TERAPIA DEL RICORDO NINTENDO

Stamattina mi sono alzato allegro. Entrando in studio ho salutato la mia segretaria con un sorriso e ho messo una zolletta in più nel mio caffè. Dopo aver sfogato la mia disapprovazione nei confronti della conferenza E3 della grande N, oggi è una giornata che mi vedrà trattare un bel po’ di pazienti a me molto graditi e che non vedevo da un bel po. Oggi in studio dal Dr. Nintendo arrivano dieci pazienti direttamente dal pianeta GameCube.

Tema della seduta odierna saranno le remastered. Prima di storcere il naso e gridare inviperiti “Basta Remastered!” cerchiamo di fare un passo indietro e capire perché si possono apprezzare i remake. Certo è innegabile che le riedizioni migliorate possano essere considerate come soldi facili per le software house che con il minimo sforzo riempiono la lineup di una console con versioni edulcorate di vecchie glorie. Nonostante questo non possiamo non esimerci dall’apprezzare il lavoro fatto dietro a certe produzioni, soprattutto le più vecchie, che permette di far apprezzare alle nuove leve videoludiche le glorie della storia del videogioco attualizzate attraverso una grafica in alta definizione e comandi molto spesso migliorati.

Certo l’ennesima versione rimasterizzata di Resident Evil farebbe girare i cosiddetti anche a una statua di marmo, ma poter giocare qualche titolo che non si è avuto il tempo (o le finanze) di provare durante la generazione di uscita è quanto mai piacevole per chi da anni si sente deriso ed emarginato per non aver provato questo o quel videogames. Inoltre potrebbe dare inaspettate emozioni o nuove sensazioni rigiocare un gioco che non si è apprezzato in giovane età, e, magari, riscoprirsene amante in età adulta, o rivedere un titolo che ha segnato la nostra infanzia o adolescenza.

Fare di alcuni giochi un remake sarebbe cosa gradita, ma molti si accontenterebbero anche se Nintendo ne proponesse una versione per eShop. Del resto il Catalogo Virtual Console di Wii U e 3DS è già ricchissimo di titoli provenienti dal passato della grande N e averne altri non è un a ipotesi campata in aria e che ridarebbe un po’ di sorriso agli scontenti di E3 2015 (del quale ho già espresso la mia diagnosi).

IL CUBO DELLE MERAVIGLIE

Nello specifico ci troviamo a parlare delle enormi teche Nintendo traboccanti di titoli tripla A che giacciono dimenticati in qualche scatolone impolverato o gelosamente custoditi sugli scaffali dei collezionisti di rarità. In questo senso Nintendo ha già messo in moto la macchina dei remake da anni. Pensiamo ai vari Ocarina of Time 3D, Wind Waker HD o al più lontano nel tempo Mario 64 DS. Nonostante ciò c’è la lineup di una console che finora è stata praticamente ignorata: Il Nintendo GameCube.

Il cubetto Nintendo, uscito in Europa nel 2002 e dismesso nel 2007, è stata una delle console più in ombra della storia di Nintendo, ma anche una di quelle che vantava tra le sue fila una serie di perle che avrebbero certamente avuto più fortuna se fossero uscite su una console più “popolare”. Quale occasione migliore della rinascita del Wii U per riproporre quanto di buono fatto per una console così poco conosciuta?

Premetto che alcuni di questi giochi non sono esclusive Nintendo e che quindi le possibilità di vederli comparire di nuovo sono prossime allo zero, ma non si può mai mettere freno alla Provvidenza.

