Il PlayStation VR è al momento il secondo visore più popolare sul mercato. Il primo, quasi inarrivabile per vendite e costi, è il Samsung VR.
La parola popolare non deve essere confusa con successo: il mondo della realtà virtuale è agli albori e questi primi visori sono e verranno ricordati come la prima generazione di una tecnologia che potrebbe diventare un nuovo inizio nel mondo dell’intrattenimento.
Prima di entrare nello specifico della soluzione Sony è giusto fare un po’ di chiarezza dato che in molti credono che la moda dei visori sia arrivata con l’annuncio dell’Oculus Rift qualche anno fa.


La compagnia giapponese non è la prima volta che propone un visore per contenuti multimediali ed il PlayStation VR è la punta di diamante in cui hanno infuso tutto in know how derivato dalla serie di visori HMZ. Le differenze sono tante ma è proprio grazie alle serie HMZ che Sony è riuscita a mantenere i costi più bassi della concorrenza utilizzando di fatto tecnologie ed esperienza già in loro possesso. Scopriamo insieme se ad oggi la soluzione dell’azienda giapponese vale l’acquisto o se è meglio attendere la prossima versione del “caschetto” marchiato Sony.

OLD FASHION

Seppur può sembrare banale qualche parola va spesa sulla configurazione del nuovo device Sony. Partiamo subito dal fatto che se a livello di design è sicuramente accattivante, migliore sotto molti aspetti della concorrenza, ma le plastiche utilizzate sono di qualità mediocre ed è da valutarne la durate nel tempo. Il peso è sicuramente contenuto, ma al tatto il visore non da una sensazione di solidità che ci si aspetterebbe per un device da quasi 400€.
Collegare il device richiederà un po’ di tempo tutto sommato accettabile considerando che questa prima generazione di visori ricorda molto da vicino le prime console.

Hai tempi dei vari SEGA ed ATARI i cavi erano ingombranti e non c’era un fantastico cavo HDMI in cui trasportare sia il segnale video che audio; il primo andava sull’ingombrante presa Scart ed il secondo nei tipici cavi RCA. Poi c’erano i pad anche loro collegati via cavo il più delle volte decisamente corto dato che i televisori, gli storici a tubo catodico, più aumentava la diagonale più aumentava la sua profondità. Si le TV di un tempo erano decisamente piccole oltre che più voluminose.
Il PlayStation VR, nonostante le linee ed i colori futuristici, è per farla breve un bel intreccio di cavi e cavetti se paragonato alla semplicità delle moderne console, a cui va aggiunta l’unità esterna.
Questo modulo serve fondamentalmente per processare l’audio 3D, dividere gli stream audio e video da inviare alla tv, gestire l’interfaccia del cinematic mode e a visualizzare il social screen nel miglior modo possibile. Di fatto non aumenta le performance della console ma ne alleggerisce il carico.
Altro elemento necessario è quell’oggetto dimenticato chiamato playstation camera che molto probabilmente sarà in qualche scatola di scarpe in cantina… L’occhio del grande fratello è necessario per tracciare i nostri movimenti quindi, come potete capire, lo spazio da dedicare alla nostra Ps4 aumenta considerevolmente.

LA MAGIA CHE SVANISCE

Una volta in funzione, previ alcuni semplici passi di configurazione del device, verremo catapultati in quello che io definisco qualcosa di nuovo, qualcosa capace di stupirci. Per esprimere al meglio quello che intendo posso fare un confronto con il recente acquisto del Nintendo Switch. La nuova console della Big N mi è piaciuta, tuttora lo reputo un buon acquisto ma nulla di più e nulla di meno. Il PlayStation VR riesce, come il Vive o L’Oculus, a darti quel qualcosa di nuovo che manca nelle classiche console. Tutto bello e fantastico se non fosse che il magico momento si schianta nel breve per una totale assenza di titoli capaci di farti godere a pieno dell’esperienza di gioco.
Sony, nonostante le belle e pompose parole al lancio, si è presentata ai nastri di partenza con una serie di demo che fanno solamente assaggiare il potenziale di questa nuova tecnologia. Anzi diciamo che, se paragonato ad una bella pietanza, è come se potessimo annusarne solo gli aromi. Vero che ci sono quel Resident Evil e Far Point che possono fare da dessert, ma manca tutto il menu per poter ritenersi sazi e soddisfatti.
Nuovi titoli sono in fase di sviluppo ma il rischio di appendere il visore al muro è molto elevato dato che in poche ore tutte le demo disponibili esauriscono quanto hanno da offrire. La sensazione è proprio questa: un device ricco di titoli dimostrativi che sembrano ricordare i tempi nefasti del kinect.
Proprio quest’ultimo deve far riflettere dato che le vendite totali ammontano, versione 360, a 24 milioni di pezzi e sappiamo tutti che fine abbia fatto con la Xbox One. Il PlayStation VR dopo 9 mesi dal lancio ha superato a fatica il milione. E se Oculus e Vive stanno racimolando numero ancora inferiori dobbiamo essere coscienti del fatto che il mercato non perdona… vedasi appunto kinect.

