Tornare a parlare di un Assassin’s Creed dopo aver recensito, giocato, goduto e platinato Assassin’s Creed Origins ha richiesto più di un attimo di riflessione, perché l’immancabile paragone con l’ultimo capitolo della serie potrebbe più del dovuto deviare una semplice analisi del gioco.

Assassin’s Creed Rogue (Rogue da ora in poi ndr.) non ha, probabilmente, goduto della fama e della diffusione che meritava in quanto settimo capitolo ufficiale della serie targata Ubisoft. Il perché è da attribuire, probabilmente, al suo approdo su console che in quel momento stavano già diventando vecchie e alla contemporanea uscita dell’ottavo capitolo ufficiale della serie, quell’Assassin’s Creed Unity che fece storcere il naso a molti.

E la mancata affermazione di questo capitolo è davvero un peccato, perché questo, forse più di altri, aveva qualcosa da dire in termini di trama e vicende. Le vicende che portano un assassino dedito alla confraternita, per la prima e unica volta nei titoli di Ubisoft, a tradire gli Assassini per passare al “nemico”, divenendo un templare. Il gioco, nello specifico, si muoverà su quella linea che da sempre nella saga ha separato Assassini e Templari e la loro visione di giustizia nel governare il mondo, mescolando le carte in tavola e cercando di ridefinire il concetto di buono e cattivo, di amico e nemico.

Per farlo mamma Ubisoft ci calerà nei panni di Shay Patrick Cormac, quello che nelle prime fasi del gioco sembra un normale protagonista della serie come se ne sono visti tanti fino a oggi… Almeno fino al ribaltone che lo porterà dall’altra parte della barricata e che permetterà a noi di conoscere un punti di vista diverso sull’annosa questione che da anni fa da sfondo ai vari capitoli della serie.

Dal punto di vista tecnico Rogue fa del suo meglio per difendersi, ma si tratta pur sempre di una rimasterizzazione di un titolo che a sua volta attingeva a piene mani dal suo diretto predecessore Black Flag. Di buono c’è che il gioco può contare sui 1080p, fino 4K con PS4 Pro e Xbox One X, e si avvale, rispetto alla sua versione base, di nuove texture più nitide e un miglioramento delle ombre, nonché di un’ottima fluidità. Di contro, se vi siete già trovati a vestire i panni del prode Edward Kenway, avrete un parziale senso di “già visto”, riconoscerete svariati personaggi in questo capitolo, come anche voci, navi e i numerosi canti che la vostra ciurma intonerà nelle traversate marittime, nonché le stesse odiose animazioni dei personaggi.

Dopo aver giocato Origins, ritrovarsi in Rogue ad avere nuovamente a che fare con le tediosissime animazioni del protagonista tanto nelle fasi di corsa quanto in quelle di scalata è stato, ahime, assai traumatico. Ci vorrà davvero molta pazienza per evitare di lanciare il pad contro la tv quando piuttosto che saltare verso l’appiglio giusto il buon Shay si lancerà nel vuoto da altezze sconsiderate… Molta pazienza.

A ciò si somma il sistema di combattimento oramai obsoleto non solo se paragonato ad Origins, ma persino a quanto di buono si era visto nel meno recente Assassin’s Creed Syndicate.

Il tutto comunque venduto a prezzo budget, quindi… Fate i vostri calcoli.

Al di là dei difetti conosciuti con i quali all’avvio del gioco saprete di dover avere a che fare, Rogue garantirà una ventina di ore di divertimento a chi vorrà lanciarsi in questa nuova avventura e una trama di tutto rispetto che qualunque fan della serie siamo sicuri vorrà approfondire il più possibile.

Se Black Flag vi ha divertito, Rogue farà sicuramente altrettanto con le sue battaglie navali, i numerosi luoghi da visitare e i tantissimi collezionabili da scovare, tra cui troveremo progetti per migliorare la nostra nave, lettere di guerra, canzoni per la ciurma e frammenti dell’Animus (solo per dirne alcuni).

Le ambientazioni, diversamente dalle isole caraibiche viste nel quarto capitolo della serie, spaziano dai gelidi mari del Nord Atlantico alla costa est del nuovo mondo, dalle regioni della Nuova Scozia ai quartieri (Manhattan sud, Villaggio dell’Est, Lungomare, Fattoria Stuyvesan, Greenwich e Fattoria del Re) di una ancora acerba New York.

