Mano nera ed il valzer dei cliché

Just Cause è ambientato nell’isola di Solis in Sud America e governata delle losche figure del temuto gruppo della Mano Nera. Se il nome dell’organizzazione paramilitare già di per sé potrà strappare più di un sorriso, anche il nome del leader, Oscar Espinoza, farà capire quanto il gioco stesso faccia fatica a prendersi sul serio.

Il nuovo tiranno della malavita ha preso in controllo l’isola per sperimentare gli effetti di una nuova e terribile tecnologia dal nome “operazione Illapa”. Questa è in grado di controllare il tempo atmosferico e quindi far apparire dal nulla uragani, maremoti e qualsiasi altra calamità che la natura può scatenare.

Vestiremo come di consueto i panni del nostro “rambo” di turno che tutti conosciamo come Rico Rodriguez. Il nostro compito sarà quello di fermare il folle piano di Oscar con il supporto della popolazione locale che per l’occasione si metterà l’abito da guerra. A dare “estrema” profondità al racconto scopriremo che dietro a Illapa risulti coinvolto anche il padre di Rico, assassinato tempo addietro dal  leader della mano nera.

Se l’incipit iniziale potrà risultare di una banalità agghiacciante, i dialoghi che seguiranno nella nostra ricerca personale a tratti risulteranno un insulto a chi è munito anche di un solo atomo di cervello. La storia perderà quindi subito consistenza risultando alla stregua di un cine-panettone di seconda categoria mal interpretato.

Boom, Sbam, Tratatata

Per capire bene Just Cause 4 potrebbe risultare utile vedere il vecchio Batman anni 60, la mitica serie con Adam West e Burt Ward con i costumini attillati.

Il quarto capitolo della serie sviluppata da Avalanche Studios è chiassoso, ignorante e privo di qualsiasi vero scopo nella nostra distruzione di massa. Prendete il recente capolavoro di Rockstargames e rovesciate tutto quanto di bello visto. L’open world di Just Cause è creato solamente per essere distrutto e non vissuto come quello di Red Dead Redemption 2. La regola da seguire sarà soltanto una: sparare a tutto quello che si muove o respiri e distruggere qualsiasi struttura disponibile sull’isola.

Il gameplay girerà su un arsenale infinito che ci permetterà di compiere la nostra distruzione di massa scollegando attentamente il cervello. Le meccaniche di Just Cause 4 si fondano sull’esplicito proposito di liberare la creatività del giocatore tramite una vasta gamma di armi da far impallidire un Predator. L’isola in cui caleremo tonnellate di piombo è stata sviluppata proprio per permettere di sbizzarrirci nella demolizione di qualsiasi cosa esistente. Solis è lì, pronta per essere rasa al suolo da Rico!

Oltre ad un numero infinito di bocche da fuoco e mezzi per abbattere qualsiasi cosa ci si pone davanti avremo l’onnipresente rampino, il cui potenziale offensivo viene esaltato dall’introduzione di alcune nuove features. Sarà possibile lanciarlo per piazzare palloni aerostatici in grado di sollevare qualsiasi cosa che sia una vacca o un mezzo corazzato. Per chi sta già pensando se un palloncino possa realmente sollevare un animale o una macchina consigliamo vivamente di evitare qualsiasi discorso di fisica in Just Cause 4. Con questo non vogliamo dire che il livello di distruzione non sia notevole e reale, ma è tutto esagerato, come se sotto ogni edificio fosse celato un’intera sacca petrolifera pronta ad esplodere.

Con i ganci del rampino inoltre il protagonista potrà scardinare porte, azionare interruttori o collocare un propulsore su cose o esseri viventi. Il rampino di Rico Rodriguez è di fatto come il coltellino svizzero di MacGyver.

Progressione e mondo di gioco

Just Cause 4 per rimanere al passo coi tempi avrà una progressione sia del personaggio che di missione. Avremo quindi i Punti Chaos, essenziali per la crescita del nostro alterego e per “migliorare” la nostra milizia al nostro seguito. Perché si, in questo nuovo capitoli, Rico potrà contare, come già anticipato, sul popolo ribelle.

Più distruggeremo con stile più riceveremo punti che influenzeranno anche in maniere non diretta le nostre armi. Per chi è interessato può leggere la nostra guida: Just Cause 4 – Come guadagnare velocemente punti caos.