UNO SCHERMO NERO ED UN MILIONE DI STELLE

Uno degli elementi su cui i produttori TV hanno sempre puntato dal lancio dei monitor “piatti” è stato il contrasto (chi raggiungeva il nero… più nero). Leggi di mercato che hanno dato il via ad una guerra di numeri che i nostri occhi umani dopo pochi mesi non riuscivano più a seguire.

Fortunatamente i produttori di visori hanno, a dirla tutta saggiamente, evitato di farsi guerra su un elemento che tuttora è palesemente migliorabile. Nessuno dei VR sul mercato al momento riesce ad evitare quella fastidiosa retina di puntini che ci si para davanti agli occhi durante le fasi di caricamento.
Questo elemento sul PlayStation VR trova l’apoteosi nella modalità cinema quando le scene scure, soprattutto nei film, prendono il sopravvento. L’effetto alla lunga stanca gli occhi anche per chi “virtualmente”, rimaniamo a tema, non riesce ad accorgersi di questo “difetto”.
Il tanto chiacchierato motion sickness è presente confermato dal sottoscritto che non soffrirebbe il mare manco se Poseidone scaricasse tutta la sua furia su una barca a remi. Il problema è legato ai quei giochi in cui è assente un punto di riferimento semplice e banale come può essere una pistola o un elmo visibile. Se tutto ruota su se stesso e tu sei fermo sul divano prima o poi la nausea arriverà.
Per esempio posso portare una breve esperienza di montagne russe virtuali con il samsung VR fatta di recente in un centro commerciale. Il sistema era munito di sedile che simulava quanto riportato a schermo nei movimenti regalandoci una sensazione non tanto distante da quella reale anche grazie anche a dell’aria sparata davanti a noi.
Insomma, non voglio dire che i futuri parchi divertimenti saranno virtuali, o forse si, ma che se il sedile non si fosse mosso durante l’esecuzione del video 3d molto probabilmente la gente avrebbe fatto a gara a chi “sboccava” per ultimo.
Chiude il cerchio l’afosa estate che abbiamo passato in questo 2017. A meno di essere muniti di aria condizionata sarà impossibile indossate il visore per evitare una sudata mostruosa sulla testa con possibile appannamento delle lenti.

AGGIORNAMENTO PLAYSTATION VR

Fresca la notizia dell’arrivo in Giappone di una nuova versione della soluzione VR in casa Sony. Identificata dal nome in codice CUH-ZVR2, rispetto al precedente CUH-ZVR1, l’aggiornamento proposto avrà un design rivisto e migliorato soprattutto per la gestione dei cavi, problema che affligge tutti gli attuali visori. Avremo i cavi delle cuffie stereo di essere integrati nel visore ed il cavo di alimentazione meno ingombrante rispetto al passato.

Interessante e d’obbligo l’aggiornamento al processor unit che supporterà pienamente l’HDR pass through consentendo di godere di contenuti PS4 con supporto HDR su una TV, senza dover disconnettere il device tra la TV e la PS4. Questa funzionalità potrà essere utilizzata solamente con il visore spento.
Al momento non ci sono novità per quanto riguarda la risoluzione del visore che dovrebbe essere la stessa di quello attualmente in commercio.

MI AMA O NON MI AMA

Tutti si chiedono sempre la stessa cosa quando vedono dietro alla vetrina un bel nuovo device. Sarà amore o no? Avremo un’intensa relazione o la passione svanirà una volta “consumato”?

La risposta è semplice, l’impatto, l’esperienza iniziale sarà fantastica, quasi idilliaca, ma durerà per una o due sere e, sfortunatamente, ci troveremo a guardare quel futuristico caschetto con sguardo laconico per l’occasione persa.
Sony ha confezionato un ottimo prodotto, un device che racchiude tecnologia e grandi potenzialità, ma che finisce quasi subito quella che ai tempi chiamavamo broda (benzina). È come essere nello spazio per accorgersi che in quel nero con mille puntini luminosi di fatto non c’è nulla da fare se non ammirare per qualche minuto qualcosa di nuovo ed immenso.

Non sono andato nello spazio, ci sto lavorando ma al momento mi accontento di Elite Dangerous e Star Citizen, ma la sensazione potrebbe essere simile.
Alla lecita domanda se vale l’acquisto rispondo come spesso mi capita a quelle persone che mi chiedono cosa penso di una barca: La barca migliore è la barca del mio amico. Tradotto, per chi è interessato al possibile acquisto del PlayStation VR consiglio di valutare attentamente cosa realmente può offrire il device considerando che, come detto in precedenza, ci troviamo davanti al primo vero tentativo di portare la realtà virtuale nei nostri salotti. Il caldo suggerimento è quello di provare il device e capire se fa al caso vostro, sia per possibili malesseri, che per un approccio che non può e non deve essere paragonato a quello delle normali console. Tornare a casa da lavoro, o da scuola, ed indossare il futuristico elmetto di Sony non sarà la nostra prima necessità, per quello ci sono e rimarranno i vari Fifa e Cod.

Il PlayStation VR non è una tecnologia consolidata, un acquisto sicuro, richiederà tempo e supporto costante per essere apprezzato al meglio.
La mia convinzione è che il futuro sia stato tracciato nella speranza che il nostro bel pianeta non diventi una terra desolata in cui l’unico modo per riviverne i colori sia dentro una simulazione.

See you next time Buddies
Xboss – Out