Nel corso degli anni abbiamo potuto apprezzare diversi titoli d’avventura con elementi puzzle, alcuni meno memorabili, altri delle autentiche perle. Oggi discutiamo di un titolo uscito nell’ombra, che punta a ibridare diverse meccaniche dei titoli adventure classici e nuovi: Maize, sviluppato dal giovane team indie di Finish Line Games. Tra pannocchie parlanti, segreti top secret e una trama potenzialmente interessante vi andiamo a raccontare se questo titolo è riuscito nell’intento di regalarci una esperienza di qualità.Maize PC Recensione Gamempire

 

Nella vecchia fattoria…

La storia ha inizio in un campo di grano. Ci risvegliamo, intontiti e senza capire nulla (classico già visto in numerosi titoli simili), lentamente incomiciamo a intraprendere i nostri primi passi nei panni di un protagonista completamente muto, la cui identità rimarrà sconosciuta per una buona parte del gioco. L’inizio della vicenda ci da quasi all’idea di giocare a un titolo con forti tinte horror, in realtà si scopre avanzando nelle prime fasi del gioco, che è solo una sensazione, forse voluta dagli sviluppatori per darci un forte senso di inquietudine. Avanzando nella vicenda ci troviamo ad esplorare il luogo principale di tutto il gioco: la fattoria. Essa è divisa in blocchi, ed è possibile avanzare solo risolvendo numerosi enigmi e puzzle. L’esplorazione tipica dei walking simulator è forse la parte principale del titolo, che però risulta fine a se stessa e poco convincente con il level design proposto. La curiosità nel scoprire cosa succede in questa fattoria è l’unica causale che ci invoglia ad avanzare fino alla fine, visto che il titolo non riesce a proporre personaggi secondari di spicco, se non Vladdy (un orsacchiotto russo che ci chiamerà “idiota” per tutto il corso dell’avventura) e Anna (una pannocchia parlante), ma che non riescono comunque a spiccare all’interno della vicenda. Un vero peccato visto che i personaggi in generale sono sfarzosi, ma in solo in pochi riescono a rendere bene all’interno della storia.

Maize- pc- gamempire

Finish Line Games ha voluto proporci una avventura non troppo pesante, contornata da momenti humor non-sense e battute scritte abbastanza bene, che riescono a strapparci più di qualche sorriso, a fronte però di una certa ripetibilità delle stesse. Tra battute buone e personaggi secondari dimenticabili abbiamo comunque apprezzato il tentativo del piccolo team indie di proporre una trama umoristica, sicuramente non memorabile, ma godibile nelle sue quattro ore per completarla, certo un migliore approfondimento della stessa, non avrebbe guastato. Tutto questo ci ha permesso di seguire con più facilità la vicenda, visto che il gioco non offre sfortunatamente nessun tipo di sottotitolo, in nessuna lingua. Per seguire quindi i dialoghi, comunque doppiati molto bene e capirne bene le battute, servirà la conoscenza di un buon Inglese.

Avventura ibrida

All’inizio dell’articolo abbiamo voluto anticipare che Maize è una avventura ibrida. In sostanza unisce il conosciuto walking simulator, con le classiche avventure punta e clicca, ovviamente con le dovute distinzioni. Gli enigmi ci porteranno a fare backtracking per tutta la fattoria, tuttavia non ci faranno cervellare più di tanto nel risolverli, questo perchè il titolo vuole essere principalmente un titolo incentrato sull’esplorazione. Più di una volta basterà quindi continuare a provare un oggetto vicino ad un enigma per avanzare nella storia, favorendo il concetto di trial & error. Troveremo comunque tantissimi oggetti che non ci serviranno per proseguire, questo è un concetto che si avvicina ulteriormente ai canoni delle vecchie avventure grafiche punta e clicca.

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Il titolo quindi non presenta un gameplay particolarmente innovativo o interessante, anzi risulta per gran parte del tempo noioso e poco approfondito, una trama basilare inoltre non aiuta di certo a coprire queste problematiche evidenti. Avremmo preferito che gli sviluppatori si fossero impegnati di più nel migliorare gli enigmi e i puzzle che circondano tutta la fattoria, o magari scegliere di seguire solo l’idea di “walking simulator”.  Aver reso ibrido il titolo non è stata forse una buona idea, non riuscendo a fondere bene questi due sottogeneri. Il gioco quindi non va a coprire un target specifico, rimanendo quindi abbastanza anonimo per l’utenza.

Unreal Engine a bassa potenza.

Di solito i giochi indie di questo genere vengono sviluppati con Unity, un motore leggero e abbastanza adattabile alle piattaforme. Finish Line Games invece ha preferito adottare (con nostra sorpresa a dire il vero) l’Unreal Engine. Il risultato è più che soddisfacente, il titolo ha un gradevole impatto visivo, certo non eccezionale, ma si lascia giocare con piacere. Sicuramente una ottimizzazione migliore avrebbe giovato all’intera esperienza, ma rimane comunque buono e giocabile senza problemi anche per configurazioni hardware non eccelse.

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Dal punto di vista artistico è stato sicuramente fatto il lavoro più grosso, anche se i personaggi risultano poco interessanti, nella loro realizzazione artistica non sono affatto male e rendono bene l’idea di quello che gli sviluppatori volevano mostrare. Anche interni ed esterni risultano abbastanza particolareggiati e testimoniano una discreta cura nello sviluppo. Menzione negativa anche per la colonna sonora, abbastanza scialba e poco ispirata, che ci guiderà per tutta la storia. Spesso sottovalutata, una soundtrack buona in un titolo come questo avrebbe sicuramente migliorato l’esperienza di gioco.

Commento finale dell’autore

Maize è un’occasione sprecata. Sarebbe potuto essere qualcosa di originale e ispirato, invece è caduto negli errori di moltissimi titoli del medesimo genere. Molti titoli offronto una esperienza “ridotta” come Maize, ma offrono però una vicenda decisamente meglio sviluppata e soprattutto con una chiara idea del concetto di gameplay che si vuole proporre. Questo gioco fallisce proprio in questo, avrebbe dovuto puntare su uno sviluppo più importante della storia e nella scoperta della fattoria, che risulta interessante, ma si perde in parecchi punti. Inoltre una caratterizzazione migliore dei personaggi e un gameplay più preciso non avrebbe guastato.

Finish Line Games però ci ha provato, ha cercato di introdurre qualcosa di “nuovo” e originale, proponendo una avventura ibrida, umoristica, tremendamente non-sense e fortemente incentrata sull’esplorazione e sugli enigmi, non ci è riuscita. L’utilizzo di un motore grafico come l’Unreal Engine e un comparto artistico non completamente da buttare, mostra anche delle potenzialità in questi giovani ragazzi, che siamo sicuri prenderanno le critiche come incipit per creare qualcosa di migliore nel prossimo futuro.

No Lo sconsigliamo a tutti!

Recensione Breve