10. KILLER 7: IL GENIO DI SUDA 51 E DI MIKAMI INSIEME

Killer 7

METACRITIC: 74

Nel Luglio del 2005 uscì Killer 7, uno dei cinque titoli chiamati Capcom 5 che avrebbero dovuto essere la massima espressione di questa software house su GameCube. In realtà questa cinquina di perle finì tronca e distribuita successivamente su altre console (PlayStation 2). Oltre che con tinte molto splatter e un sistema di gioco tutt’altro che accessibile, Killer 7 si presentava con una componente stilistica di ambientazioni e personaggi modellati in toolshading molto incisiva (componente che diventerà un tratto distintivo del suo creatore, Suda 51). La profondità e crudezza degli argomenti trattati e il carisma generale del gioco ne fanno una esperienza visiva fuori dal comune.

Oltre a Suda, a questo gioco lavorò anche un certo Shinji Mikami, che di sangue e terrore ha fatto il suo marchio di fabbrica. Due grandi uomini del panorama videoludico che collaborano in un singolo gioco e l’origine dello stile di Suda 51. Cosa chiedere di più?

9. WAVE RACE BLUE STORM: LE MOTO D’ACQUA ACROBATICHE

Wave Race Blue Storm

METACRITIC: 80

Il primo dei giochi sportivi che ci farebbe piacere rivedere su Wii U è Wave Race: Blue Storm, un titolo uscito nel 2002 e sviluppato direttamente da Nintendo, che ci proponeva sfrenate e funamboliche corse con le moto d’acqua. Una combinazione di gare di velocità e gare acrobatiche che riproposte oggi con il proverbiale upgrade grafico, e magari un po’ di online, potrebbero riempire senza troppi sforzi la lacuna “giochi sportivi” di Nintendo.

Proprio in questo ambito la casa di Kyoto ha da qualche anno chiuso un po’ le porte al genere sports game o comunque non si può che appurare la deficitaria qualità delle sue versioni in giochi come FIFA rispetto alla concorrenza. Puntare quindi su giochi come questo sarebbe un buon modo dare quel qualcosa in più all’utenza Wii U che senza ammetterlo apertamente desidera nel profondo del suo cuore qualche titolo che sia fuori dai canonici personaggio storici di Nintendo.

8. 1080° AVALANCHE: LISCIA E FRESCA NEVE DA SNOWBOARD

1080 Avalanche

METACRITIC: 73

Un altro titolo sportivo sviluppato direttamente da Nintendo, uscito nel 2003. Passiamo dal mare alla montagna mettendoci ai piedi una tavola da snowboard per discese spericolate e folli trick da eseguire. Così come fu per Wave Race, 1080° Avalance aveva dalla sua una ottimo multiplayer che nascondeva, solo in parte, i limiti inevitabili delle modalità di gioco in singolo.

Il gioco non fu molto apprezzato dalla critica, ma la concorrenza era ed è comunque rimasta su livelli simili. Non sarà la grande esclusiva che cambia le sorti del mercato, ma una uscita esclusivamente in digitale ad un prezzo accessibile e magari con la grafica next gen potrebbe fare la felicità degli amanti degli sport invernali estremi.

7. STAR WARS ROGUE LEADER: RIADATECI L’ATTACCO ALLA MORTE NERA

Rogue_squadron_2 Star Wars

METACRITIC: 90

Sarà che chi vi scrive lo ha adorato in maniera particolare, sarà che in quel periodo si cavalcava la moda delle spade laser e degli incrociatori interstellari, ma Star Wars Rogue Leader: Rouge Squadron II è sotto molti punti di vista il più riuscito dei titoli ispirati alla saga di George Lucas. Con una resa grafica per l’epoca incredibile e una buona varietà di missioni e situazioni, il gioco rapiva sotto tutti i punti di vista. In passato era stata tentata una riedizione per Nintendo Wii, poi cancellata.

Riportare su Wii U il brand, che sta vivendo momenti altalenanti, magari con una collection che comprenda anche gli altri capitoli potrebbe essere un modo per sfruttare anche il ritorno di fiamma per R2-D2, vista anche l’uscita del nuovo capitolo cinematografico della saga e di Star Wars: Battlefront per le altre console.