La progressione risulterà ben architettata, come anche la customizzazione della nostra attrezzatura, ma non eccelsa. Ci sarebbe piaciuta più libertà di scelta nel gestire i mezzi a disposizione, nonostante la quantità sia sicuramente notevole. Parlando del mondo di gioco, pur basandosi su un open world, avremo la solita rigida struttura a missioni a guidare la nostra esperienza. La nostra libertà di azione cozzerà con la manciata di missioni che compone la campagna principale nelle quattro macro regioni del gioco. La mappa, che per l’occasione supererà di quattro volte il precedente capitolo, porterà grosse ed importanti novità a livello di esplorazione nonostante il target sia sempre lo stesso. Avremo nuove location ed un numero molto vario di edifici da demolire con l’aggiunta di poterci muovere dove e come vogliamo.

Seguendo la trama principale e qualche consueta missione secondaria potremo arrivare a circa 20 ore complessive. La longevità sarà garantita anche dalla semplice possibilità di distruggere qualsiasi cosa, ma sfortunatamente questa “voga” scemerà dopo le prime ore di gioco.

Il problema di fondo è il motivo, scopo, per cui ci cimenteremo in un gioco il cui livello di sfida risulterà non sempre bilanciato. Distruggere tutto a cavallo di dialoghi al limite del demenziale per proseguire con la storia risulterà tutto ad un tratto noioso. Il gameplay di Just Cause 4, per chi non è avvezzo alla serie, si può descrivere come un’esaltazione iniziale e noia perpetua.

Superbe esplosioni in un mondo piatto

A livello puramente tecnico lo spettacolo che avremo davanti sarà sicuramente appagante. Immense costruzioni che cadranno sotto i nostri colpi saranno una gioia per gli occhi, nonostante le troppe e continue esplosioni aggiuntive di contorno. Anche i nostri salti nel cielo si Solis avranno il loro impatto mentre vedremo avvicinarsi pericolosamente l’isola. Il problema principale di quanto messo in piedi dal team di sviluppo è la piattezza del design.

Nel suo complesso l’isola risulta sciatta e priva di quel dettaglio che una produzione di alto livello dovrebbe avere. Molti elementi risultano ripetuti per tutta la mappa rendendo le differenti aree di Solis tutte uguali.

Se quindi da un lato l’interazione ambientale è di ottima fattura gli sviluppatori hanno pagato dazio nella qualità di quest’ultime. Molto probabilmente il limite è anche a livello tecnico per poter girare su console che ormai si avviano a fine ciclo vitale. Questo però non giustifica la mancanza di scalabilità su device come Xbox One X o Ps4 Pro che beneficiano sì della maggiore potenza, ma non come si potrebbe sperare.

Le animazioni del gioco, protagonista a parte, non saranno fluidissime ed andranno a braccetto con un’intelligenza artificiale spesso e volentieri imbarazzante. Buone le musiche e sicuramente degne di nota le campionature con forse le esplosioni più chiassose che ci è mai capitato di ascoltare. Just Cause 4 è completamente localizzato in italiano ma per migliorare leggermente la qualità dei dialoghi consigliato configurare il parlato in inglese con i sottotitoli in italiano.

Ni Lo consigliamo solo ad alcuni!

Recensione Breve

Il quarto capitolo della serie Just Cause, pur essendo incentrato sulla libertà di esplorazione e la consueta distruzione, rimane inchiodato alla stessa struttura di sempre. Nei panni del tamarro Rico Rodriguez saremo catapultati in quello che è un vero parco giochi di distruzione e morte. Come da serie il divertimento sarà fin da subito tangibile fino a perdere consistenza per la mancanza di una vera ragione per cui staremo a distruggere un’intera isola, Solis. La trama è il tipico pretesto per mandare sul campo il “rambo” protagonista della serie: banale e priva di mordente farà perdere presto tracia di sé. Questo aspetto danneggerà anche un gameplay che, seppur tradizionale per la serie, è dannatamente divertente. Il puro chaos in un videogioco non è appagante se non indirizzato e si sperava che il team di sviluppo, Avalanche Studios, avessero imparato la lezione. A distanza di tre anni da Just Cause 3 ci troviamo tra le mani invece un semplice e potenziato derivato. Grafica migliorata, mappa più grande e gameplay ancora più esplosivo, non riescono del tutto a convincere. Consigliato solo per chi, terminato il lavoro o la scuola, vorrebbe fare a pezzi il mondo… con un pad ovviamente.