Con la recensione di MXGP 3 da poco alle spalle rimettersi in sella su una pista d’asfalto potrebbe sembrare facile e in un certo senso privo di stimoli. Eppure cimentarsi tra le curve del motomondiale 2017 ha da subito un sapore e un livello di sfida diverso.

MotoGP 17, pubblicato da Milestone il 15 Giugno su PlayStation 4, Xbox One e Steam, nonostante la familiarità con il suo cugino “sporco” si propone come un gioco diverso e a tratti migliore in alcune meccaniche è modalità accessorie. Ho potuto provare il titolo su Steam grazie a Milestone e al mio PC con processore i3 da 3.7Ghz con 8GB di RAM e una scheda video GeForce GTX 1050.


Pilota, Manager o Leggenda

MotoGP 17 cambia subito traiettoria rispetto alla sua precedente incarnazione, Valentino Rossi The Game, che si presentava come un omaggio al Dottore e alla sua iconica figura di pilota a tutto tondo. Il titolo 17 riprende la scia di quello che era il convenzionale trattamento riservato a un gioco racing su licenza con qualche coraggiosa, seppur acerba, estensione.

Le rodate modalità Campionato e Carriera offrono alla modalità in singolo quello che ci si aspetta pur senza mostrare alcuna evidente innovazione se non per le licenze rinnovate di piloti e team. Tutto molto convenzionale ma comunque adeguato a quelle che sono le esigenze del giocatore.

All’interno della modalità campionato si può trovare la piacevole novità, oltre alle varie classi Moto 3 e Moto 2, anche la Categoria Storiche grazie alla quale è possibile impersonare i piloti storici delle varie classi per incredibili sfide generazionali tra Kevin Schwantz e Loris Capirossi per esempio.

A questa base solida si aggiunge la modalità carriera manageriale che si promette di far vivere anche l’esperienza di capo tecnico di un team. Peccato che in questo caso ci si ritrovi tra le mani praticamente una modalità carriera con in aggiunta qualche menu in più riferito alla gestione dei contratti e allo sviluppo della moto e del team. Una componente manageriale acerba che ci riporta comunque a correre in prima persona, che non convince in pieno per profondità e immersione e che risulta trascurabile in singolo.

Affianco alla lunga e appassionante, almeno per i tifosi del motomondiale, modalità single player, trova posto anche una essenziale e ben congeniata modalità multiplayer che, nonostante non sia stata approfondita per mancanza di sfidanti, ha mostrato solo in rare occasioni tentennamenti e lag nella nostra prova su PC.

Non è facile scaricare tutti quei cavalli!

Aspetto positivo e in linea con la produzione Milestone è l’handling delle moto che ci mette a disposizione una vasta gamma di veicoli di cilindrata e prestazioni differenti che non sarà facile domare in pista.

La diversificazione delle prestazione delle moto si nota anche a parità di classe con mettendo in luce pregi e difetti di ogni singolo bolide. Le differenze sono meno evidenti nelle classi più basse, ma una volta presa in mano una MotoGP tenere a bada tutta la potenza del motore non sarà impresa facile soprattutto per i giocatori meno esperti e richiederà una buona dose di modifiche all’assetto della due ruote.

Proprio la messa a punto è un fattore molto migliorato rispetto a MXGP 3 poiché si avrà a disposizione una messa a punto guidata che consentirà di “interagire” con il capo meccanico per spiegargli quali sono i punti critici della guida lasciando a lui il compito di modificare i parametri di dumping o precarico. C’è ovviamente spazio anche per la messa a punto manuale per i più smanettoni.

Tra aiuti alla guida e livelli di difficoltà selezionabili l’esperienza di gioco è abbastanza scalabile per qualunque centauro, a patto di avere dimestichezza con la guida in moto, poiché commettere errori sarà un’azione tutt’altro che sporadica. In aiuto ci verrà se lo vorremo il già visto pulsante di rewind che ci permetterà di riavvolgere il tempo e tentare nuovamente di tenere la corda della curva nella quale saremo rovinosamente finiti fuori pista. A livello di difficoltà più avanzato con i freni separati e tutti gli altri aiuti disabilitati la simulazione è così profonda è necessario avere un tempismo perfetto e un dosaggio certosino di frenate, pieghe e gas pena ripetute e rovinose cadute. Anche perché la IA degli altri piloti è agguerrita e competitiva (fin troppo forse) già a difficoltà media.

Il gioco necessita di un controller con un trigger dalla corsa molto lunga per dosare al meglio le accelerazioni in uscita. Sconsigliamo quindi di giocare con la tastiera poiché è davvero impossibile gestire l’acceleratore.

Manichini sugli spalti, musica dallo scarico

La tuta dentro cui è infilato questo iper-realistico sistema di guida è formata da una buona base sulla quale tuttavia si notano alcune vistose imperfezioni. Se da un lato infatti l’aspetto grafico delle moto e dei dettagli dei piloti sia gradevolmente appagante e realistico, lo stesso non si può dire dello scenario circostante fatto di texture alle volte troppo piatte e di modelli poco curati.

La striscia d’asfalto di ogni tracciato pare correre anacronisticamente attorno a spalti di qualche generazione fa. Una pochezza di dettaglio grafico del contorno ai piloti che neanche i pur buoni effetti particellari riescono a nascondere. Doveroso è segnalare inoltre che lo sbacchettamento della modo e le collisioni hanno ricevuto un boost di realismo che merita di essere menzionato.

Sul piatto però c’è da mettere anche una pregevole realizzazione differenziata del suono dei motori, che cambia non solo da moto a monto ma anche in relazione alla visuale di gioco selezionata. Qualche suono anche durante gli incidenti sarebbe stato gradito ma il risultato generale è comunque ottimo.

Per gli italici appassionati al motomondiale la voce di Guida Meda che introduce i vari gran premi è una gioia per le orecchie; peccato che questa non accompagni anche le azioni più convulse della gara durante la quale il rombo del motore è l’unico suono udibile oltre il brusio degli spettatori. Questa “solitudine rombante” sul lungo rende monotoni e ripetitivi i gran premi se affrontati in sequenza o magari con un numero di giri elevato.

Conclusione e commento dell’autore

MotoGP 17 è un racing game simulativo solido e profondo il giusto nel quale le basi solide su cui Milestone ha ancorato la serie hanno messo in luce un alto tasso di realismo sotto il profilo dell’handling. I fan del campionato di motociclismo non potranno non fare a meno di apprezzare tutte le licenze e soprattutto i piloti storici riproposti tra le leggende.

Peccato che sotto l’aspetto grafico la software house italiana si sia rilassata un po’ troppo soprattutto quando riguarda il dettaglio di contorno. La difficoltà simulativa poi è uno scoglio che i meno avvezzi a pieghe e cambi di direzione potrebbero trovare fin troppo ostico nelle prime battute.

Sono sempre intimorito dai prodotti su licenza poiché il rischio è quello di trovarsi difronte giochi poco curati e pubblicati un po’ di corsa. Per fortuna Milestone è riuscita a mantenere i suoi standard e a regalare un gioco piacevole per gli appassionati, ma ostico al punto da scoraggiare il centauri digitali meno pratici.

No Lo sconsigliamo a tutti!

Recensione Breve