6. P. N. 03 – LA CYBER-GUERRIERA BALLERINA CHE NON CONVINSE

P.N. 03

METACRITIC: 63

P. N. 03, acronimo di Product Number 03, è un altro dei famosi Capcom Five uscito nel 2003. Forse il più grande flop che la Capcom possa ricordare. La seducente Venessa Z. indossava tutine tutt’altro che pudiche e si esibiva in sensuali contorsioni da ginnasta per attivare i colpi energetici a sua disposizione.

La pecca di questo gioco era senza dubbio la ripetitività delle ambientazioni futuristiche e di alcune fasi di gameplay che lo affossarono senza pietà, senza considerare la longevità molto bassa (poco più di 2 ore). Direttore del progetto era Shinji Mikami. possibile che abbia fallito così malamente? Voglio credere che allora i tempi non erano maturi e che oggi la cyber-sculettante Vanessa possa far cambiare idea a tutti i suoi detrattori del tempo o magari raccogliere qualche consenso in più dagli utenti di oggi. Forse un remake sarebbe inadatto, ma magari una versione digitale su eShop a prezzo budget potrebbe attirare i giocatori vogliosi di un titolo quasi “arcade” leggero e breve che soddisfi la voglia di distruggere tutto.

5. VIEWTIFUL JOE: UNA COLLECTION PER TUTTI

Viewtiful Joe

METACRITIC: 93

L’ultimo Capcom Five che vi proponiamo è Viewtiful Joe, un beat ‘em up uscito nel 2003 sul cubetto e successivamente, dopo l’insuccesso di vendite della console Nintendo, anche su PlayStation 2. Frenesia allo stato puro e stile da vendere per questo piccoletto con mantello e casco da supereroe. Forse una delle terze parti che più ci piacerebbe rivedere, ma anche una di quelle che meno probabilmente comparirà su Wii U.

Il support Capcom per Nintendo si è ridotto all’osso e la migliore potenza di elaborazione delle altre piattaforme, nonché la loro superiore diffusione, la fa da padrona. Magari Capcom ci ripensa e ci ripropone una bella collection con tutte e tre i capitoli di quella generazione, con VJ 2 e Red Hot Rumble. Il progetto è fattibilissimo anche perché lo stile grafico del gioco in toon shading necessità davvero di un lavoro marginale ed è apprezzato dall’utenza. Dai Capcom, dai.

4. F – ZERO GX: UN CONTENDENTE AL TRONO DI MARIO KART

F-zero Gx

METACRITIC: 89

Se si pensa al gioco di corse più iconico di Nintendo non si può fare a meno di nominare Mario Kart. E in effetti negli anni il racing game con Mario e soci non ha mai disatteso le aspettative del pubblico e degli invenstitori. Ma a casa Iwata-Miyamoto c’è un altro gioco di corse dal passato glorioso, ma dal presente ignoto, il cui capitolo GameCube ebbe poca fortuna. Stiamo parlando di F-Zero GX uscito nel 2003.

Un gioco molto più tecnico e veloce rispetto a Mario Kart del tempo (e forse anche di quello attuale) con ambientazioni futuriste, che tuttavia non riuscì ad entrare nel cuore dei possessori del cubetto forse proprio per la troppo agguerrita concorrenza dei bolidi del Regno dei Funghi. Mario Kart 8 è il re incontrastato di Wii U e nessuno può pensare di spodestarlo, ma questa potrebbe essere l’occasione per rivedere finalmente Captain Falcon in azione nel suo habitat naturale e non solo come ospite in Super Smash Bros.

3. ETERNAL DARKNESS: LA SALUTE MENTALE MESSA A DURA PROVA

Eternal Darkness

METACRITIC: 92

Non potevamo che lasciare i pezzi pregiati per ultimi. Il primo è il raro, dibattuto e angosciante: Eternal Darkness: Sanity’s Requiem. Una destabilizzante avventura dalle forti tinte horror. Una storia unica con delle scelte di stile da capolavoro. Si parla tanto di survival horror che stanno morendo e questo Eternal Darkness potrebbe essere ciò che il mercato vuole. Hanno anche provato a farne un seguito con scarsi risultati.

