Sviluppato da Mortheshka, un team russo composto da due persone, Vladimir Beletsky e Mikhail Shvachko, The Mooseman vuole farsi spazio tra i videogiochi Indie considerati pura arte. Acquistabile alla piccola cifra di 7€, è disponibile per ogni piattaforma.
Noi di Gamempire lo abbiamo provato su PS4 e siamo pronti a dirvi le nostre impressioni.

Il mistero dell’oscurità

Tutto inizia all’interno di una foresta scura, nella quale sette misteriosi personaggi si ritrovano attorno ad un fuoco, quasi come davanti ad un falò. Improvvisamente un uomo si tira fuori dal gruppo e, con il suo particolare bastone, parte verso una meta sconosciuta. Tutto ciò che si sa è che la storia ha luogo nei Tre Mondi creati dal dio Yen, il resto bisogna scoprirlo. Ha inizio quindi il viaggio, narrato da una voce femminile e che si svela attraverso contenuti testuali sbloccabili durante le lunghe camminate.

L’obiettivo del titolo è indubbiamente quello di spiegare a tutti i miti di popoli meno conosciuti come quelli dei Permiani, dei Komi-Ziriani, dei Mansi e dei Sami, identificabili genericamente come miti ugrofinnici.
The Mooseman si basa su un lavoro di ricerca impeccabile. I due sviluppatori, da appassionati di storia, hanno costruito il progetto utilizzando anche dei reperti archeologici presenti nei musei di Perm’ in Russia.

Il gameplay di The Mooseman

Nonostante al centro dell’attenzione ci siano miti poco conosciuti, i presupposti per lo scopo didattico del gioco sono piuttosto buoni. Il discorso dei reperti archeologici sembra essere la marcia in più per la buona riuscita di The Mooseman. Quello che inizialmente può sembrare un titolo didattico in realtà non lo è: il punto focale del gameplay è mirato a far vivere la storia in modo soggettivo.

L’avventura è interamente in 2D a scorrimento orizzontale e l’avanzamento è basato sulla risoluzione di enigmi, semplici ma incredibilmente variabili. Nel corso della storia infatti, il numero dei rompicapo è altissimo e costringe il giocatore a pensare continuamente alla soluzione da applicare. Le azioni che il personaggio può compiere si contano sulle dita di una mano, ma come detto in precedenza, a fare da protagonista è la soggettività con la quale si vive la storia.

Attraverso l’abilità del personaggio, è possibile passare dalla visione umana a quella spirituale, rivelando o nascondendo degli elementi indispensabili per proseguire. Con la pressione di un semplice tasto (“X” nel nostro caso), avremo modo di vedere l’anima sia degli oggetti inanimati che delle creature viventi. È proprio attraverso questa abilità che si dovranno risolvere la maggior parte dei puzzle logici, una scelta più che azzeccata.
Un gameplay semplice ma affascinante, che risulta a tratti noiosi ma solo per la camminata lenta del protagonista.

Scenografie da museo dell’arte!

Sebbene il gioco goda di numerosissimi enigmi e controlli semplici, ciò che non si può fare a meno di guardare sono sicuramente le stupende ambientazioni che si attraversano durante la storia. Lo stile delle scenografie riesce a trasmettere forti emozioni anche solo con pochi colori.

La maggior parte dei luoghi che si attraverseranno sono bui, ma a contrastare l’oscurità c’è sempre il bianco del mondo spirituale, quasi come a voler ricordare che il bene vincerà sempre sul male. Più in dettaglio appaiono dei piccoli simboli rossi, ad indicare la violenza silenziosa dei popoli protagonisti. È tutto realizzato con semplicità, ma forse è proprio questo a rendere le ambientazioni un paradiso per gli occhi.

Ad impreziosire una grafica affascinante c’è la colonna sonora, composta da musiche elettroniche che vanno a fondersi con canti e melodie russe. La parte sonora è curata allo stesso livello di quella grafica, quasi a formare un tutt’uno e a rendere ancora più incredibile questa avventura.

The Mooseman è completamente in inglese, con audio in russo. Andando avanti nel gioco però abbiamo riscontrato un difetto che rende fastidioso l’avanzamento. Dopo un paio di capitoli infatti, le scritte con le quali viene narrata la storia sono iniziate ad apparire anche quelle in russo, non riuscendo più a capire ciò di cui si parlava.
Escludendo questo però, al titolo non manca davvero nulla per essere considerato un Indie di tutto rispetto.

The Mooseman può farti ricredere!

Nonostante la categoria degli Indie non sia la più blasonata, o quantomeno la più giocata, alcune volte è giusto dare spazio a quei giochi che potrebbero essere considerati piccoli capolavori.
The Mooseman rientra tranquillamente tra questi titoli, con una storia che accorpa didattica ed esperienze extrasensoriali, attraverso una storia semplice ed affascinante.

Il comparto grafico è ciò che stupisce di più in questo gioco, con delle scenografie mozzafiato seppur all’apparenza semplici.
Se poi ad arricchire il tutto c’è una colonna sonora che calza perfettamente con il contesto allora vuol dire che ci troviamo di fronte ad un piccolo gioiello da tenere in considerazione, molto più di quanto ci aspettassimo.
I ragazzi di Mortheshka hanno tirato fuori davvero una perla, nonostante un budget ridotto. Ottimo lavoro!

No Lo sconsigliamo a tutti!

Recensione Breve

The Mooseman si presenta come un Indie che all’apparenza non sembra voler dire granché. Mortheshka però è stata brava a realizzare un ottimo titolo grazie ad un progetto con basi molto solide, a partire dai reperti archeologici utilizzati per far conoscere a fondo la mitologia ugrofinnica. Al prezzo di soli 7€ si è rivelato essere un fiore all’occhiello del genere.

Gameplay semplice ma con tantissimi enigmi, grafica più che affascinante e colonna sonora che si adatta perfettamente al tutto permettono a The Mooseman di entrare tra gli Indie migliori dell’anno, senza alcun dubbio.
La piccola casa sviluppatrice russa ha tirato fuori un piccolo capolavoro e nessuno potrà levar loro i meriti del caso.