Torneranno, ovviamente, le battaglie navali atte all’ottenimento di materiali per potenziare la vostra nave, così come tornerà l’attività di caccia, tanto in mare quanto a terra, per l’ottenimento di pellame necessario a migliorare il vostro equipaggiamento o di altri elementi necessari alla creazione di munizioni per le armi del vostro protagonista.

Come da tradizione della serie, saranno tante le attività secondarie da portare a termine, che andranno a puntellare la nostra esperienza di gioco e accrescere il tempo che spenderemo nei panni di Shay. Oltre ai tanti collezionabili già citati, vanno ricordate attività secondarie relative ai forti, i restauri agli edifici per aumentare i profitti della banca, gli accampamenti da liberare dai nemici utili a ottenere importanti risorse, la ciurma da reclutare nelle taverne delle varie località e i numerosi segreti da scovare in giro per isole e mari.


Tutte cose già viste in Black Flag, sì, ma alle quali si aggiungono elementi di gameplay che proprio l’essere passati dalla parte dei Templari han reso possibili. Potremo trovarci ad avere a che fare con sentinelle nemiche appartenenti alla confraternita e per questo in grado di sparire ai nostri occhi o rischiare di essere abbordati da una nave degli Assassini e trovarci a dover difendere la nostra ciurma e la nostra Morrigan, la nostra nave.

A conti fatti, dunque, se avete già in passato avuto modo di mettere le mani su Rogue, questa remastered non fa proprio per voi, ma, diversamente, se siete dei fan della serie, questo Assassin’s Creed è un capitolo che non dovrebbe mancare nel vostro bagaglio videoludico per la prospettiva che offre alla diatriba Templari-Assassini, portandoci a vestire per la prima volta il crociato.

Il gioco, come largamente detto e intuibile, attinge a piene mani da Black Flag, e, pur differenziandosi per gli ambienti (tra l’altro alcuni splendidamente realizzati), si porta dietro tutti i difetti storici della serie precedenti all’ottimo Assassin’s Creed Origins. Non di meno, esso rappresenta un ponte importante per i fan e per la serie, che nella progressione cronologica porta a Unity (se sarete attenti ve ne accorgerete nell’ultima missione).

No Lo sconsigliamo a tutti!

Recensione Breve

Assassin’s Creed Rogue è probabilmente il capitolo meno giocato dell’intera serie, arrivato in un momento di transizione da una generazione videoludica all’altra. Nato dalle idee viste e apprezzate nel suo predecessore “Black Flag”, ma cresciuto all’ombra del suo fratello più famoso (ma non più amato) “Unity”, riprendere in mano oggi un capitolo appartenente al “vecchio” Assassin’s Creed fa senza dubbio un certo effetto.

Il gioco è una remastered e quindi viene da se che a livello tecnico non rimarrete certo stupiti. Il comparto grafico, per quanto curato come da prassi Ubisoft, non vi farà certo urlare al miracolo, mentre il comparto audio, tra doppiaggio ed effetti sonori, rispetta tutti gli standard di ottima qualità ai quali la serie ci ha da sempre abituato; senza dimenticare la sempre splendida ed emozionante colonna sonora che farà da sottofondo imperante alle nostre vicende in gioco.

Il titolo porta con sé tutte le magagne dei capitoli precedenti ad Assassin’s Creed Origins, in termini di bug/glitch e discutibile capacità motoria del nostro protagonista, quindi nel caso decidiate di lanciarvi in questa nuova avventura siate pronti a fare i conti con gli spettri di un passato recente.

Se siete dei fan della serie e non lo avete mai giocato fino ad oggi, dovete giocarlo, anche in virtù di una trama di tutto rispetto che vi offrirà un punto di vista alternativo sull’eterna lotta tra Assassini e Templari. Se invece vi siete tuffati nel mondo di Assassin’s Creed solo con Origins, potreste fare fatica ad apprezzare il vecchio gameplay del titolo, che rimane comunque piacevole per la componente nautico-piratesca che già in Black Flag si era fatta apprezzare.