Il Gioco

Diciamolo apertamente: Il genere dei giochi di ruolo con dungeon generati casualmente è molto in voga negli ultimi tempi. Il motivo è da ricercare nel fatto che le persone che giocano saltuariamente su piattaforme mobili cominciano a guardare a qualcosa di più complesso che un “punta e clicca”.
Un gioco come Yōdanji si posiziona in quella nicchia di giochi semplici a livello realizzativo, la grafica non è sicuramente ricercata, ma impegnativi a livello di gameplay. Il giocatore si troverà quindi a dover gestire vere e proprie spedizioni a turni, usando oggetti di vario genere per riuscire a terminare il dungeon di turno combattendo incredibili orde di mostri.
La trama non è molto approfondita o dettagliata il nostro obbiettivo sarà quello di invocare e catturare gli yōkai, spiriti che sono rimasti nascosti tra noi fino ai giorni nostri. Durante le nostre missioni ne troveremo di vari tipi e potremo scoprirne i loro segreti e dare loro pure soprannome.Per evocare più yōkai, e quindi aumentare il nostro potere, dovrai completare i dungeon ricchi di nemici e trappole da superare fino al boss finale.
La longevità del gioco è garantita grazie alla possibilità di rifare tante partite sbloccando più yōkai possibili e migliorandone ogni aspetto.

Entriamo nel Dungeon!

Una volta entrati nel mondo di gioco Yōdanji ci catapulta in un’affascinante atmosfera giapponese, a partire dal roster di partenza di tre personaggi presi direttamente dalla tradizione nipponica. La grafica in pixel riesce a dare ai personaggi una certa personalità anche se, giocato in modalità dock con un monitor di buone dimensioni, risulta fin troppo retrò e poco godibile.
Proseguendo nell’avventura, i giocatori approfondiranno le caratteristiche dei personaggi e sbloccare tutte le creature disponibili in game.
Inizialmente, come spesso accade in un GDR che si rispetti, la scelta del giocatore sarà puramente estetica. Potremo quindi caratterizzare a nostro piacimento il nostro personaggio ma avrà una base di attributi molto simili tra quelli messi a disposizione.
Ogni personaggio avrà una sua storia ben strutturata, che verrà ampliata ed approfondita durante l’avanzare del gioco. Tutti i personaggi saranno caratterizzati da attacchi unici che potranno essere migliorati con il tempo.
Karakasa utilizzare per attaccare la lingua paralizzante e potrà assumere forme diverse per accelerare il recupero della salute e ridurre la sua fame. Kamaitachi, una sorta di donnola, utilizzerà delle falci sulle zampe in grado effettuare attacchi che genereranno molto danno.
I combattimenti saranno caratterizzati dalla classica modalità a turni in cui dovremo saper pazientare disponendo al meglio le armi a nostra disposizione. Tutti i dungeon saranno una vera sfida e qualunque oggetto sarà protetto da delle guardie con cui dovremo usare una buona dose di strategia per portarlo recuperare l’oggetto, come un tesoro, o completare la missione.
Le nostre spedizioni non saranno facili da portare a termine ed avremo una serie di sfumature tali da rendere questo gioco avvincente. Il giocatore dovrà evitare di fossilizzarsi con una sola modalità di approccio ma dovrà raffinare continuamente la sua strategia. In Yōdanji il giocatore dovrà stare molto attento a gestire gli elementi come le pozioni di cura o oggetti da utilizzare nei combattimenti. Tutte le azioni e le decisioni dovranno essere ponderate o una morte prematura sarà pronta ad attendervi.
Come da classico potremo equipaggiare il nostro personaggio con elementi difensivi come amuleti e migliorare il nostro danno con armi per effettuare attacchi di vario tipo. Ciascun yōkai potrà essere equipaggiato con un massimo di 5 oggetti, salvo qualche rara eccezione.
Se già raggiungere il boss di fine dungeon richiederà un certo impegno quando saremo faccia a faccia con la creatura finale dovremo essere pronti a tutto e ben attrezzati.
Le pozioni curative ed altri espedienti saranno obbligatori per sconfiggere ed avere la meglio sul boss che si difenderà con tutto quello in suo possesso pur di evitare di perdere il suo tesoro. Quest’ultimo sarà il giusto premio nel quale trovare elementi per migliorare il nostro alter-ego ed essere pronti al meglio per la prossima avventura.
Le modalità di gioco in Yōdanji sono tre più un tutorial che aiuterà, tramite lunghi testi, il giocatore alle prime armi. Avremo la Caccia Yōkai, in cui dovremo collezionare tre pergamene ed ottenere un nuovo yōkai, Challenge Dungeon, un dungeon infinito in cui solo la nostra bravura ci spingerà sempre più avanti ed Yōkai Picnic, una versione facilitata della caccia per i giocatori che vogliono accelerare la loro collezione di spiriti.

Un po’ troppo retrò?

Il titolo sviluppato da kemco, non brilla sicuramente per qualità grafica e tecnica ma questo non deve far scoraggiare chi cerca titoli più raffinati anche sotto questo aspetto.


Il design, volutamente pixeloso, ha il suo perché e risulta azzeccato per quanto il gioco ha da offrire. Gli stage di gioco generati casualmente alla lunga risulteranno ripetitivi con elementi riciclati ma manterranno una loro coerenza e discreta giocabilità. Raramente abbiamo riscontrato problemi tecnici data la semplicità dei modelli poligonali ma, come già ripetuto più volte, il livello di sfida è decisamente sopra la media.
Come anticipato il gioco dà il meglio se usufruito su un monitor di modeste dimensioni, godibile nella modalità portatile se collegata alla dock il risultato sarà decisamente scadente.
Yōdanji non presenta modalità online e non potremo contare sull’aiuto di un giocatore esterno. Questo impatta un po’ la longevità del gioco anche se di fatto le sessioni potrebbero essere infinite in virtù del fatto che i dungeon sono generati casualmente.
Le musiche che accompagnano le sessioni di gioco non sono nulla di eccezionale ed a volte si ha la sensazione di ascoltare temi retrò orecchiabili ma nulla di originale. Tutti i testi sono disponibili solo in lingua inglese, russa o giapponese ma fortunatamente non ci troveremo a leggere lunghi papiri se non nel tutorial. La lore è ben costruita ma saremo noi a decidere quanto nel dettaglio vorremo andare senza perderci obbligatoriamente in lunghi testi.

Ni Lo consigliamo solo ad alcuni!

Recensione Breve

Yōdanji è essenzialmente un roguelike con combattimenti a turni caratterizzato da dungeon che vengono generati casualmente.

Grazie ad un sistema che richiama i vecchi GDR, cartacei e non, il titolo sviluppato da KEMCO è un buon passatempo soprattutto durante i vostri spostamenti con il Nintendo Switch.
Il gioco è caratterizzato da sessioni di gioco impegnative ma sono perfettamente godibili anche quando il tempo è limitato.

Questo aspetto non deve però ingannare un ipotetico Casual Gamer. Yōdanji non è un gioco semplice e la difficoltà è decisamente elevata. Alcune fasi potranno addirittura essere frustranti, specialmente quando dovremo affrontare i boss finali. Lo sforzo maggiore che il giocatore dovrà comunque fare sarà accettare una grafica molto, fin troppo retrò.

Consigliamo il gioco a chi ama e cerca un interessante roguelike con un alto livello di sfida, per chi vuole qualcosa di più spensierato consigliamo vivamente di guardare altrove.