Con una grafica migliorata e il giusto apporto di Nintendo per quel che riguarda il merchandising, si potrebbe dare una spallata a tutti quelli che vedono Wii U come una console da party game. E con un remake di successo si potrebbe anche pensare di continuare la strada per il seguito spirituale del gioco che molti vogliono ma pochi finanziano, sulla falsa riga del persorso realizzato per Bayonetta 2 su Wii U.

2. FINAL FANTASY CRYSTAL CHRONICLES: 3 GAME BOY E 4 AMICI

Final Fantasy Crystal Chronicles

METACRITIC: 80

Nel 2003 Square Enix offrì al mercato europeo un’opera che ha segnato l’esperienza videoludica del vostro Dr. Nintendo: Final Fantasy: Crystal Chronicles. Si gicava in quattro sulla console casalinga con tre amici che connettevano i loro Game Boy Advance con un cavetto (e nessun sofrware aggiuntivo) alla console e si esploravano i dugenon di gioco avendo la possibilità di combinare i propri attacchi, sopratutto le magie ,in tempo reale per fare danni maggiori. Un gioco di ruolo in tempo reale e dai colori pastello, che immergeva in un’atmosfera da favola. Un titolo d’altri tempi.
Si può soprassedere sulla semplicità delle trama se ci si concentra sul character design davvero ineccepibile. Ma la magia vera di questo gioco stava nell’avere 3 compagni di avventura che giocavano fisicamente accanto e con i quali avventurarsi tra i miasmi venefici e le bestie più stravaganti. Fuori dai dungeon c’erano poi le trattative con i compagni di avventura per ottenere i progetti per armi e armature, con monete e oggetti rari che passavano rapidamente di mano.

Il più grande difetto di questo gioco era e rimarrebbe il single player, molto difficile da gestire e poco appagante. Ma del resto oggi è tutto votato all’online. Oggi questo gioco sarebbe la ciliegina sulla torta Wii U. Un pezzo di storia di Nintendo e di Square Enix che pochi hanno avuto la possibilita di apprezzare. Grazie alla connettività con i 3DS sarebbe facile riproporre la connettività e i sistemi di gioco vero punto di forza del titolo. E poi la colonna sonora è semplicemente stupenda. Forse basterebbe questo piccola pillola di Square Enix a far assorbire a Nintendo gli ematomi subiti durante l’ultimo E3.

1. BATEN KAITOS: RPG DA MONOLITH CON UN SEQUEL SOLO GIAPPONESE

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METACRITIC: 80

Sarà che da medico ricercatore devo ancora trovare una cura per la mia dipendenza da RPG e non me ne vogliano i gradi fan di Mario, di Zelda, di Samus e di Yoshi, ma per me il miglior gioco su GameCube è e rimarrà sempre Baten Kaitos: Le Ali Eterne e l’Oceano Perduto. Un RPG uscito in Europa nel 2005 con un complesso sistema di combattimento con carte che venivano alterate dall’utilizzo, ambientazioni da ammirare per ore e una storia che rapisce ad ogni singolo colpo di scena. Monolith Software (quella di Xenoblade per intenderci) ha cesellato un piccolo diamante sul cubetto Nintendo e nonostante i limiti tecnici di allora ha abbagliato con un mirabile prodotto finale.

E poi quanta attesa e quante ore passate a guardare i video del suo seguito (che in realtà è un prequel). Quel Baten Kaitos Origins che non arrivò mai in Occidente e che rimase il più grande rimpianto per tutti gli allora possessori di GameCube. Vista anche la stretta collaborazione con Monolith, non possiamo che sperare che in futuro questi due titoli escano in una versione che li comprenda entrambi, magari prima che Wii U ceda il posto alla nuova console NX.