusto per ottenere magie combinate ed evitare di sprecare mana inutilmente.

Come detto prima il fuoco amico sarà una piaga che spesso, vuoi anche per un sistema di puntamento troppo sensibile in considerazione della affollata scremato di gioco, ci costringerà a terminare anticipatamente un attacco per evitare la capitolazione prematura di un alleato.

Trattandosi di un gioco in tempo reale, la reattività e capacità di decisione del giocatore saranno essenziali per evitare che in un attimo un nugolo di creature agguerrite accerchi il party costringendo ad evasive traslazioni magiche, che permetteranno di spostarsi rapidamente in un punto diverso della mappa.

Bisogna dire, per correttezza, che il gioco in alcuni casi raggiunge livelli di confusione a schermo dai quali è difficile divincolarsi con criterio e si è costretti a menar colpi e magie un po’ alla rifusa nella speranza di colpire qualcuno. Questi frangenti sono comunque occasionali e superabili senza dover ricominciare per forza il livello.

Resta il fatto che il compiacimento per la buona riuscita di una missione è davvero altissimo ed ho trovato molto immersive le prime partite, salvo poi entrare in un loop di tentativi per superare determinati livelli che ha suscitato in me un misto di frustrazione e sfida che mi ha portato a provare e riprovare abbandonando per qualche ora perfino Xenoblade Chronicles 2.

Poesia by Frozenbyte

Gli sviluppatori ci hanno abituato con la serie Trine ad ambientazione cariche di carisma e di magia e anche in questo caso Frozenbyte a centrato nel segno. Nonostante una sostanziale semplicità degli scenari, in favore di aree più o meno grandi con prospettiva isometrica, la qualità dei fondali mostra il pregevole marchio di fabbrica del team di sviluppo.

Ci si sentirà subito a casa avvolti da piante rigogliose, tundre innevate o antichi insediamenti umani. Un concentrato di poesia grafica, nel quale è difficile trovare difetti o un sentore di anonimo. Ricorderete vividamente i poderosi scenari o gli spettacolari scorci di alcune ambientazioni.

Inevitabile che questo tripudio di ampi scenari che telecamera piazzata molto in alto faccia perdere in molti casi la qualità dei personaggi e mostri che, al netto di quelli più grandi, sono troppo piccoli per essere riconoscibili e spesso si finisce per dimenticarli; i mid-boss invece hanno il design curato tipico dello studio nord europeo.

Qualche nota di demerito

Riassumo qui in fondo i nei che costellano qua e là l’esperienza di gioco e che ad un palato più puntiglioso e tecnico potrebbero non far apprezzare il buono che c’è. Il sistema di comandi è a luci ed ombre e nelle fasi più avanzate selezionare una determinata magia, scorrendo tra quelle disponibili, potrebbe essere lento e difficoltoso. Inoltre abbiamo già detto che la sensibilità del puntamento è qualcosa con cui si dovrà combattere spesso.

Inoltre forse la colonna sonora è un po’ troppo silenziosa e poco ispirata in alcuni frangenti anche se comunque di discreta fattura nella sua essenzialità.

Ma l’aspetto peggiore, e che la patch recente pare abbia parzialmente risolto, è il matchmaking online che in alcuni casi non riesce ad associare i giocatori– Oltretutto il sistema costringe a ricominciare tutta l’avventura dall’inizio nel passaggio dall’offline all’online impedendo di fatto di farsi aiutare da altri giocatori random.

No Lo sconsigliamo a tutti!

Recensione Breve

Questo è uno di quei casi nei quali un voto sarebbe stato bugiardo e avrebbe far passare in secondo piano quello che è un progetto piccolo nel cuore e forse non privo di difetti, ma incredibilmente piacevole se si impara a dosarne l’utilizzo.

Nine Parchments riesce a mixare action, multigiocatore, magia e favola da lungometraggio d’animazione senza imporsi sul mercato ma portando in dote un titolo che offre una immagine semplice ed efficace di come dovrebbe essere un party game cooperativo.

Forse i circa 30 livelli di gioco, non certo lunghissimi, rischiano di essere ripetitivi alla lunga e il dover ricominciare in alcuni casi l’avventura non è un toccasana. Tuttavia selezionando la modalità difficile o superiore il gioco si tramuterà presto in un complesso e strategico gioco di squadra che richiederà molta attenzione per evitare nelle fasi più concitate di terminare la partita per colpa del fuoco amico o dell’immunità di un nemico ad una magia.

Un gioco pensato soprattutto per il multiplayer che offline dà davvero il meglio di sé. Peccato che il sistema di prosecuzione delle partite sia un po’ macchinoso e costringa in alcuni casi a dover ricominciare l’intera avventura da capo per poter trovare nuovi giocatori.

Finire il gioco tutto d’un fiato non è cosa facile, l’ideale per godersi il titolo è avviarlo saltuariamente o organizzare un party di amici da invitare a casa una volta a settimana per portare a termine senza fretta l’avventura. Un uso prolungato o continuativo nel tempo potrebbe infatti generare una sensazione di ripetitività dovuta soprattutto al fatto che saranno poche le variazioni sul tema che si avranno a disposizione per variegare l’offerta.

Resta l’atmosfera di un magico mondo in cui riunire la propria compagnia e intraprendere un viaggio simile, seppur ridimensionato, a quello incredibile di Final Fantasy: Crystal Chronicles. Un piccolo universo graficamente poetico, nonostante le sue piccole sbavature; una sorpresa per tutti quelli che si lasceranno travolgere dal suo essenziale quanto profondo gameplay.